Caso San Camillo. Cimo Lazio: “E l'assunzione di medici per le prestazioni essenziali?”
Il segretario vicario Cimo Lazio, Renato Andrich, chiede al Dg del San Camillo “altrettanta solerzia nell’assicurare l’assunzione di personale medico nei servizi da cui dipende la vita dei cittadini del Lazio”. E attacca: “La carenza di medici viola il diritto dei cittadini a prestazioni essenziali, mentre il diritto delle donne ad abortire è sempre stato rispettato, pur se ricorrendo a contratti di lavoro atipici”.
24 FEB - “Serve coerenza, il Direttore Generale del San Camillo di Roma faccia chiarezza: il diritto delle donne di interrompere la gravidanza è forse più urgente delle altre prestazioni mediche essenziali?”. A chiederlo è il Segretario Regionale Vicario Cimo Lazio,
Renato Andrich, commentando la decisione di bandire
un concorso per ginecologi non obiettori di coscienza nell’Ospedale romano.
Per Andrich “il diritto delle donne ad abortire, sancito dalla legge 194, è sempre stato rispettato, pur se ricorrendo a contratti di lavoro atipici, mentre ogni giorno al San Camillo, così come negli altri Ospedali del Lazio, viene violato il diritto dei cittadini ad avere in tempi utili esami diagnostici o interventi terapeutici essenziali, a causa delle drammatiche carenze di personale medico”.
“Che non si facciano due pesi e due misure”, conclude Andrich, che chiede “altrettanta solerzia nell’assicurare l’assunzione di personale medico nei servizi da cui dipende la vita dei cittadini del Lazio”.
24 febbraio 2017
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