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Umbria. Avviato percorso formativo per 'Salute Infanzia 2.0'. Obiettivo: valorizzare ruolo pediatri nelle famiglie


Intento dell'iniziativa, che rientra nel 'Piano regionale della Prevenzione 2014-2018' è potenziare la figura del pediatra di famiglia come strumento per valorizzare le risorse e le capacità dei genitori, facilitandone le decisioni intorno alla salute loro e a quella dei figli, senza sostituirsi e soprattutto senza imporre comportamenti insostenibili.

17 DIC - Avviare con tutti i pediatri di libera scelta il percorso formativo che si svilupperà nel corso del primo semestre del 2016, con l’obiettivo di ampliarne le competenze rispetto al riconoscimento precoce delle condizioni di disagio della famiglia o della relazione madre-bambino da un lato, nonché di potenziarne la capacità di sostenere i genitori nella promozione dello sviluppo psicomotorio del bambino. È con questo obiettivo che oggi, a Todi, è stato presentato il percorso formativo su ‘Il sostegno alla genitorialità, promozione dell’early childhood development e di stili di vita sani’ previsto dal progetto ‘Salute Infanzia 2.0’ del Piano regionale della Prevenzione 2014-2018. Alla giornata ha preso parte, tra gli altri, Mariadonata Giaimo, responsabile scientifico e dirigente Servizio Prevenzione - Direzione Salute e Coesione sociale della Regione Umbria; le conclusioni sono previste nel pomeriggio, a cura di Emilio Duca, direttore regionale Salute e Coesione sociale.

L’obiettivo che ci si pone, è stato detto, è quello di ‘utilizzare’ la figura del pediatra di famiglia come strumento per valorizzare le risorse e le capacità dei genitori, facilitandone le decisioni intorno alla salute loro e a quella dei figli, senza sostituirsi e soprattutto senza imporre comportamenti insostenibili, secondo la sequenza consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: ask (chiedi), praise (valorizza), advice (consiglia) and show (mostra come si fa, fornisci esempi).

La crescente complessità sociale, il cambiamento nell’epidemiologia delle malattie, con l’aumento delle patologie croniche e delle condizioni di disabilità e di disagio psichico, la precoce comparsa delle disuguaglianze – è stato sottolineato - rendono infatti necessarie nuove politiche e nuove forme organizzative assistenziali, che consentano di affrontare i problemi in maniera più efficace, per esempio attraverso la messa a disposizione dei bambini e delle loro famiglie di una vera e propria rete di servizi. Ciò vale ancora di più nel caso di quanti vivono in condizioni di rischio sociale o psicosociale o sono affetti da disabilità o malattie croniche.

Le più recenti evidenze scientifiche, è stato rilevato, peraltro indicano in modo sempre più forte l’importanza di investire nei primissimi anni di vita, a partire dal periodo pre e periconcezionale. Tutti gli sforzi tesi a supportare le risorse, le competenze e la salute dei genitori aumentano di fatto le opportunità di ricevere stimoli positivi, riducendo le esposizioni a fattori stressanti, distruttivi o di impedimento per il neurosviluppo e di conseguenza migliorano competenze cognitive, emotive e sociali e la stessa capacità di apprendimento dei bambini.

“Per questa ragione - ha spiegato Mariadonata Giaimo - con il progetto Salute Infanzia 2.0, inserito nel programma 3. Impariamo a resistere del Piano Regionale di Prevenzione 2014-2018, si è deciso che al percorso formativo, che raggiungerà tutti i pediatri di libera scelta, assieme a rappresentanti delle ostetriche che operano sul territorio, ai referenti delle zone sociali e dei servizi educativi dell’infanzia, farà seguito, a partire dal luglio 2016, la modifica dei bilanci di salute e degli strumenti che verranno messi a disposizione dei pediatri”.

Contestualmente, sempre da luglio 2016, verrà inserito un nuovo bilancio di salute, si passerà da 7 a 8, in corrispondenza del secondo anno del bambino. L’investimento, è stato infine evidenziato, è quindi importante anche sul fronte economico, proprio perché l’attività sin qui svolta dai pediatri di libera scelta in occasione dei bilanci di salute, che da 5 sono passati a 7 con il precedente Piano regionale di Prevenzione 2010-2013 e che finora è stata centrata sulla promozione di stili di vita sani a partire dalla corretta alimentazione, si è dimostrata efficace e importante.
 

17 dicembre 2015
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