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Dai tagli all'appropriatezza. I medici dicono “basta”. Fnomceo conferma gli Stati generali il 21 ottobre e a “novembre grande manifestazione”


La Federazione dei medici e degli odontoiatri rompe gli indugi e annuncia ufficialmente gli Stati generali della professione. “I Medici devono lavorare in autonomia, libertà e responsabilità”. E sul decreto appropriatezza: “Non si può applicare umiliando i professionisti”

05 OTT - La mobilitazione dei medici prosegue e oggi con una nota ufficiale la Fnomceo ha annunciato per il prossimo 21 ottobre la convocazione degli Stati generali della professione medica e odontoiatrica cui seguirà una manifestazione in novembre. “La convocazione degli Stati Generali della Professione medica ed odontoiatrica a Roma il 21 ottobre intende dare vita ad una piattaforma professionale che nel rilancio del SSN veda lo strumento per restituire, ai medici, il ruolo dovuto alla lunghezza del percorso formativo ed alla centralità del lavoro che svolgono e, ai cittadini, una esigibilità piena del diritto costituzionale. In preparazione di una grande manifestazione nazionale da tenere in novembre, aperta a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del SSN”.
 
Per Fnomceo i problemi della professione sono plurimi. A partire dal decreto appropriatezza. La Federazione ritiene, “non da ora, che la ‘appropriatezza’  investa il moderno esercizio professionale medico ed odontoiatrico ed in generale sanitario, trovando grande spazio nel codice di deontologia medica. Il suo perseguimento, però, non si ottiene per legge paventando punizioni per chi non lo applica ma valorizzando - e non umiliando - i professionisti”.
 
“I Medici – scrive la Federazione -  devono lavorare in autonomia, libertà e responsabilità, se si vuole tutelare il diritto costituzionale alla salute dei pazienti, perseguire il miglioramento delle cure e porre in equilibrio questi valori con una più efficiente allocazione delle risorse.  Obiettivi, questi, importanti in tutti i sistemi sanitari, compreso il nostro che, dopo avere registrato un aumento della spesa fino al 2012, ha imboccato negli anni della crisi la strada della discesa del finanziamento fino al congelamento sostanziale degli ultimi cinque anni.  L’Italia è il paese dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)  dove la tutela della salute assorbe la minore spesa globale, sia pro capite che in relazione al PIL, associata a risultati in diversi aspetti  migliori, un paradosso di cui dovremmo essere orgogliosi, ottenuto grazie a professionisti della salute prima che dell’economia. Rimane però l’evidenza di una aumento della spesa "out of pocket" che ci segnala , e ci dovrebbe allarmare, la difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche, a causa di quella riduzione delle prestazioni che constatiamo nell'esercizio professionale quotidiano”.
 
“È questa la sanità che si vuole per questo paese?”, si chiede la Fnomceo. “La mobilitazione generale della professione medica ed odontoiatrica,  indetta con l’adesione di tutti i medici appartenenti alle associazioni sindacali e alle maggiori società scientifiche ed associazioni, nasce dalla consapevolezza che la presenza di nodi irrisolti legislativi, contrattuali, organizzativi e di ruolo professionale crea disagio e malessere crescente nella categoria fino a metterne in crisi la identità”. 
 
Per i medici in questo senso “il futuro del SSN non dipende solo dal finanziamento, ma da modelli di governance innovativi e ritrovati equilibri istituzionali capaci di superare l’attuale impianto regionalista. Ma soprattutto dal ruolo e dalle correlate responsabilità da assegnare ai Medici, dal valore che si attribuisce al lavoro dei professionisti, dal recupero di politiche nazionali che garantiscano una omogenea esigibilità del diritto alla salute in tutto il paese”.
 
“I medici italiani – prosegue la nota - , a fronte di un grande spirito collaborativo, sono stati ripagati con limitazione delle  competenze, impoverimento numerico e retributivo,  espulsione dai processi decisionali, sette anni di blocco del contratto di lavoro e delle convenzioni, blocco del turnover, disoccupazione, precarietà ed emigrazione dei giovani colleghi, turni massacranti, intollerabile confusione e assenza di programmazione coerente nell'accesso alla formazione pre e post laurea, decretazioni che fissano cervellotici obblighi burocratici che aumentano il carico di lavoro a danno dello spazio clinico, mancanza di attenzione al problema della responsabilità professionale, mancata adozione del DPR sui requisiti minimi delle assicurazioni e del fondo di garanzia. Eppure hanno tenuto in piedi la sanità pubblica in tempi avari di risorse e gratificazioni. Non possiamo a questo punto che dire ‘basta’”.
 
Per i medici “occorre un sostanziale cambio di paradigma culturale, politico e organizzativo che, a garanzia di un servizio sanitario universalistico, equo, efficace e solidale, definisca un nuovo Patto con la Professione Medica in una nuova cornice giuridica, amministrativa, civile e sociale, attraverso il reclutamento di tutti i medici all’obiettivo di invertire le curve di caduta della qualità e del consenso sociale e della contestuale crescita dei costi.  Un Patto per il quale dichiariamo da subito la nostra disponibilità  consapevole e responsabile, rivendicando il ruolo dovuto a chi esercita una duplice posizione di garanzia verso lo stato e verso i cittadini”.

05 ottobre 2015
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