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Malattie infettive. Quasi la metà è trasmessa dagli animali. Sivemp: “Investire nella prevenzione”


La sanità pubblica, animale, alimentare e del lavoro sono “interessi della collettività” e "se alcune Regioni penalizzano la prevenzione molto spesso il danno è nazionale o può avere risvolti economici nazionali ed internazionali”, avverte il sindacato dei veterinari pubblici. Il sottosegretario De Filippo: "Al lavoro per fermare le intimidazioni contro i medici veterinari".

21 OTT - Tra un terzo e la metà di tutte le malattie infettive dell’uomo hanno un’origine zoonotica, ossia trasmessa da animali. Circa il 75% delle nuove malattie che hanno colpito l’uomo negli ultimi 10 anni è stato trasmesso da animali o da prodotti di origine animale. L’allarme arriva dal 47° Congresso Nazionale del SIVEMP, Sindacato Italiano dei Veterinari di Medicina Pubblica, appena concluso a Firenze e dal quale i veterinari pubblici hanno lanciato un forte appello alla presenzione. “La prevenzione primaria, la sanità pubblica, la medicina del lavoro, l’igiene zootecnica, la sanità animale, la sicurezza alimentare – spiega Aldo Grasselli, segretario nazionale della SIVEMP -, sono interessi della collettività che, pur essendolo, non sono percepiti come diritti individuali. La loro importanza però rientra in quello che si definisce ‘interesse nazionale’ e per questo richiedono entità organizzative equivalenti ed uniformi sul territorio nazionale. Il diritto alla prevenzione primaria, alla tutela della salute, dell’igiene ambientale, della sicurezza alimentare, deve essere uniformemente garantito in tutto il territorio nazionale. Troppi sono gli esempi che denunciano che così non è. Se alcune Regioni penalizzano la prevenzione molto spesso il danno è nazionale o può avere risvolti economici nazionali ed internazionali. E fenomeni gravi e non risolti come ‘la terra dei fuochi’ testimoniano una cronica sottovalutazione della questione”.

La responsabilità di una buona sanità pubblica, di una buona tutela dei consumatori, di una buona prevenzione, secondo Grasselli, “è in parte attribuibile alla professionalità degli addetti, la gran parte delle debolezze sono di sistema, di attenzione degli amministratori, di strategia e di sostegno politico. Quanto ci può costare il progressivo smantellamento dei sistemi di sanità pubblica e un eventuale fallimento della prevenzione?” I danni, spiega il segretario della SIVEMP, “potrebbero essere di dimensioni gigantesche e di portata continentale”. Grasselli ricorda che la Human Illness Attribution stabilisce la graduatoria degli alimenti a rischio sulla base di valutazioni epidemiologiche e statistiche. I primi alimenti nella classifica di rischiosità sono le carni fresche e i derivati, i secondi sono i prodotti della pesca e della itticoltura. Seguono il latte e i prodotti lattiero caseari, uova e ovoprodotti, ultimi i prodotti di gastronomia e i vegetali. Negli USA la principale causa di malattia alimentare sono i norovirus con quasi il 70% di casi sui casi segnalati. Nella UE i maggiori responsabili di malattia alimentare restano i batteri. L’85% delle malattie è causato da soli 27 agenti, tutti microbici. Tra i primi 27 almeno 13 sono stati scoperti dopo il 1975 (1 ogni 3 anni). Nei prossimi 15 anni avremo almeno altri 10 nuovi patogeni. Tra un terzo e la metà di tutte le malattie infettive dell’uomo hanno un’origine zoonotica, ossia trasmessa da animali. Circa il 75% delle nuove malattie che hanno colpito l’uomo negli ultimi 10 anni è stato trasmesso da animali o da prodotti di origine animale. “Se qualcuno intende sminuire la funzione dei medici veterinari di sanità pubblica deve essere capace di confutare questi dati”, afferma Grasselli.

La SIVEMP sottolinea inoltre come la funzione veterinaria pubblica sia “interpretata diversamente dagli stati membri della UE. I livelli decisionali della Commissione e del Consiglio dell’UE stanno rideterminando i controlli delle autorità competenti sulle produzioni di alimenti di origine animale. Un lavoro intenso delle direzioni del nostro Ministero, l’altrettanto intenso impegno della nostra delegazione in Federation of Veterinarians of Europe (FVE), hanno difeso il principio della competenza esclusiva e della presenza attiva del veterinario pubblico nelle varie fasi della filiera. Ma questa posizione, ancorché sia da noi ben circostanziata, in Europa è minoritaria. A questo proposito - chiarisce Grasselli - dovremo intenderci con le Regioni, che rivendicano un’autonomia organizzativa sui dipartimenti di Prevenzione e rigettano qualsiasi normazione uniforme proveniente da leggi nazionali, ma subiscono passivamente i regolamenti europei che operano una ben più invasiva definizione funzionale, dopo aver subito le politiche economiche dell’UE che li ha lasciati a dissipare, nel limbo federalista, il poco rimasto. Dovremo intenderci con i nostri stakeholder del settore agro-zootecnico-alimentare che vogliono valide  garanzie per le loro importazioni di materie prime di origine animale, derrate che sono certificate da servizi di paesi membri molto meno “veterinari” del nostro e molto più propensi a favorire l’esportazione, mentre ai nostri operatori del settore alimentare interessa trasformare materie prime sicure per non avere incidenti nei loro prodotti finali. Dovremo infine intenderci con i consumatori per stabilire se il popolo italiano è ancora sovrano sulla sua salute o se, coniugando filosofie nord europee e esigenze di risparmio sulla sanità nazionale, possa inconsciamente lasciar smantellare il servizio veterinario nazionale”.

“Forse – conclude Grasselli - è necessario preannunciare che in tal caso i nostri consumatori potranno essere esposti a rischi maggiori e i nostri imprenditori, che sono trasformatori di materie prime straniere importate, saranno molto più soli nella difesa del ‘food made in Italy’. In questi mesi sta continuando il negoziato per definire un nuovo “Trattato di libero scambio tra USA e UE”. Di cosa si tratti e dei contenuti degli accordi di avvicinamento nemmeno è dato sapere. Gli stessi parlamentari europei sono all’oscuro dei contenuti delle previsioni di intesa. E’ una pagina estremamente delicata, importante per proteggere i mercati USA e UE dalla competizione di Cina, India, Brasile e altri paesi emergenti, ma è anche un banco di prova per la deregulation a favore di forme di controllo e vincoli meno stringenti”.

Ad assicurare l’attenzione del ministero della Salute su queste tematiche è stato il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo attraverso un messaggio inviato al Congresso SIVEMP nel quale si sottolineava come “la Sanità Pubblica Veterinaria, nelle sue varie articolazioni e competenze, rappresenta il fondamentale strumento operativo per assicurare al Paese quell’insieme di attività e servizi necessari a garantire la sicurezza sanitaria degli allevamenti e dei prodotti da essi derivati, con il fine ultimo di contribuire a garantire la salute del cittadino. Con le vostre attività quotidiane – dichiarava De Filippo nel messaggio rivolto all’assemblea dei veterinari pubblici -, siete alla base delle azioni che consentono di prevenire le emergenze, ed eventualmente contenerle, che si possono presentare e che possono coinvolgere il consumatore e il sistema delle produzioni. E’ certo che, nonostante la crisi, la nostra Sanità Pubblica Veterinaria è capace di fare ‘buona sanità’, è quindi anche in grado di contribuire al successo economico delle imprese agro-alimentari nazionali le quali, con la loro capacità di trasformare materie prime in prodotti di alto pregio qualitativo da collocare anche sul mercato di altri Paesi, possono assicurare alti livelli di sicurezza delle filiere produttive e diventano non solo elemento determinante per la sicurezza dei propri consumatori, ma anche per lo sviluppo economico”.

De Filippo ha quindi sottolineato come il “forte interesse” del Ministero della Salute nei confronti degli operatori di sanità pubblica veterinaria sia testimoniato anche “dal lavoro svolto con l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori e sull’attività di Medicina veterinaria Pubblica” e a proposito ha annunciato la volontà di “portare avanti proposte concrete per poter garantire misure di sicurezza a tutti i medici veterinari che sono stati oggetto di intimidazioni, minacce e violenze”, fenomeno grave e più volte denunciato dalla SIVEMP, che da tempo chiede misure urgenti per contrastarlo. Il sottosegretario ha quindi dichiarato l’intenzione di convocare l'Osservatorio "in tempi brevi rilanciando le attività pianificate”.

21 ottobre 2014
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