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Pordenone resta senza guardia medica. Lucchini: “Risultato di anni di programmazione discutibile”

Altre soluzioni “tampone” che sono state avanzate in questi giorni, con altre figure non mediche, per ovviare alla carenza del medico assistenza primaria, restano, per il presidente del coordinamento degli Omceo regionali, “soluzioni palliative che FROMCeO FVG respinge, ribadendo che resta al medico, e solo a questa figura, la competenza dell’assistenza primaria. L’unico vero filtro per i codici bianchi”.

28 GIU - Tra sabato 21 a domenica 22 giugno, in un’area vasta come quella dell’ambito territoriale di Pordenone, che conta 60.000 abitanti, nella notte a cavallo, non è stato possibile garantire il servizio di continuità assistenziale stante la carenza nel reperimento di medici da adibire a tale compito. Ciò vuol dire che quella notte, chi aveva bisogno di un medico anche per un lieve malore non ha potuto confrontarsi con un medico, ma ha dovuto rivolgersi direttamente al 118 oppure recarsi nel pronto soccorso più vicino.

“Quanto accaduto - dice presidente FROMCeO FVG, Guido Lucchini - rappresenta il risultato di una programmazione discutibile negli anni trascorsi, se non francamente inadeguata, che allo stato attuale provoca grosse difficoltà nel garantire al cittadino l’assistenza definita non a caso “primaria. Altre soluzioni “tampone” che sono state avanzate in questi giorni, con altre figure non mediche, per ovviare alla carenza del medico assistenza primaria, restano soluzioni palliative che FROMCeO FVG respinge, ribadendo che resta al medico, e solo a questa figura, la competenza dell’assistenza primaria alla luce di 3 attività non delegabili”.

“La diagnosi, la terapia e l’acquisizione del consenso – continua  Lucchini -  restano in carico al medico, attività fra l’altro che trova chiara e indiscussa collocazione nel Codice di Deontologia Medica.  Nel caso di specie non si tratta di colmare dei vuoti con figure alternative, ma il medico deve essere rimpiazzato con altro medico idoneo, in toto, alla mansione da svolgere”.

Per il coordinamento che riunisce i quattro Ordini provinciali dei medici del FVG, continuare ad avere una visione sul task-shifting, figlia di una errata programmazione e fondata sulla logica di risparmio, che si protrae ormai da anni, rappresenta un rischio elevato di avere una sanità in cui, più che alla qualità dell’assistenza erogata, si bada alla quantità per colmare i vuoti.

“Altra nostra preoccupazione resta e, non per spirito di “casta”, ma per chiarezza nei confronti del cittadino che ha diritto di sapere, momento per momento, chi è e con quale qualifica si fa carico del problema di salute. Ed il medico, nel caso di specie, è e rimane l’unico vero filtro per i codici bianchi e ciò per evitare che ci siano affollamenti nei vari pronto soccorso. Ricordiamo che una sanità efficace, non può che fondarsi sul contributo di tutte le categorie che intervengono a favore del cittadino paziente ma nei ruoli e nelle specifiche competenze”, è la dichiarazione congiunta dei quattro presidenti degli Omceo del FVG.

Endrius Salvalaggio

28 giugno 2021
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