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Ricerca sanitaria e precari/1. Anaao: “Molte luci ma anche ombre nella proposta Lorenzin”

di Eleonora Albanese (Anaao-Assomed)

Primo incontro ieri tra Ministero e Sindacati per tentare di sciogliere il nodo del personale precario della ricerca sanitaria. Sul tavolo la proposta Lorenzin basata su uno schema di carriera piramidale per i ricercatori con contratti fino a 15 anni.

10 MAG - Si è svolto a Roma, presso il Ministero della Salute, il primo storico incontro tra Sindacati della Dirigenza Medica e Sanitaria e del Comparto sul tema del personale precario della ricerca sanitaria presente prevalentemente negli IRCCS e negli IZS. Un fenomeno tutto italiano che, per la sua oggettiva drammaticità, ha richiesto un intervento del Ministro della Salute che lo ha annunciato agli Stati Generali della Ricerca in Sanità organizzati dal Ministero della Salute il 27 e 28 aprile u.s., cui ha fatto seguito la prima convocazione sul tema.
 
L’Anaao Assomed ha evidenziato subito la peculiarità tutta italiana costituita da un comparto della ricerca sanitaria, posizionato in modo eccellente a livello internazionale, caratterizzato da una prevalenza assoluta di ricercatori precari, con i rapporti di lavoro più disparati, ma tutti atipici, privi di ogni fondamentale tutela:  giovani laureati, reclutati con rapporti a contenuto economico spesso irrisorio, utilizzati senza limiti di orario, spesso per tempi superiori ai quindici anni.
 
E’ singolare che proprio i quindici anni siano stati scelti dal Ministero per prospettare il vertice della “piramide” dei ricercatori presentato ai sindacati, nell’incontro preliminare del 9 maggio. La proposta del Ministero, infatti, si basa su uno schema di carriera piramidale, a partire da una fase iniziale di selezione e reclutamento concorsuale per accedere poi ad un contratto di lavoro a lungo termine, 10 aa più un possibile rinnovo di 5aa, a step definiti e con valutazioni periodiche dei risultati della ricerca, con la possibilità finale, dopo un massimo di 15 anni, di rimanere nel settore della ricerca o di entrare nell'organico del SSN.
 
Se da una parte è emersa la volontà di prefigurare una soluzione attraverso una regolamentazione che risolva il problema del precariato, dall'altra sono affiorate numerose criticità;
 
Queste le principali problematiche evidenziate dall’Anaao:
 
- l'eccessiva durata dei contratti: secondo la proposta si verrebbe a creare un percorso in cui si rischia di legittimare 15 aa di precariato senza neanche la certezza di poter essere inseriti, alla fine dell'iter, o nella ricerca o nell'assistenza.
 
- Chiarire la tipologia di contratto proposta, fermo restando la necessità di superare la tipologia dei COCOCO et al., delineandosi una forma di contratto a tempo determinato atipica, esclusiva per i ricercatori del settore sanitario, collocata però nell’ambito della contrattualistica sanitaria.
 
- Definire con chiarezza il regime transitorio con riferimento alle modalità che possano consentire agli attuali precari della ricerca, con anzianità medie certamente superiori a dieci anni, di collocarsi nella nuova “piramide” proposta dal Ministero.
 
- Disporre di una stima reale del precariato negli istituti di ricerca; i dati relativi al precariato su scala nazionale risalgono al 2013, restando perciò opportuno fare un nuovo censimento per una corretta rilevazione quantitativa e qualitativa del personale in servizio e per permettere un confronto tra le diverse realtà delle singole Regioni.
 
- Definire chiaramente il quadro delle risorse se effettivamente in grado, come affermato dai Dirigenti del Ministero, di coprire l’intera differenza attuale tra trattamento retributivo dei precari complessivamente in servizio, ed entità del nuovo trattamento contrattuale definito.
 
- Definire oltre ogni ragionevole dubbio l’afferenza di questi ricercatori inquadrati con il contratto “speciale” per laureati magistrali che nel SSN sono inquadrati solo nella dirigenza, al contratto di lavoro dell’area della dirigenza da poco oggetto dell’accordo intercompartimentale per comparti ed aree.
 
Si è comunque registrata una ampia disponibilità del Ministero a tenere aperto un confronto con le O.O.S.S., con le Regioni e con gli stessi Istituti di ricerca, per definire uno scenario che possa determinare un rilancio reale del settore della ricerca italiana in ambito internazionale, in un contesto che possa sostituire quello attuale di prevalente incertezza operativa e produttiva, con un ambito fondato su risorse certe umane, economiche e scientifiche nel senso più ampio.
 
Eleonora Albanese 
Esecutivo Nazionale Anaao Assomed

10 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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