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Lazio. Farmacie, su assegnazione nuove sedi “numerose minacce a dirigenti e funzionari regionali”

Il presidente Zingaretti interviene in Consiglio sul coinvolgimento dell’Antimafia nelle procedure di assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche previste dal concorso straordinario: “A settembre informerò sullo stato delle cose”. Ieri erano stati auditi il responsabile della direzione regionale Salute e politiche sociali, Vincenzo Panella, e il segretario generale della Giunta regionale, Andrea Tardiola, che hanno riferito delle minacce.

04 AGO - “Le autorità investigative stanno svolgendo verifiche e in prefettura c'è un tavolo a settembre informerò sullo stato delle cose”. Ad annunciarlo è stato oggi in Consiglio Regionale il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, chiamato a riferire sul coinvolgimento dell’Antimafia, su richiesta della Regione, nel procedimento di assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche previste dal concorso straordinario.

Le parole di Zingaretti arriva all’indomani degli interventi che il responsabile della direzione regionale Salute e politiche sociali, Vincenzo Panella, e il segretario generale della Giunta regionale, Andrea Tardiola, hanno tenuto ieri pomeriggio in commissione Politiche sociali e salute del Consiglio per rispondere dei ritardi nell’assegnazione.

Tardiola, secondo quanto riferisce una nota di fine seduta della commissione, ha quindi precisato che “solo il 23 maggio scorso la Regione è diventata parte attiva nella procedura nazionale avviata nel 2012 per potenziare il servizio farmaceutico con oltre tremila sedi in tutta Italia, di cui 274 nel Lazio. Solo in quella data, infatti, ha precisato il segretario generale, il Ministero della Salute ha concluso la procedura concorsuale e da allora la Regione ha avviato l'iter di propria competenza per le assegnazioni. Iter che però ha subito rallentamenti per il gran numero di ricorsi presentati sulle assegnazioni provvisorie".
 
Per questo, ha spiegato Vincenzo Panella, “si era deciso di procedere ad assegnazioni con riserva per le prime 64 sedi”. Sulla vicenda, però, riferisce la commissione in una nota di sintesi diffusa a margine della seduta, “la Regione ha coinvolto la Direzione investigativa antimafia (Dia), a causa di numerose minacce anonime che sarebbero pervenute a dirigenti e funzionari regionali”.
 
Tardiola ha inoltre ricordato notizie di stampa relative alle indagini della Procura di Milano su presunte infiltrazioni criminali in analoga procedura in Lombardia. Da qui, ha spiegato, la decisione di ricorrere a ulteriori verifiche con lo strumento della comunicazione antimafia.

04 agosto 2016
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