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Contro il Governo non basta la “fionda”. Serve un No deciso

16 NOV - Gentile direttore,
sono passati molti mesi da quando abbiamo creduto, annullando due giorni di sciopero in cambio di sei cavoli (pardon tavoli) di discussione, alle promesse del Governo sperando in una sua oggettiva comprensione dei problemi che riguardano, soprattutto, i Cittadini.
 
Non c’è bisogno che evidenzi alcunché sui risultati dei cavoli (pardon tavoli) se non la stessa affermazione dell’Intersindacale che i rappresentanti del Governo non intendono neanche incontrarci dopo avere aperto sei cavoli di inutile discussione con l’obiettivo  – più che evidente fin da allora  – di superare il 4 Dicembre.
 
I conti sui risultati della trattativa su rinnovo contratto, legge 161, precari, comma 236, assalto alla diligenza della dirigenza e quant’altro sono presto fatti. Zero su tutta la linea. In più la vergognosa ed offensiva proposta contrattuale. Su tutto occorre che qualcuno ricordi alla Ministra che la quota 115 miliardi per il FSN avrebbe dovuto essere raggiunta, secondo il precedente Governo di uguale colore politico dell’attuale, nel 2015 e non nel 2019 (come proposto nell’attuale Def) con un blocco, pertanto, di quattro anni di finanziamento. Peraltro parte del (non) aumento del Fsr è già vincolato per Big Pharma.
 
Adesso, a fronte dei comportamenti negativi e strafottenti del Governo dei bugiardi, ritengo di riproporre ciò che avevo affermato nell’ultimo Consiglio Nazionale della mia Associazione.
 
Il nostro mondo è rimasto all’età della pietra per quanto riguarda le manifestazioni di protesta che consistono nella sua espressione massima, esclusivamente, nello sciopero (per di più nelle note ininfluenti modalità). Il nostro sciopero, come tutti sanno, non sposta proprio nulla; anzi in quei giorni stiamo tutti più attenti che nulla accada per evitare anche procedimenti giudiziari di estremamente facile attivazione nei nostri confronti contrariamente a quelli contro i dirigenti che rubano (v. Cantone). Per di più uno sciopero fatto dopo la data che rappresenta lo spartiacque della politica italiana a chi lo facciamo? A Babbo Natale? O ancora si vuole credere nell’effetto annuncio in un Paese dove il Governo controlla tutti i media?
 
Certamente Lei ricorderà come ottenemmo l’area della Dirigenza medica iniziando con la denuncia della pronta disponibilità e le Prefetture, impazzite perché obbligate alla precettazione, che chiedevano al Governo di far cessare la protesta. Poi la grandiosa manifestazione di Roma del Febbraio ’86, con l’oggettivo e determinante appoggio dei media, e quindi l’area medica nonostante la forte e manifesta contrarietà politica dell’allora Triplice sindacale che, all’epoca, faceva e disfaceva Governi e non era certo questa cosa liquida ed ininfluente di oggi.
 
Oggi, dopo 30 anni, mentre ci hanno smontato pezzo per pezzo diritti e, ancor più, diritti alla protesta (fine della concertazione, garanzia dei servizi minimi essenziali, scioperi distanziati con regolamenti interpretati a piacimento dai governi, etc. etc.) continuiamo a combattere con la fionda. In tutte le note di protesta inviateci dall’Intersindacale non leggo mai, però, la richiesta di Dimissioni del Ministro o del Governo, fatto certamente singolare se non di parte.
 
Allora chiedo alle singole Segreterie nazionali delle Associazioni dell’Intersindacale di cogliere l’ultima occasione che sta passando e di trasformarci in Soggetto politico capace di esprimersi sulle attività complessive di un Governo ed in particolare sulla Sanità. Circa centomila professionisti varranno bene qualcosa su piazza elettorale in un momento in cui tutti si schierano mentre noi continuiamo a produrre dotti documenti, rigorosi report, eleganti constatazioni sullo state dell’arte, immaginifici e radiosi scenari futuri (v. documenti FNOM) e ci limitiamo a dichiarare stati di agitazione e minacciare scioperi che fanno, ormai, ridere senza assumere alcuna posizione politica come il caso imporrebbe.
 
Se fino ad oggi all’Intersindacale, con grande sforzo, era concessa la buona fede (associata però a tanta dabbenaggine) nelle relazioni con il Governo ora non lo è più per stessa ammissione di ininfluenza affermata dalle stesse Segreterie nazionali e formalmente documentata dal materiale inviato in periferia per le assemblee del 21 p.v.
 
Pertanto, ho chiesto alle singole segreterie nazionali dell’Intersindacale di diramare, prima delle assemblee del 21, dichiarazioni ufficiali per il no al referendum che si rifletterà contro un Governo che sta cancellando il SSR e con esso il diritto alla tutela della salute di tutti i Cittadini favorendo il settore privato. Non entro nel merito del referendum, che comunque è una gran ‘porcata’, ma sull’opportunità che tale strumento ci dà – repetita juvant – di diventare un valido soggetto politico di fronte a questi distruttori delle nostre vite professionali e dei diritti dei Cittadini, specie in sanità. Solo così potremo avere la possibilità di riacquistare la nostra dignità ed il nostro ruolo fatti a pezzi da questi ignoranti, presuntuosi e bugiardi travestiti, a modo loro, da statisti.
 
Certamente vi potranno essere conseguenze. Quali? Solo positive perché se vincerà il si peggio di come siamo trattati non potremo esserlo, se vincerà il no diventeremo, per il futuro, interlocutori con cui trattare seriamente e non sedere a ben sei tavoli del cavolo per essere presi in giro sfruttando la nostra dabbenaggine (eufemismo).
 
Se così non sarà mi sembra chiara la svendita dei medici dipendenti, da parte delle segreterie nazionali, al ducetto di Rignano ed ai suoi ignoranti (nel senso che ignorano il mondo reale ed i diritti di chi vive e manda avanti il mondo che non sono certo le banche di papà) accoliti.
 
Infine, avevo chiesto alla mia Associazione, per un minimo di coerenza, di annullare il convegno del 17 p.v. sulla “Dirigenza sanitaria” che serve solo a concedere passerella prereferendaria a De Filippo e Gelli. Richiesta vana che, per il momento, non commento nonostante si tratti di una chiara dimostrazione di servilismo finalizzata al sì al referendum. Che ipocrisia. Che tristezza. Che pena!
 
In conclusione lodo la genialità della mia Associazione che ha avuto l’idea di indire un sit in di protesta contro il Governo dalle 11 alle 13 e poi, dopo un rapido panino, dalle 14 alle 18 farci indottrinare da parte di rappresentanti dello stesso Governo sul futuro della Dirigenza sanitaria, magari ancor più roseo se facilitato dal si al referendum. Per la serie: la sublimazione dell’ipocrisia.
 
Gianluigi Scaffidi
Segretario Aziendale AO di Reggio Calabria e Consigliere nazionale Anaao-Assomed

16 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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