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Reclutamento medici Extra Ue. Omceo FVG: “Gli Ordini avranno difficoltà a verificare i titoli”

Dopo l’approvazione della delibera regionale, il coordinamento degli Ormceo del FVG esprime dubbi sulla possibilità di verificare i requisiti ed evidenzia la necessità di soluzioni non emergenziali, ma strutturali. In merito ai contenuti della delibera, l'Omceo Gorizia aveva già chiesto chiarimenti alla Fnomceo, che ha confermato la correttezza di quanto disposto nell'atto regionale per tutta la durata del periodo dell'emergenza

08 FEB - Ha sollevato perplessità e riflessioni la delibera 134 del Friuli Venezia Giulia sulle disposizioni attuative che, derogando dalle norme esistenti in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie, prevede l’impiego temporaneo di personale sanitario con titolo di studio non riconosciuto dal ministero della Salute in quanto proveniente da paesi extra Unione Europea. “Per l'esercizio di professioni sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario è consentita, in deroga all'articolo 38 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, a tutti i cittadini di Paesi non appartenenti all'Unione Europea, titolari di un permesso di soggiorno che consenta di svolgere attività lavorativa, fermo restando ogni altro limite di legge”, recita il provvedimento su cui anche il coordinamento regionale degli Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri del FVG esprime qualche dubbio.

“Il primo compito di cui un Ordine dei Medici è destinatario – dice Guido Lucchini, presidente FROMCeO FVG, - è quello di garantire e tutelare la sicurezza ed il rispetto dello standard delle cure al cittadino. Se noi ricorreremo a medici provenienti da paesi esterni all’Unione Europea, gli Ordini non saranno più in grado di garantire e verificare se quel collega extraeuropeo, oltre al titolo di studio, ha il bagaglio culturale (in primis la padronanza della lingua) necessario e sufficiente per svolgere la professione medica nell’ambito del nostro servizio sanitario regionale. Bagaglio e titoli che, sia ben chiaro, non solo costituiscono il patrimonio di ogni singolo professionista, ma soprattutto sono premessa imprescindibile per ogni agire medico. Ecco, tutto questo noi non saremo più in grado verificarlo e men che meno di garantirlo”.

E’ innegabile che la carenza del personale sanitario esiste e, come sostenuto da varie sindacati della sanità, preesisteva all’emergenza sanitaria COVID. Certo è che oggi, a quasi due anni dall’inizio della pandemia, questo nodo è venuto al pettine e nella Regione Friuli Venezia Giulia l’eco di questa delibera si è diffusa in tutto il mondo delle professioni sanitarie che oggi si chiede se questa rappresenta l’unica via percorribile per reclutare medici per il SSr.

Per il presidente regionale del coordinamento regionale, che rappresenta quattro ordini, per un numero di iscritti superiore a 8500 professionisti, la soluzione prevista, il reclutamento di personale esterno alla Comunità Europea, seppur temporanea, non può e non deve considerata la risoluzione del problema della carenza di personale nel servizio pubblico.  

“Per fermare l’esodo di medici dalle dipendenze degli ospedali – ricordano gli Omceo del FVG – non bisogna fare altro che riconoscere, come già di fatto avviene nella maggior parte dei Paesi Europei, che il medico va retribuito per quello che fa, avendo come riferimento gli standard delle remunerazioni europee. La soluzione deve quindi affrontare un diverso approccio al problema: in primis il medico deve essere ri-valorizzato e ri-valutato senza essere abbandonato e o inascoltato. Non dimentichiamo infine che le nostre università sono fra le migliori al mondo, capaci di preparare medici migliori di altri Paesi, siano essi interni od esterni alla Comunità Europea”.

Già a dicembre l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Gorizia aveva richiesto chiarimenti alla FNOMCEO su come procedere in ordine alla richiesta di esercizio della professione da parte di medico extra comunitario e la stessa  FNOMCEO così chiariva: “è stato consentito, alle pubbliche amministrazioni, per tutta la durata del periodo emergenziale, di assumere per l’esercizio di professioni sanitarie e per la qualifica di operatore socio-sanitario, i cittadini di paesi extra Unione Europei titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare, fermo restando ogni altro limite di legge”.

Endrius Salvalaggio

08 febbraio 2022
© Riproduzione riservata

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