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Puglia. Vendola: “La nostra sanità è oggi più inclusiva, vicina ai cittadini, attenta ai più deboli”


Per i dieci anni di presidenza è stato messo online un sito internet che racconta la storia delle Giunte Vendola. Per la sanità, tre le direttrici seguite: “la necessità e l’urgenza di modernizzare un sistema ospedaliero vecchio; portare salute e servizi nei territori; incrementare i servizi, guardando con maggiore attenzione alle fragilità".

15 APR - “Io non sarei stato in grado di fare nulla senza la relazione umana, con tutte le persone che mi sono state vicine. Il potere è una brutta bestia, ti può divorare l’anima. La relazione umana è l’antidoto fondamentale. Ogni giorno di questi dieci anni, ho cercato di ricordarmi che il potere bisogna attraversarlo, senza lasciarsi attraversare da lui. San Paolo diceva: ‘Bisogna saper stare nel potere, senza essere del potere’. E’ stata un’esperienza molto bella e anche molto dolorosa”. Sono queste le parole con cui ieri il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, è intervenuto nel corso della conferenza stampa di fine mandato. Più di un’ora per raccontare, anche con immagini, video e schede, il cambiamento della Puglia nell’ultimo decennio di governo, per raccontare “ciò che eravamo e ciò che siamo”.
 
Le parole di Vendola oggi sono online sul sito ufficiale della Regione così come online sono i traguardi raggiunti in questi 10 anni ed elencati sul sito “unapugliamigliore.regione.puglia.it. “'La cura delle persone” è il capitolo dedicato ai progressi che ha compiuto la sanità pugliese diventando “più inclusiva, vicina ai cittadini, attenta ai bisogni delle categorie più deboli, per rispondere in pieno al dettato costituzionale che vuole la Salute come diritto universale”.

“Abbiamo guardato – si racconta nella scheda - sin da subito alle cronicità, alle malattie rare, all’incremento dei luoghi di salute direttamente sui territori, cercando di trasformare i punti di debolezza della nostra rete di servizi in punti di forza. E abbiamo fatto tutto questo nonostante l’assurdità di un piano di rientro imposto alla Puglia dal governo nazionale e nonostante la sempre più esigua quantità di risorse economiche. Lo abbiamo fatto chiedendo uno sforzo importante ai professionisti, al personale medico e paramedico, che ha dovuto farsi carico di un lavoro straordinario, vista anche l’imposizione del blocco del turn over. In questi anni, infatti, il sistema pugliese non ha potuto assumere sufficiente personale per sostituire coloro che andavano a riposo, o per sostenere un vero e proprio cambio di rotta, ovvero l’investimento sui servizi territoriali. Si consideri che in soli 3 anni, dal 2010 al 2012, abbiamo perso 3.571 professionisti in ambito sanitario. E, tuttavia, abbiamo raggiunto risultati importanti. Va detto che abbiamo ereditato un sistema sanitario vecchio, con strutture obsolete, senza sufficienti attrezzature tecniche e senza una idea complessiva di riorganizzazione”.

Nella scheda si racconta come le giunte Vendola si siano mosse in particolare lungo tre direttrici: “la necessità e l’urgenza di modernizzare un sistema ospedaliero vecchio; portare salute e servizi nei territori; incrementare i servizi, guardando con maggiore attenzione alle fragilità. Queste linee di intervento si sono incrociate con la necessità di razionalizzare il sistema, eliminando gli sprechi e il malaffare”.

“Una delle prime iniziative – spiega il documento - ha riguardato l’accorpamento delle Aziende Sanitarie, portandole a sei, una per provincia. Un solo Direttore Generale per ogni ASL, con obiettivi e budget definiti. In questo modo si sono attuati corposi risparmi e si è riusciti ad avere un maggiore e più efficace controllo sulla spesa”.
Poi “abbiamo subito investito sulla infrastrutturazione telematica del nostro sistema, per metterlo al passo con i tempi. Si tratta del progetto Edotto, una sorta di enorme cervello in cui vengono contenuti tutti i dati sanitari dei cittadini pugliesi, e attraverso il quale è possibile effettuare controlli, a esempio, sull’andamento e la tipologia della spesa farmaceutica e attraverso cui i cittadini hanno la possibilità di accedere direttamente ai servizi”.
Il processo di informatizzazione del sistema è stato poi applicato alla rete dell’emergenza-urgenza: “La telecardiologia è oggi una realtà consolidata del panorama sanitario pugliese e ha consentito in questi anni di intervenire tempestivamente su patologie ischemiche cardiache, di comprenderne per tempo la gravità e di salvare migliaia di vite. È giusto rivendicare che la Puglia è stata la prima Regione italiana a utilizzare in maniera sistematica e istituzionalizzata la telecardiologia nelle emergenze. La stessa tecnologia è stata poi messa a disposizione delle cronicità: si tratta del progetto di telediabetologia, ovvero della possibilità di controllo a distanza, direttamente da casa, per i malati diabetici”.

Una menzione particolare viene poi riservata agli strumenti di sorveglianza epidemiologica, “possibili proprio grazie all’informatizzazione del sistema: tra le varie azioni di potenziamento del monitoraggio dello stato di salute, va sottolineato il Registro Tumori Puglia, unico in Italia a garantire copertura dell’intero territorio regionale”.

Ma la necessità di modernizzazione riguardava anche e soprattutto la rete degli ospedali. “Abbiamo utilizzato il piano di rientro, imposto dal governo, come occasione per rivedere la nostra rete ospedaliera. Una rete pletorica, composta da molti piccoli ospedali, con attrezzature scadenti e poche attività specialistiche. L’idea che abbiamo perseguito, quindi, è stata quella di mantenere aperti e potenziare le nostre strutture migliori, incrementando la qualità e la specializzazione dei servizi da offrire”.

E ancora, “abbiamo dato vita, dopo anni, a un piano di edilizia sanitaria che ridisegnerà il volto del nostro sistema: il nuovo Ospedale di Andria; il nuovo Ospedale del nord barese, tra Bisceglie e Molfetta; il nuovo Ospedale del sud-est barese tra Monopoli e Fasano; il nuovo Ospedale dell’area jonica, a Taranto e il nuovo Ospedale del sud Salento, tra Maglie e Melpignano. L’insieme di questi ospedali offrirà oltre 2.000 nuovi posti letto. Siamo finalmente riusciti a inaugurare e mettere in funzione, dopo un’attesa decennale, l’Ospedale della Murgia, ad Altamura”.

L’acquisto di grandi macchine per la diagnostica e la cura è stato un altro obiettivo raggiunto: “121 milioni di euro sono stati destinati all’implementazione del parco delle grandi macchine (+ 62% le TAC, +56% le RMN, attivazione di radioterapia metabolica a Taranto e Barletta, ecc.). Fra le grandi macchine, ricordiamo che, fino al 2005, in Puglia non esisteva nessuna PET TAC pubblica, un macchinario fondamentale per la cura dei tumori. Oggi ne abbiamo una per provincia. Il risultato più immediato, oltre alle nuove possibilità di cura per i pugliesi, è stato l’abbattimento della mobilità passiva, conosciuta anche come “viaggi della speranza”. Dal 2006 al 2014, i viaggi della speranza sono diminuiti del 20%”.

“La maggior parte di questi interventi – si spiega -, come gli interventi di adeguamento e di ammodernamento delle strutture territoriali riconvertite, sono stati realizzati tramite i fondi europei, aggirando così i continui tagli al bilancio sanitario dei governi nazionali. La possibilità di utilizzare i fondi comunitari per il miglioramento del sistema sanitario inizialmente non era contemplata negli accordi; su iniziativa del governo pugliese si è conseguito, quindi, un risultato politico molto importante, dal momento che sono stati utilizzati circa 473 milioni di euro, fra il 2009 e il 2014 in tutto il territorio regionale, per 213 interventi sulle strutture”.

Di fatto, la programmazione sanitaria della regione ha individuato i nuovi centri nevralgici dell’assistenza sanitaria territoriale; si tratta dei nuovi 27 Presidi Territoriali di Assistenza, “strutture nate dalla riconversione dei presidi ospedalieri dismessi e che consentono la concentrazione di molti servizi distrettuali, sia per la diagnostica specialistica che per le cure ambulatoriali, allo scopo di realizzare una copertura assistenziale nell’arco delle 12 e delle 24 ore.
Per i nuovi PTA sono stati stanziati 60 milioni di euro che servono anche alla dotazione tecnologica, per fare in modo che molti dei servizi di salute che oggi sono possibili solo negli ospedali, vengano garantiti sul territorio, più vicino a casa”.

Infine, nel documento si sottolinea come si sia iniziato a investire “con decisione” sul servizio di assistenza domiciliare integrata, “che ci vede ancora un po’ in ritardo rispetto agli standard raggiunti da regioni con maggiori risorse economiche, ma su cui è necessario continuare a investire e a migliorarsi”.

Questi, e tanti altri i traguardi raggiunti dalla Puglia e illustrati dalla Giunta. “La Puglia non c’era, era solo un concetto geografico sulla mappa”, ha affermato ancora Vendola nel suo discorso. “Non era neanche particolarmente attrattiva per gli italiani, oggi è un brand di qualità. Prima parlare di Puglia significava parlare di un luogo che non evocava nessuna curiosità, di un luogo che semplicemente non c’era. Oggi in qualunque parte del mondo, la Puglia c’è. Viene considerata una meta di eccellenza. Questo vuol dire che abbiamo inventato la Puglia e di questo sono estremamente orgoglioso”.
 
Per Vendola “sono stati 10 anni di passione per il cambiamento, intervenendo sulle grandi fragilità della Regione Puglia, prima fra tutte la fragilità ambientale, provando a recuperare territorio e ecosistemi secondo le regole della protezione del nostro patrimonio ambientale. Anche così uscendo fuori dalla procedura di infrazione europea. Provando a far partire, a finanziare, sistematicamente l’agricoltura biologica contro l'abuso della chimica in agricoltura. Intervenendo con leggi di avanguardia contro l'inquinamento industriale. E poi la fragilità sociale. Abbiamo dovuto reinventare un modello di servizi sociali, soprattutto di sostegno alle persone più deboli, alle persone che oggi devono lottare contro la povertà, devono vivere con grande difficoltà l'esercizio di diritti fondamentali, penso alle persone con disabilità E poi abbiamo lottato contro la fragilità economica, provando a far vincere la Puglia che innova e che non ha paura della globalizzazione. E abbiamo aiutato nuove imprese a insediarsi”.

“Credo - ha concluso Vendola - che lasciamo una buona eredità, sicuramente non abbiamo rubato, abbiamo moralizzato in tutti i settori della vita pubblica, sicuramente abbiamo obbedito alla nostra coscienza e al nostro dovere fondamentale, servire la nostra terra”.

15 aprile 2015
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