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Lopalco: “In Puglia meno tamponi perché perché casi e catene di contagio non sono paragonabili con altre realtà come il Veneto”


Il responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia fa il punto sull’uso dei tamponi nella Regione. “Nella fase 1 la strategia è stata identica a quella di regioni come il Veneto che sono prese ad esempio come standard ottimo di controllo dell’epidemia, anche se il numero di tamponi eseguiti in Puglia è inferiore perché i casi e le catene di contagio non sono paragonabili”. Nella Fase 2 “il tampone non verrà negato a nessun pugliese che ritornerà al lavoro nelle prossime settimane e presenterà uno specifico profilo di rischio.

07 MAG - “Le nostre strategie sono basate su stringenti ragionamenti scientifici e discussi con i migliori esperti nazionali ed internazionali. La salute degli operatori sanitari e di tutti i lavoratori è il nostro primario obiettivo”. Lo ha detto Pier Luigi Lopalco, responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia, illustrando in una nota il programma che la Regione intende mettere in atto con i tamponi nel corso della nuova Fase 2 di gestione dell’epidemia di coronavirus.

"In Puglia, per tutta la durata della prima fase, le strategie di contact tracing ed un uso strategico delle attività della rete diagnostica regionale ha permesso di gestire l'epidemia con risultati eccellenti. La strategia di utilizzo dei tamponi in Puglia è stata identica a quella di regioni come il Veneto che sono prese ad esempio come standard ottimo di controllo dell'epidemia. Ovviamente il numero assoluto di tamponi eseguiti Puglia risultano inferiori a quelli del Veneto perché il numero di casi e di catene di contagio delle due regioni non è paragonabile”, ha spiegato.

Lopalco ha quindi illustrato alcuni dati a sostegno delle scelte: “In Puglia, in tutto, sono stati registrati solo 12 focolai nelle Rsa-Rssa e 6 focolai in tutta la rete ospedaliera. Fra le centinaia di aziende che hanno in questa prima fase continuato la loro attività produttiva solo in una si è sviluppato un focolaio prontamente individuato e spento: degli operai coinvolti in questa azienda tutti i casi sono stati asintomatici o con sintomi lievi e con nemmeno un caso ricoverato in ospedale. Le attività di monitoraggio e controllo hanno portato alla individuazione di oltre 26.000 cittadini pugliesi che hanno ricevuto un'ordinanza di isolamento fiduciario a casa, in pratica più di 6 ogni 1.000 pugliesi. In Puglia, quindi, nessuno ha centellinato o vuole centellinare i tamponi”.

In questa seconda fase, anzi, ha spiegato il responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia, “quando sia molti operatori sanitari che tanti lavoratori stanno rientrando al lavoro, è stata messa a punto una nuova strategia in cui i rischi specifici delle singole attività produttive, incluse le attività sanitarie, saranno valutati insieme al livello di circolazione del virus sul territorio e quindi saranno messe a punto strategie specifiche per scovare eventuali catene di contagio nascoste fra asintomatici in una fase molto iniziale”.

“Il tampone - ha precisato Lopalco - non verrà negato dunque a nessun pugliese che ritornerà al lavoro nelle prossime settimane e presenterà uno specifico profilo di rischio. Le nostre strategie sono basate su stringenti ragionamenti scientifici e discussi con i migliori esperti nazionali ed internazionali. La salute degli operatori sanitari e di tutti i lavoratori è il nostro primario obiettivo".

07 maggio 2020
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