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Veneto. È allarme disagio adolescenziale a Belluno

L’ultimo studio elaborato dalla Ulss 1 Dolomiti mostra che cresce il numero di ragazzi depressi, di quelli che accedono ai pronto soccorso con polsi tagliati, di quelli trasportati nei vari ospedali in coma etilico, drogati o addirittura sul punto di morte perché hanno tentato il suicidio

di Endrius Salvalaggio
09 MAG - Esplode il disagio adolescenziale in provincia di Belluno. 
Dall’ultimo studio fornito dalla Ulss 1 Dolomiti (Ospedale di Belluno, Ospedale di Agordo, Centro Sanitario polifunzionale di Auronzo di Cadore, Ospedale di Pieve di Cadore e Ospedale di Cortina d’Ampezzo), i numeri parlano chiaro: cresce il numero di ragazzini depressi, con accesso ai pronti soccorsi con polsi tagliati, talvolta trasportati nei vari ospedali in coma etilico, drogati o addirittura sul punto di morte perché hanno tentato il suicidio. 
Si tratta di ragazzi che vivono in un territorio con poca relazione verso l’esterno e con una scarsa offerta di servizi, che nell’arco di una giornata restano spesso soli a causa del lavoro a turno di entrambi i genitori. 

Dallo studio della Ulss 1 è emerso che i ragazzini hanno il primo approccio alle droghe già da 16 anni, la prima sigaretta e le prime bevute a 13. 

La statistica, quindi, mostra che l'età media sulle dipendenze si è ulteriormente abbassato e si è alzato i numeri dei ragazzi inseriti in comunità terapeutiche: mentre il numero dei suicidi è quasi il doppio rispetto alla media veneta. 

Nel dettaglio i tassi di suicidi nella provincia di Belluno sono 11,7 per ogni 100 mila abitanti, su una media regionale di 6,7. 

Questi numeri sono la eclatante manifestazione di un grave disagio degli adolescenti bellunesi. 
Ulteriori dati sul malessere adolescenziale passano anche attraverso la consulta dei giovani iscritti alle superiori. 
I dati confermano che su 2000 alunni intervistati, il 34,5% ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo attraverso insulti o volgarità a scuola; il 20% ha ricevuto insulti in pubblico o sui social e il 26% dichiara di essersi trovato in forte imbarazzo per immagini personali diffuse. 
Inoltre, solo un adolescente su due, vittima di bullismo, ha avuto il coraggio di parlarne con i propri genitori. 
 
Ma quali sono i segnali che aiutano a capire se un adolescente è depresso? 

I principali segnali emotivi sono rappresentati dalla tristezza ma anche dalla rabbia, frequenti scoppi d'ira che, a volte, si fanno fatica a collegare all’evento scatenante. Può essere presente la tendenza al pianto ed un’aumentata fragilità emotiva di fronte agli eventi della vita quotidiana. Il bambino depresso è tendenzialmente annoiato, apatico, scarsamente capace di gioire e di provare piacere ed entusiasmo. 

È un bambino che non si diverte. Inoltre non si sente amato, non solo in situazioni in cui, ad esempio, è stato punito o rimproverato dai genitori, ma come condizione costante del suo sentire. Può sperimentare inoltre senso di colpa, tendenza a provare rimorsi, attribuendo a se stesso la ragione dei suoi insuccessi o temendo di essersi comportato male. 
L'autostima viene investita da queste ideazioni ed emozioni, presentandosi per lo più bassa, con autovalutazioni negative riguardo alla propria intelligenza, il proprio aspetto fisico, le capacità scolastiche e sportive, la propria amabilità. La difficoltà di concentrazione e la diminuzione del rendimento scolastico, spesso presenti nella condizione di depressione, vengono vissute come conferme delle valutazioni negative che il ragazzo dà di se stesso. 
Possono inoltre essere presenti sintomi fisici e neurovegetativi quali stancabilità, mancanza di energia, modificazioni dell'appetito, disturbi della qualità e quantità del sonno, così come disturbi somatici, quali cefalea e dolori addominali ricorrenti. 
Intanto, la Ulss 1 Dolomiti sta provvedendo a creare 4 poli adolescenziali tra Agordo, Belluno, Feltre e Cadore, dove i ragazzi potranno rivolgersi trovando dei centri di ascolto formati da dottori qualificati come psicologi, specialisti del dipartimento di salute mentale, delle dipendenze e psicoterapeuti e assistenti sociali. Il target di riferimento va da un’età compresa tra 11 anni e 21 anni. 

Endrius Salvalaggio

09 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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