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Maternità surrogata. La Camera approva 5 mozioni bipartisan. Lorenzin: “Soddisfatta per sintesi raggiunta tra posizioni diverse”


L'Assemblea ha approvato cinque mozioni presentate da Ncd, Fi, M5s, Si e Pd sul tema dell'utero in affitto. Soddisfatta per l'esito della votazione il ministro della Salute: "Io sono estremamente soddisfatta. Certamente, non finisce qui perché oltre la mozione dovremo andare avanti anche sul provvedimento". Respinte, invece, le mozioni presentate da Eugenia Roccella (Misto), Lorenzo Dellai (Des-Cd), Fabio Rampelli (Fdi) e Rocco Palese (Misto). IL TESTO

05 MAG - "Abbiamo trovato un accordo ed una sintesi tra diverse posizioni da Ncd al Pd. Abbiamo recepito anche pezzi del M5S. E' stato un accordo generale su un tema così importante. Io sono estremamente soddisfatta. Certamente, non finisce qui perché oltre la mozione dovremo andare avanti anche sul provvedimento". Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, commentava ieri l'approvazione di diverse mozioni in tema di utero in affitto.
 
Ma vediamo nel dettaglio il contenuto delle mozioni approvate dall'Aula.
 
L'Assemblea di Montecitorio ha approvato la nuova riformulazione della mozione a prima firma Maurizio Lupi (Ncd), sia nella premessa, su cui il Governo si è rimesso all’Aula, che nel dispositivo che impegna il Governo:
“A dare attuazione alla risoluzione approvata dal Parlamento europeo in Assemblea plenaria (2015/2229) sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo (paragrafo 115), in cui si condanna la pratica della maternità surrogata, che mina la dignità umana della donna, visto che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usate come una merce e si afferma che la pratica della maternità surrogata, che implica lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per profitti finanziari o di altro tipo, in particolare il caso delle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, sia vietato e trattato come questione di urgenza negli strumenti per i diritti umani;
ad attivarsi nelle forme e nelle sedi opportune per il pieno rispetto da parte dei Paesi che ne sono firmatari delle convezioni internazionali per la protezione dei diritti umani e del bambino e a promuovere iniziative che conducano al riconoscimento del diritto dei bambini alla loro identità personale e alla loro tutela”. 
 
Quanto alla mozione a prima firma Mara Carfagna (Fi), è stato approvato il solo primo capoverso del dispositivo che impegna il Governo:
“A richiedere, nelle opportune forme e sedi internazionali, il rispetto, da parte dei Paesi firmatari, delle convenzioni interna- zionali per la protezione dei diritti umani e del bambino”.
 
Approvata, invece, integralmente la mozione presentata a prima firma da Maria Edera Spadoni (M5s) che impegna il Governo:
“Ad assumere iniziative affinché i Paesi membri e non del Consiglio d’Europa firmino, ratifichino e rispettino la Convenzione sulla prevenzione e sulla lotta alla violenza contro le donne e contro la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), in particolare i Governi membri rumeno, ucraino e russo, prendendo in considerazione nello specifico l’articolo 47 della suddetta Convenzione;
ad intervenire nelle sedi opportune affinché, nell’ambito del più ampio dialogo sul rispetto dei diritti umani e della tutela della donna, sia favorito, con i Paesi membri e non, un confronto riguardo alla pratica della maternità surrogata, come descritta nel citato paragrafo 115 della risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 17 dicembre 2015”.
 
Respinta la premessa della mozione presentata a prima firma da Marisa Nicchi (Si), di cui è stato però approvato il dispositivo che impegna il Governo:
“Ad affermare in ogni atto e in ogni sede nazionale ed internazionale il riconoscimento del principio di responsabilità e libertà di scelta delle donne nella pro- creazione, anche attraverso iniziative per: il contrasto di ogni eventuale forma di pratica sommersa e clandestina a causa dell’impossibilità di accedere alla gesta- zione per altri/e;
a colmare il deficit informativo attraverso un osservatorio di analisi del fenomeno, in modo da programmare politiche pubbliche adeguate per le tutele giuridiche, sanitarie, sociali di tutti i soggetti coinvolti in una realtà che di fatto esiste;
a stabilire accordi bilaterali sul fronte internazionale con i Paesi che hanno introdotto e normato la gestazione per altri/e, e programmi di cooperazione allo sviluppo per i Paesi a rischio di sfruttamento delle donne a fini riproduttivi;
ad assumere iniziative per prevedere il riconoscimento anagrafico nel nostro Paese, relativamente ai soli nati in quegli Stati dove esiste una legislazione che regolamenta la gestazione per altri/e;
a rilanciare, attraverso l’investimento di risorse economiche pubbliche, l’offerta di protezione pubblica a partire dalla rete dei consultori familiari per l’accompagna- mento di tutti i soggetti coinvolti, prima e durante la gestazione ed il parto, aggiornando le prestazioni e la qualità dei servizi a sostegno della soggettività delle donne e le nuove domande di genitorialità;
a tutelare i diritti della/del minore, in particolare con la trascrizione dei loro atti di nascita formali all’estero;
ad assumere iniziative per punire ogni forma di costrizione alla procrea- zione, anche in attuazione dei principi della Convenzione di Istanbul”.

Approvata anche la mozione a prima firma Ettore Rosato (Pd) che impegna il Governo:
“a fronte del divieto della maternità surrogata, previsto dalla legge n. 40 del 2004, ad avviare un confronto sulla base del paragrafo 115 della risoluzione del Parlamento europeo (2015/2229 (INI)) sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell’Unione europea in materia, approvata in assemblea plenaria il 17 dicembre 2015, di cui in premessa;
ad attivarsi nelle forme e nelle sedi opportune, per il pieno rispetto, da parte dei Paesi che ne sono firmatari, delle convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani e del bambino e a promuovere a livello nazionale e internazionale, iniziative che conducano al riconoscimento del diritto dei bambini alla identità personale e alla loro tutela, indipendentemente dalla modalità in cui sono venuti al mondo;
ad attivarsi per completare il recepimento della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”.
 
L’Assemblea, infine, ha respinto le mozioni presentate a prima firma, rispettivamente, da Eugenia Roccella (Misto), Lorenzo Dellai (Des-Cd), Fabio Rampelli (Fdi) e Rocco Palese (Misto)
 
Giovanni Rodriquez

05 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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