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Cure palliative e oncologie. Riconoscimento internazionale all’Aou di Novara

L’Aou di Novara è stata inserita dall’Associazione europea di oncologia medica (Esmo) tra i centri accreditati per l’integrazione tra oncologia e cure palliative (185 in tutto il mondo, 38 in Italia di cui 2 in Piemonte). L’approccio “simultaneo”, spiega l’azienda, “segna un passaggio culturale importante” perché ai malati “è garantito l’accesso precoce alle cure palliative, contemporaneamente ai trattamenti oncologici”, così da ridurre l’impatto sulla vita della malattia e delle terapie.

09 NOV - L’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” si è resa protagonista di una sostanziale rivoluzione nell’assistenza in campo oncologico e palliativo novarese, che ha portato a un significativo riconoscimento internazionale: l’Aou di Novara è stata inserita dall’Associazione europea di oncologia medica (Esmo) tra i centri accreditati per l’integrazione tra oncologia e cure palliative (185 in tutto il mondo, 38 in Italia di cui 2 in Piemonte); la certificazione è stata consegnata ufficialmente a Madrid, nel corso del congresso Esmo di quest’anno. Ad annunciarlo una nota dell’Azienda.

“Nel corso del 2017 – spiega la nota - è stato realizzato un nuovo percorso clinico condiviso tra i servizi di Cure Palliative e di Oncologia Medica, concretizzando la visione più moderna dell’integrazione tra cure palliative ed oncologia: le Simultaneous Care. Questo approccio segna un passaggio culturale importante rispetto al recente passato, in cui il trattamento oncologico e quello palliativo avevano finalità differenti ed erano applicati in momenti diversi del percorso di malattia: ora, ai malati per cui è necessario il trattamento del dolore e dei sintomi, è garantito l’accesso precoce alle cure palliative, contemporaneamente ai trattamenti oncologici, per ridurre l’impatto sulla vita quotidiana dei sintomi della malattia e degli effetti collaterali della  terapia oncologica. Il paziente, se necessario, viene inviato direttamente dall’oncologo presso il Servizio di Cure Palliative, dove è stato realizzato un ambulatorio dedicato (nella sede staccata di viale Piazza D’Armi, l’ex S. Giuliano)”.

Il progetto, guidato dai direttori delle due strutture, rispettivamente la dott.ssa Elvira Catania ed il prof. Marco Krengli, si è rapidamente concretizzato nell’assistenza di circa 200 pazienti a meno di un anno dall’inizio della fase operativa.

“Il concetto di simultaneous care si declina con evidenza in due punti chiave: la stretta collaborazione tra oncologo e palliativista e la condivisione del percorso clinico in tutte le sue fasi. Per questo è in realizzazione un progetto di costante integrazione con le cure palliative anche per i pazienti ricoverati presso il reparto di Oncologia Medica”.

09 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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