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Veneto. Fvm su Azienda zero: “Si rischia un eccessivo accentramento dei poteri”

Il segretario regionale Franco Cicco e il vicesegretario Alberto Pozzi nel corso dell’audizione in commissione regionale sanità sul Pdl 23 hanno sottolineato il “rischio di un eccessivo accentramento dei poteri, l’assenza del coinvolgimento preventivo delle parti sociali e la mancata definizione delle modalità attuative e delle ricadute operative del nuovo modello”.


11 OTT - Forti contrarietà e preoccupazione sul progetto di legge regionale che prevede la creazione dell’«Azienda zero» e la riduzione da 21 a 7 del numero delle Ulss  sono state espresse, nel corso dell’audizione congiunta in V commissione, dall’Intersindacale della dirigenza medica e veterinaria del Veneto. Per la Federazione veterinari e medici erano presenti il segretario regionale Franco Cicco (componente Sivemp) e il vicesegretario regionale Alberto Pozzi (componente Smi). Fvm ha condiviso con le altre sigle le perplessità per un progetto di accentramento dei poteri nell’Azienda zero senza precedenti in ambito sanitario. Pur comprendendo la volontà regionale di una “ridefinizione” e di una ritaratura del modello veneto, i rappresentanti della Federazione veterinari e medici hanno lamentato il mancato coinvolgimento  preventivo delle parti sindacali e sociali a fronte di una riforma di così vasta portata. Rimarcando come essa sia stata approntata senza definirne le modalità attuative e le eventuali ricadute lavorative e di contesto organizzativo. 
 
Il segretario regionale Fvm, Franco Cicco, come rappresentante dei veterinari pubblici veneti, ha espresso profonda preoccupazione per gli scenari che potrebbero verificarsi con la radicale revisione degli ambiti e della organizzazione delle Ulss. “I servizi veterinari verrebbero ad operare, infatti, in contesti territoriali estremamente vasti e di maggiore complessità rispetto a quelli attuali. E il rischio, ha detto ancora Cicco, è quello di un loro svilimento che pregiudicherebbe l’attività di tutela in sanità pubblica e sicurezza alimentare. Indispensabile, quindi, che il Sivemp-Fvm, in quanto interlocutore privilegiato per la sanità pubblica veterinaria, sia direttamente coinvolto nei processi decisionali che porteranno ad eventuali nuovi assetti”.
 
Più nel dettaglio il segretario regionale ha chiesto “l’istituzione di un tavolo tecnico della sanità veterinaria pubblica per definire un nuovo modello organizzativo, oltre che maggior attenzione per il territorio e per i servizi veterinari delle Ulss, a cui dovranno essere garantiti risorse e organici adeguati ai compiti e alle attività svolte, in linea con quelli delle Regioni con patrimonio zootecnico e agroalimentare pari a quello del Veneto. Cicco ha evidenziato inoltre la necessità di un Servizio veterinario regionale idoneamente strutturato, all'altezza della complessità da gestire e che sia efficace punto di riferimento e di coordinamento dell'attività dei servizi territoriali”.
 
Per parte sua Alberto Pozzi, vicesegretario Fvm, ha sottolineato come destino perplessità “l’accentramento delle funzioni d’indirizzo, programmazione e gestione economica sanitaria in un unico soggetto giuridico con funzioni di autocontrollo, che superano e sminuiscono il confronto ed il parere delle parti sociali e degli Enti locali”.
 
Quanto alla ridefinizione degli ambiti territoriali delle Ulss, mancano nel progetto di legge, ha aggiunto Pozzi, “elementi chiarificatori e predittivi circa le ricadute del nuovo modello organizzativo sull’evoluzione delle relazioni sindacali, sulla gestione del personale e delle procedure selettive nonché sulla gestione delle risorse dei fondi contrattuali”. Il rischio, ha evidenziato ancora il vicesegretario Fvm, è che la mancata condivisione nella progettazione legislativa con le componenti sindacali di categoria possano in futuro generare situazioni di conflitto.
 
“Smi-Fvm - ha concluso Pozzi - quindi, auspica una rivisitazione dell’attuale bozza di legge e l’ampio coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella successiva decretazione attuativa del nuovo modello di governance sanitaria”.

11 ottobre 2015
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