Alcol per accendere il caminetto. Cinque pazienti ricoverati al Centro Grandi Ustionati di Torino negli ultimi 4 giorni
Hanno riportato estese e profonde lesioni da ustione dovute alle fiamme divampate durante il tentativo di accendere stufe o camini con materiale infiammabile, l'alcool. “L'ultimo è una ragazzino di neanche 15 anni. Ora è intubato in prognosi riservata”, riferisce la Città della Salute, che mette in guardia dall’utilizzo di sostanze infiammabili per attizzare il fuoco.
13 OTT - Cinque pazienti sono stati ricoverati presso il Centro Grandi Ustionati dell'ospedale Cto della Città della Salute di Torino (diretto dal dottor
Maurizio Stella) negli ultimi 4 giorni per aver riportato estese e profonde lesioni da ustione dovute all’accensione di stufe o camini con materiale infiammabile (alcool). “L'ultimo è una ragazzino di neanche 15 anni, che ieri pomeriggio in provincia di Alessandria ha tentato di accendere la stufa con l'alcool, ma una vampata di fuoco gli ha causato gravi ustioni del 15% sul viso e sul torace. Ora è intubato in prognosi riservata”. A riferirlo è la Città della Salute in una nota spiegando come “si tratta di un evento frequente e che si ripete ogni anno con sempre maggiore frequenza, con una mortalità del 12%”.
Degli altri quattro pazienti in tre casi la prognosi permane riservata. Uno è stato trasportato da Lecco, due da Torino ed uno dalla provincia di Torino.
“Purtroppo - osserva la nota della Città della Salute- la pandemia da Covid ha fatto sì che nelle case siano sempre più presenti bottiglie di alcool, con la convinzione errata che si possa utilizzare per disinfettare ambienti e superfici per sconfiggere il virus. Si vuol dunque fare un appello affinché le persone smettano di attizzare il fuoco con l’alcool. Si consiglia di non tenerlo in casa per un utilizzo non consono e pericoloso (pulizie, disinfezioni, frizioni ai malati, bruciare zecche, bruciare ramaglie), utilizzi che si potrebbero fare meglio ed in maggiore sicurezza con altri prodotti”.
13 ottobre 2020
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