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Esperienze Digitali. Al Policlinico Umberto I ottimizzazione del percorso del paziente aritmico

Le aritmie costituiscono una delle principali cause di accesso in PS e la fibrillazione atriale (FA) costituisce la più frequente. Presso il DEA Policlinico Umberto I, vengono effettuati, solo in area medica, in media 25.000 accessi/anno di cui il 2% per FA (dati 2018). Nell'esperienza digitale raccontata, l'iter che ha consentito maggiore appropriatezza negli accessi e miglior controllo dei pazienti.

14 DIC - Nel contesto della gestione della Fibrillazione Atriale presso il DEA del Policlinico Umberto I, diversi erano i problemi nella gestione del paziente con aritmia come diagnosi primaria. In particolare l’assenza di filtro territoriale e la eccessiva disponibilità dei PS consentivano l’ingresso di aritmie non urgenti. D’altronde nel 2017 non esistevano linee guida condivise, né erano sempre presenti figure specializzate, per cui la gestione del paziente aritmico avveniva senza SCORE di priorità, in modo operatore dipendente, finendo col generare ricoveri impropri in attesa dell’impostazione di una corretta terapia, con evidenti risvolti in termini di costi.

Contesto e obiettivo
Nel 2018 il Policlinico ha avviato un progetto volto a superare i problemi presenti in ottica di appropriatezza organizzativa e di ottimizzazione dei flussi, al fine di garantire la:
Risorse impiegate ed attivitàIl progetto ha seguito la metodologia del Lean Healthcare Management, volta alla ottimizzazione dei percorsi ed alla massimizzazione del valore erogato al paziente, assicurando contemporaneamente cost saving di risorse “estese”, aumento di capacità produttiva e miglioramento della presa in carico del paziente e dell’outcome.
Il progetto ha visto la reingegnerizzazione del percorso mediante la creazione di un ambulatorio aritmologico “Open Access” presso il Centro di Elettrofisiologia e Stimolazione Cardiaca (CESC), funzionale a:

Il potenziamento del monitoraggio remoto dei dispositivi cardiaci impiantabili (Pacemaker, Defibrillatori, Loop Recorder) ha permesso di ridurre al minimo gli accessi inappropriati in PS e garantire la gestione domiciliare o ambulatoriale. Durante il COVID, per garantire continuità di assistenza ai pazienti con CIED, si è proceduto al potenziamento del monitoraggio da remoto attraverso la consegna di modem in presenza e soprattutto l’invio a domicilio, per la trasmissione dei dati dal dispositivo direttamente da casa o presso gli ambulatori del CESC a tutti coloro dotati di un dispositivo compatibile e non ancora seguiti in remoto. Sulla base dei dati di monitoraggio si procede a consulto telefonico o a televisita per poi effettuare variazioni alla terapia ed eventualmente dare indicazione per un ricovero.

Risultati e next step
Il progetto ha visto registrare risultati in termini multidimensionali:
Il monitoraggio da remoto e la televisita si configurano come strumenti imprenscindibili per affrontare i numeri crescenti di pazienti con CIED potendo da un lato contrastare in tempi brevi un allarme segnalato, dall’altro ridurre la frequenza delle visite ambulatoriali riservandole alle situazioni non altrimenti gestibili.

Carlo Lavalle Responsabile del Progetto

14 dicembre 2022
© Riproduzione riservata

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