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Pronto soccorso. Dall’Anaao Veneto un piano in 36 mosse per salvarlo

La proposta mira ad agire su più livelli: la gestione dei posti letto, la criticità degli organici, la riorganizzazione degli accessi, la riduzione del disagio lavorativo, la gestione dei “codici minori”. “Le drammatiche condizioni a cui devono sottostare l’utenza e il personale sanitario che opera nei Pronto Soccorsi non possono essere semplicisticamente risolte da rigidi schemi di risposte orarie, né tantomeno dal ricorso a soluzioni fantasiose, sconclusionate, illegittime e precarie per reclutare medici”, afferma il sindacato. LE PROPOSTE ANAAO PER IL PS


28 GIU - “Le situazioni di gravità delle condizioni di lavoro dei medici nei Pronto Soccorsi risultano ormai intollerabili”. Ne è convinta l’Anaao Assomed del Veneto, che ha elaborato una proposta di miglioramento delle attività e della qualità lavorativa per il Pronto Soccorso presentata con urgenza all’Assessorato alla Sanità della Regione Veneto ed a tutte le aziende sanitarie della Regione, con l’obiettivo di contribuire a risolvere le problematiche. La proposta è stata elaborata dal gruppo di lavoro regionale Anaao Assomed Emergenza-Urgenza, coordinato da Mirko Schipilliti, Componente della Commissione Nazionale Anaao Assomed Emergenza Urgenza, segretario aziendale Anaao Assomed Aulss 6 Euganea, componente Consiglio Regionale Anaao Assomed del Veneto ed Dirigente Medico presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale S. Antonio di Padova.

L’Anaao è consapevole che “non esiste una soluzione definitiva all’attuale grave carenza di specialisti, nessuno ha un cappello magico da cui estrarre medici specialisti”. Ma è anche convinta che al momento sia “indispensabile una proposta a 360 gradi, con una serie di misure urgenti”, articolata in 36 punti volti a “migliorare le preoccupanti condizioni ed i carichi di lavoro in Pronto Soccorso, cercando di agire su più livelli: la gestione dei posti letto, la criticità degli organici, la riorganizzazione degli accessi, la riduzione del disagio lavorativo, la gestione dei “codici minori”, cioè bianchi e verdi, che rappresentano la maggiore quota di accessi (78%) anche in considerazione del fatto che circa l’80-85% dei pazienti che accedono ai Pronto Soccorsi viene dimessa”.

“Alla luce della recente apertura di un tavolo sindacale allargato in Regione – spiega il sindacato nella nota di presentazione del documento - , si auspica che qualcuno non dichiari più che i sindacati non avanzano proposte, anzi. Anche se non è compito di un sindacato organizzare la gestione e la programmazione delle risorse sanitarie, è doveroso avanzare richieste di miglioramento a fronte di quello che stanno attualmente scontando i medici e l’utenza a seguito di errate pregresse programmazioni universitarie e politiche, nazionali e regionali”.

Le proposte sottoelencate sono concatenate “con la speranza di offrire risultati solo dalla loro simultanea applicazione. Esse – evidenzia l’Anaao Veneto - valorizzano inoltre l’applicazione della normativa vigente e l’incompatibilità con omissioni contrattuali, la tutela e valorizzazione delle risorse per i medici e i pazienti”.

Gli obiettivi a cui esse si rivolgono sono:
-    l’integrazione e la sostenibilità degli organici
-    il rispetto dei limiti di permanenza in PS (ricoveri e codici minori) che deve prevedere garanzie assolute sulle attività del personale sanitario
-    la riduzione del sovraffollamento in PS
-    la riduzione del disagio lavorativo, la tutela della salute e l’incentivazione del lavoro dei medici
-    il miglioramento della sicurezza delle cure ed organizzativa, la prevenzione e la riduzione del rischio clinico
-    l’integrazione con l’assistenza territoriale (118, medici di medicina generale, guardia medica)
-    la sicurezza sul luogo di lavoro
-    l’informazione all'utenza

“Come già diffuso dalla Commissione Nazionale Emergenza-Urgenza di Anaao Assomed – spiega l’Anaao -, nella richiesta all’Assessore si è ribadito che sebbene le recenti nuove linee guida elaborate dal Ministero della Sanità sulla riforma di alcuni aspetti del Pronto Soccorso diffuse alle Regioni testimonino l’attenzione a una problematica sempre più accesa, esse si rivelano ancora insufficienti per affrontare tutte le criticità fino ad ora riscontrate ed ormai esacerbate”.

Per l’Anaao Veneto “le drammatiche condizioni a cui devono sottostare l’utenza e il personale sanitario che opera nei Pronto Soccorsi non possono neppure essere semplicisticamente risolte da rigidi schemi di risposte orarie, né tantomeno dal ricorso a soluzioni fantasiose, sconclusionate, illegittime e precarie per reclutare medici a fronte della carenza di specialisti (neolaureati, medici da cooperative di servizi, pensionati, medici stranieri, medici “in affitto” o “a gettone”, medici militari, reparti a esclusiva gestione infermieristica). Le attese dei pazienti hanno poi origini e cause complesse e sono solo il riflesso più lampante della crisi dell’intero Sistema Sanitario Nazionale”.

Per il sindacato va tenuto conto che “l’elevato numero di pazienti che ricorrono al Pronto Soccorso riflette principalmente una richiesta di risposte che essi non trovano altrimenti; la necessità di incrementare le assunzioni di personale si scontra con la crescente carenza di candidati ai concorsi e con la bassa attrattività della professione per i numerosi disagi. È indispensabile stanziare maggiori risorse finanziarie, reiterare i concorsi anche includendo gli specializzandi degli ultimi anni, incrementare posti e contratti di formazione specialistica, integrare maggiormente l’assistenza e l’efficienza territoriale evitando contrapposizioni tra professionisti e tra categorie, rispettare i Livelli Essenziali di Assistenza, evitare soluzioni illegittime. In particolare, gli standard di posti letto stabiliti (per cui allo stato attuale è impensabile dismettere le lungodegenze), l’assenza di ogni previsione di coinvolgimento dell’assistenza nel territorio e il “buco” di 1200 medici ospedalieri nei Pronto Soccorsi italiani, non consentono di garantire gli obiettivi prefissati, mancando fino ad ora qualsiasi riferimento alle gravi carenze di risorse umane e strutturali in improponibili modelli a ‘isorisorse’”.

“Suscita inoltre sempre più preoccupazione – per l’Anaao - il crescente disagio lavorativo a cui è sottoposto il personale sanitario di Pronto Soccorso: organici ridotti e sovraccarico orario; assenti, basse o ritardate incentivazioni; ridotte o nulle possibilità di carriera; ridotta possibilità di aggiornamento professionale; elevate richieste dalle amministrazioni e dall’utenza; scarsità di posti letto; aggressioni. Tutto in contesti ad elevatissima intensità di cura e stress psicofisico”.

“Particolarmente rilevante – osserva l’Anaao - è la richiesta di avvio di una campagna di “Pubblicità progresso” sulla valorizzazione dell’attività in Pronto Soccorso, sul ricorso appropriato all’ utilizzo del Pronto Soccorso, sui percorsi alternativi e contro l’aggressività verso il personale sanitario, attraverso spot pubblicitari per  TV,  Social e Web, pubblicità progresso sulla stampa cartacea e web, pieghevoli e manifesti da distribuire negli ospedali, nei poliambulatori e negli ambulatori dei medici di medicina generale”.

“Dopo una preventiva richiesta presso la AULSS 6 Euganea un mese fa – spiega dunque il sindacato - , abbiamo quindi richiesto alla Regione Veneto di accogliere le nostre proposte, anche con l’apertura di un tavolo tecnico urgente, al fine di realizzare quanto prima tutti i provvedimenti urgenti indispensabili e non più procrastinabili per migliorare le condizioni di lavoro in ogni Pronto Soccorso, e non più derogabili solo alle iniziative spontanee delle singole AULSS. Problemi che ora devono diventare una priorità assoluta per le politiche sanitarie regionali per dare un giro di vite, lungi dal voler sollevare polemiche faziose e polveroni mediatici”.

28 giugno 2019
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