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Per la chiusura dei reparti Covid i Pronto soccorso sono in sofferenza. Dall’Ospedale Vannini un grido d’allarme: “Emergenza nell’emergenza” 

Al Vannini delle Figlie di San Camillo, uno dei pochi a Roma che ha l’accesso al Ps direttamente su strada, gli accessi si sono moltiplicati e di conseguenza il personale sanitario si fa in quattro per affrontare sia le emergenze che i ricoveri per Covid. “Abbiamo dovuto rinunciare a 5 posti letto e 14 posti in barella in modo da tenerli sempre pronti per i pazienti affetti da Covid, senza contare le risorse umane dedicate…”.

03 MAR - All’Ospedale “Vannini” delle Figlie di San Camillo a Tor Pignattara, DEA di 1° livello, uno dei pochi a Roma che ha l’accesso al Pronto Soccorso direttamente su strada, gli accessi si sono moltiplicati e di conseguenza il personale sanitario si fa in quattro per affrontare sia le emergenze che i ricoveri per Covid.
“Abbiamo dovuto rinunciare a 5 posti letto e 14 posti in barella in modo da tenerli sempre pronti per i pazienti affetti da Covid, senza contare le risorse umane dedicate” spiega Fabrizio Farina, Primario di Pronto Soccorso del Vannini, sintetizzando “l’emergenza nell’emergenza”.

“Si tratta per noi di un grosso sforzo. Il nostro Pronto Soccorso registra in media 100 accessi al giorno, - continua Farina – mentre in realtà, ad esempio ieri, su 105 accessi, solo 4 erano affetti da Covid. Bisogna però considerare che un paziente Covid resta in Pronto Soccorso anche 20 giorni per la difficoltà a dimetterlo, dato che le famiglie spesso non sono in grado di seguirlo e le cure domiciliari scarseggiano. Di fatto questa situazione crea difficoltà anche di ordine economico, è un impegno aggiuntivo di risorse, sia in termini di personale che di acquisti per dispositivi e farmaci. Per gli Ospedali accreditati come il nostro si tratta quindi anche di affrontare un notevole esborso finanziario”.

Un altro elemento negativo, quindi, per i reparti di Emergenza Urgenza che si aggiunge alle criticità in cui versano tutti i Pronto Soccorso, che sono e restano comunque il biglietto da visita di ogni Ospedale. La sicurezza (l’Ospedale Vannini ha dovuto rafforzare la vigilanza notturna), la carenza di personale specializzato. Anche trovare medici neolaureati è diventato un problema, sono pochi gli studenti che scelgono la medicina d’urgenza, perché è una specializzazione molto impegnativa e non prevede incentivi.

“Eppure – conclude il primario, con vent’anni di esperienza alle spalle - è il lavoro più bello del mondo, se sei bravo, davvero puoi salvare delle vite”.

03 marzo 2023
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