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Il Coordinamento Salute Mentale Veneto scrive alla Regione: “Serve più attenzione e investimenti”

Più di venti associazioni coordinate da Gerardo Favaretto, hanno scritto alla Regione Veneto per dare una risposta alle oltre centomila persone che, in questi mesi di emergenza sanitaria, hanno dovuto fare i conti con lo stop di tutte quelle attività ordinarie di salute mentale. “E a questi numeri si aggiungono quali delle famiglie che, specialmente nel caso di giovani o anziani, sono le dirette protagoniste delle problematiche dei loro cari”, evidenzia Tiberio Monari, referente regionale per la Salute Mentale Fp Cgil Medici.

di Endrius Salvalaggio
09 OTT - Con l’arrivo della pandemia molte persone bisognose di assistenza psichiatrica, e le loro famiglie, hanno dovuto rinunciare alle consuete visite programmate, ai piani terapeutici, al supporto dei centri diurni e alle attività riabilitative. I servizi ,talvolta già in difficoltà, hanno dato priorità principalmente alle urgenze venendo meno in quella attività relazionali che prima del lockdown si prestavano. Tutto questo ha comportato ad un indebolimento e un aggravio per chi già soffriva di un disagio sociale.  

In Veneto - spiega Tiberio Monari, referente regionale per la Salute Mentale  della FPCGIL Medici e Dirigenti sanitari -  le persone che soffrono di problemi di rilievo in ambito della salute mentale in carico ai servizi delle Aziende Socio Sanitarie sono oltre cento mila, ovvero il 2% della popolazione. Su cento mila, circa settanta mila sono in carico ai dipartimenti di salute mentale, gli altri ai servizi per le dipendenze o a quelli distrettuali. A questi numeri si aggiungono tutti coloro che si rivolgono a specialisti privati oppure non si rivolgono a nessuno. Ed ancora, oltre a questi soggetti si aggiungono loro famiglie che, specialmente nel caso di giovani o anziani, sono le dirette protagoniste delle problematiche dei loro cari”.

Per promuovere le migliori risposte in tale emergenza, già dal dicembre 2019 si era costituito in Veneto il Coordinamento per la salute mentale (SaMeVe) che raccoglie tutte le principali società scientifiche regionali del settore, le associazioni dei familiari, degli utenti e ogni altra associazione coinvolta nelle questioni della salute mentale.

In occasione delle recenti elezioni regionali, il Coordinamento per la salute mentale Veneto ha inviato una lettera aperta a tutti i candidati alle elezioni regionali, nella quale si chiede di:

1. promuovere la priorità della salute mentale anche tenendo conto delle grandi trasformazioni sociali conseguenti, e non, alla pandemia, di fatto ancora in evoluzione e ancora poco note;

2. investire adeguate risorse sulla salute mentale per salvaguardare la rete dei servizi pubblici, le attività dei dipartimenti di salute mentale e dei servizi territoriali per i minori, per la famiglia, per le persone con dipendenza;

3. promuovere una politica delle risorse umane che permetta il reclutamento delle diverse figure professionali (Psicologi, Assistenti sociali, Terapisti della riabilitazione psicosociale, Educatori, Infermieri) incentivandone la formazione con riferimento, in particolare, alla necessità di formare più medici specialisti in psichiatria vista la crescente difficoltà a reperirne in numero sufficiente;

4. promuovere un lavoro di consenso partecipato per arrivare alla definizione di un nuovo progetto obiettivo per la salute mentale, con particolare riferimento alla definizione di rinnovati strumenti operativi, condizioni organizzative, modalità di finanziamento, integrazione sociosanitaria;

5. supportare iniziative di promozione e sensibilizzazione dei territori sulla priorità della salute mentale, in senso estensivo come salute dei minori, delle famiglie, dei giovani, degli anziani, delle persone con disabilità, di chi lavora, delle donne;

6. promuovere la lotta allo stigma, alle discriminazioni e alle disuguaglianze correlate alla salute mentale. Realizzare una grande campagna regionale anti-stigma nella quale tutte le associazioni che compongono il Coordinamento Regionale Salute mentale daranno il loro pieno e totale contributo.

“Su questi punti - spiega Gerardo Favaretto, referente per il Coordinamento – il Coordinamento intende  aprire un confronto ed una collaborazione con la nuova legislatura per supportare, con le proprie competenze e grazie alla propria rappresentatività, il lavoro sulla salute mentale nel Veneto”.

La FPCGIL Medici e Dirigenti Sanitari ha deciso di aderire al Coordinamento perché ritiene importante promuovere sinergie sulla salute mentale, lavorare sulla prevenzione  dato che  si stima che circa il 50% dei disturbi mentali abbia origine nell'adolescenza.
“Affrontare costruttivamente e in tempi rapidi le problematiche della salute mentale dell'infanzia, dell'adulto ed anche delle dipendenze - conclude Tiberio Monari referente regionale per la Salute Mentale  della FPCGIL Medici e Dirigenti sanitari - è una delle priorità nel Veneto.

Endrius Salvalaggio

09 ottobre 2020
© Riproduzione riservata

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