Emilia Romagna. Ecco le linee regionali per l’assistenza farmaceutica in carcere
Gli obiettivi: migliorare ulteriormente qualità e sicurezza delle cure rivolte alle persone detenute e uniformare le procedure delle Aziende Usl. A realizzare le linee un Gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da professionisti delle Aziende sanitarie, della Regione e degli Istituti penitenziari. IL DOCUMENTO.
12 MAG - Da un lato, migliorare ulteriormente la qualità e la sicurezza delle cure rivolte alle persone detenute. Dall’altro, fornire indicazioni per la gestione clinica dei farmaci negli istituti penitenziari di tutta l’Emilia-Romagna e uniformare le procedure seguite nelle carceri dalle Aziende Usl. Con questi obiettivi, la Regione Emilia-Romagna ha realizzato le “Linee di indirizzo per la gestione clinica dei farmaci negli Istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna”. Il documento, rivolto a tutte le Aziende Usl, sarà presentato con un seminario lunedì 18 maggio a Bologna.
“Le linee di indirizzo – spiega una nota della Regione - sono state elaborate da un Gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da professionisti delle Aziende sanitarie, della Regione e degli Istituti penitenziari, a partire dalle linee ministeriali sulla sicurezza nell’uso dei farmaci, recepite nella nostra regione con le “Linee di indirizzo per la gestione clinica dei farmaci” rivolte alle strutture del Servizio sanitario regionale. Nella stesura del documento, si è tenuto conto di alcuni aspetti peculiari dell’assistenza alle persone detenute in Emilia-Romagna: il fatto che sia già strutturato un percorso clinico di assistenza alle persone detenute; e che sia in fase di sperimentazione, a livello locale negli ambulatori di alcuni Istituti penitenziari, l’uso di sistemi informatizzati per la somministrazione di terapie farmacologiche”.
Le linee di indirizzo, oltre a individuare gli obiettivi e a descrivere le attività che riguardano la gestione dei farmaci in carcere, affrontano i temi della continuità assistenziale (per esempio nel passaggio da un istituto di pena all’altro oppure nella dimissione dal carcere agli arresti domiciliari o in comunità oppure quando la persona torna in libertà), dell’approvvigionamento dei farmaci e della gestione delle scorte, della preparazione della terapia farmacologica.
Alla base del documento, la necessità di stabilire una relazione efficace tra l’equipe sanitaria e la persona detenuta, in modo che l’intervento assistenziale sia appropriato e rispettoso della volontà della persona e per rendere più sicuro l’intervento stesso. Il coinvolgimento diretto del paziente va ricercato sia nella fase della prescrizione dei farmaci, sia nel momento della somministrazione dei medicinali. Inoltre alla persona deve essere fornita la completa informazione sulla cura proposta (sugli effetti ricercati con la terapia, sui possibili effetti collaterali, sulle relazioni con il cibo assunto).
“Il riferimento, nell’uso e nell’erogazione dei farmaci, è il Prontuario terapeutico di Area Vasta, che contiene un elenco di medicinali e una serie di schede di valutazione, pareri, raccomandazioni relativi ai farmaci da utilizzare nelle strutture sanitarie. I prontuari terapeutici in Emilia-Romagna sono così articolati: Area Vasta Emilia-Nord (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena), Area vasta Emilia Centro (Bologna, Ferrara), Area vasta Romagna (Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini).
Le Aziende Usl – conclude la nota -, sulla base del documento regionale, dovranno ora elaborare procedure locali che tengano conto delle necessità specifiche e dei contesti organizzativi, individuando compiti e responsabilità delle figure professionali, tempi di attuazione delle linee di indirizzo e azioni di monitoraggio dei risultati”.
12 maggio 2015
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