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Anche in Veneto scoppia il caso sulla dicitura “razza” nei moduli. L’Ulss 3 Serenissima si difende: “E' un questionario internazionale, non possiamo modificarlo”

A Bolzano la Asl si era scusata e aveva parlato di un errore di traduzione che sarebbe stato corretto. Ma per la Ulss 3 questo non è possibile: “Pena l’impossibilità di utilizzare il test per finalità statistiche e di analisi”. I consiglieri Ruzzante (Leu) e Bartelle (Iic) presentano un’interrogazione su una questione che torna “nonostante l'apposita Mozione votata ad aprile”. La Ulss precisa: “Assolviamo all’indicazione, questo non è un nostro modulo”.


31 GEN - Torna a far discutere la presenza della dicitura “razza” in alcuni moduli delle Ulss venete, a 9 mesi dall’approvazione della mozione che ne chiedeva la rimozione. Ma stavolta la dicitura non si troverebbe proprio in un modulo della Ulss, bensì in un test convalidato a livello internazionale e non modificabile “pena l’impossibilità di utilizzarlo per le finalità statistiche e di analisi”. Lo precisa la Ulss 3 Serenissima in risposta alla questione sollevata dai consiglieri regionali Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) e Patrizia Bartelle (Italia In Comune).

“Anche a Villaverla un modulo in cui viene chiesto ‘gruppo etnico o razza’ di un minore. Il caso, riportato oggi dalla Stampa locale, è una ulteriore conferma che abbiamo fatto bene a sollevare la questione, chiedendo alla Giunta regionale le dovute verifiche. Evidentemente in Veneto circola ancora della modulistica che riporta la dicitura ‘razza’”, hanno denunciato i consiglieri, che hanno presentato una interrogazione in merito e spiegando che si tratta di “un altro caso” dopo quello “segnalato da un genitore e relativo al Distretto socio-sanitario di Favaro Veneto, con cui abbiamo chiesto alla Giunta regionale di intervenire affinché la dicitura ‘razza’ non compaia all'interno dei moduli delle Aziende ULSS del Veneto”.

“Mi piacerebbe sapere – afferma Ruzzante – cosa dovrebbero rispondere i cittadini del Veneto secondo il Presidente Zaia se gli venisse chiesto il gruppo etnico o la razza. Forse ‘razza Piave’? Io personalmente risponderei ‘nessuna razza’ o, al massimo, ‘razza umana’”. “L'11 aprile dell'anno scorso – ricorda ancora Ruzzante - il Consiglio regionale ha votato a larga maggioranza una mia Mozione, dal titolo piuttosto eloquente: “eliminare la dicitura ‘razza’ nei referti delle ULSS venete. Insistiamo nuovamente – concludono Piero Ruzzante e Patrizia Bartelle - affinché la Giunta faccia le dovute verifiche”.

Sulla questione la Ulss 3 Serenissima ha voluto diramare una nota per chiarire la propria posizione: “In nessuno dei moduli utilizzati presso la Neuropsichiatria infantile dell’Ulss 3 il temine ‘razza’ viene utilizzato, né con finalità cliniche né con finalità statistiche. A queste ultime, si assolve con la registrazione della ‘nazionalità’ dell’utente, dato evidentemente significativo nel rapporto con l’utente e nella presa in carico dello stesso. L’Azienda sanitaria Ulss 3 assolve quindi all’indicazione di non utilizzare, nella propria modulistica, un temine – ‘razza’ – considerato ormai comunemente non utile e non necessario, oltre che foriero di reminescenze che possono ingenerare equivoci e far supporre un intento discriminatorio”.

Tuttavia, precisa la Ulss, “presso i servizi della Neuropsichiatria infantile dell’Ulss 3 viene utilizzato, quando necessario, il test “Child Behavior Check-List” (CBCL) di Thomas M. Achembach, un questionario internazionale validato nel 2001 da tre istituti universitari, utilizzato a livello mondiale per un approfondimento clinico del comportamento del minore durante l'iter diagnostico, che come tale non è suscettibile di modifiche da parte degli enti che lo somministrano. E’ all’interno di questo questionario scientifico che, nell’ambito delle indicazioni demografiche preliminari, viene utilizzato il termine ‘razza’ entro una casella in cui si chiede di evidenziare ‘gruppo etnico o razza del bambino’”.
 
“Il test ‘Child Behavior Check-List’ (CBCL) – evidenzia la Ulss – è uno strumento importante per la valutazione dei comportamenti del minore tradotto in 90 lingue, è utilizzato nella versione italiana a cura di Alessandra Frigerio. La compilazione del test, che non è modificabile pena l’impossibilità di utilizzarlo per le finalità statistiche e di analisi, è suggerita al genitore – o comunque all’adulto che accompagna il bambino – che vi aderisce in piena libertà e nella misura che ritiene”.
 

31 gennaio 2019
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