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I medici in balia delle “responsabilità illimitate” 

di Fabio Florianello

L’indefinito perdurare nel tempo  delle responsabilità, dovuto ad un abnorme periodo di prescrizione e a prolungamenti  artificiosi  consentiti da una normativa che non ha eguali nel panorama internazionale determina una situazione davvero kafkiana. Non adeguatamente considerata nel dibattito in corso

10 SET - Responsabilità illimitate. E’ questo il termine che possiamo coniare per indicare le responsabilità dei Medici che non hanno praticamente limiti temporali di perseguibilità. Per di più  lasciate  al far west dei contenziosi tra utenti e sanitari, tra  procedimenti civili e penali, tra  risarcimenti e rivalse, tra responsabilità contrattuali ed extracontrattuali. Ma soprattutto in balìa dell’indefinito perdurare nel tempo  delle responsabilità,  dovuto ad un abnorme periodo di prescrizione e a prolungamenti  artificiosi  consentiti da una normativa che non ha eguali nel panorama internazionale a determinare una situazione  davvero  kafkiana. Aspetto  non adeguatamente considerato nel dibattito in corso.
 
I termini della questione sono ben noti.   Per responsabilità si intende  la  risposta delle proprie azioni e dei propri comportamenti per i quali si deve  rendere  ragione e subirne le eventuali conseguenze. In pratica la risposta personale  all’esecuzione di compiti, di  mansioni  e del loro andamento.
In campo sanitario  rappresenta il “carattere o la situazione di chi  è chiamato a rispondere in prima persona di un fatto o di un atto compiuto nell’esercizio delle proprie funzioni con piena autonomia decisionale. Da ciò discende  l’obbligo di  esercitare la propria attività professionale  con prudenza, perizia, diligenza” (Wikipedia). 
 
Altrettanto nota è la  peculiarità della prestazione sanitaria in cui  è insita la possibilità di  effetti collaterali e complicanze che possono verificarsi anche a distanza di tempo in  modo imprevedibile ed imprevenibile,  senza che il personale sanitario ne sia in qualche modo responsabile. E’ una delle parti contenute nel consenso informato che oltre a fornire informazioni  all’utente circa l’indicazione alla prestazione, alla sua necessità, al beneficio che ne potrà ricavare elenca anche gli  eventi avversi e complicanze che possono insorgere in modo del tutto indipendente dalla correttezza della prestazione,  anche a distanza di qualche settimana o mese. Come si è detto  in modo  imprevedibile ed imprevenibile.  Ma la distanza di tempo  non può essere illimitata.
 
Senza voler entrare in disquisizioni  di carattere giuridico è tuttavia necessario puntualizzare i limiti cronologici delle responsabilità, vale a dire alla durata  nel tempo delle responsabilità  per la prestazione eseguita. In altre parole per quanto tempo dura la responsabilità professionale?
 
Prendiamo il solito comandante di un aereo, di una nave, il macchinista di un treno o l’autista di un autobus: la responsabilità nei confronti dei passeggeri è limitata alla  durata del percorso o agli eventi verificatisi  durante il percorso.  La   responsabilità termina praticamente nel momento in cui è terminato il percorso e a nessuno verrebbe in mente di chiedere il riconoscimento di un danno o  un risarcimento a distanza di un decennio.
 
In altre professioni invece gli effetti della responsabilità perdurano nel tempo. Pensiamo al progettista e al  costruttore di un palazzo, di un ponte, di una strada  che di fronte ad un crollo della struttura si trovano a dover rispondere di attività eseguite anni ed anni addietro. Casi fortunatamente  circoscritti e rari. 
 
Per il  medico  è invece la regola.  La  responsabilità legata ad ogni prestazione praticamente non si esaurisce mai.  E dunque possiamo davvero parlare  di “responsabilità illimitata”  perché gli  effetti perdurano nel tempo, tanto che anche con il passaggio alla pensione si è costretti al mantenimento  di una copertura assicurativa,  cosiddetta postuma,  anche in assenza totale di attività medica.  Non basta,  perché anche gli eredi del medico defunto possono essere chiamati in causa sulla responsabilità del congiunto.
Questi ultimi aspetti sono  emblematici  della totale confusione in cui versa la nostra legislazione  e l’urgenza   di apportare finalmente una regolamentazione da anni sempre e soltanto  in discussione.
 
Alla Camera è stato presentato  il testo  “Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario”, frutto della unificazione di una serie di proposte di legge,  che entrerà  in discussione  (speriamo!)  a partire dal mese di settembre e di  cui il Ministro ha  promesso una rapida approvazione. Ma che purtroppo non entrerà nella Legge di Stabilità, modalità che poteva garantire un rapido cammino e che dimostra come si è ancora lontani dall’aver compreso quanto tale situazione determini un danno grave non solo al professionista, ma anche al cittadino ed alla comunità sociale.  Medicina difensiva in primis !
 
In ogni caso c’è da augurarsi che la promessa trovi finalmente una realizzazione per porre fine ad una non più tollerabile situazione che grava sui medici,   unici ad avere  nel panorama professionale,   un onere aggiunto che non ha confronti.   Appunto  le responsabilità illimitate.
 
Fabio Florianello
Presidente Consiglio Nazionale Anaao Assomed

10 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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