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Riforma Lombardia. Un ruolo importante del farmacista nell’assistenza territoriale

La Regione si dota di un modello nel quale le strutture preesistenti e quelle di nuova introduzione  vengono messe a sistema. E tra le strutture e le reti nel nuovo assetto hanno un ruolo di primo piano la rete delle farmacie di comunità e il modello della farmacia dei servizi. Mandelli: "Abbiamo sempre sostenuto che l’Italia poteva già contare su una rete di prossimità: quella dei farmacisti e delle farmacie di comunità, ed è quanto ci viene oggi riconosciuto nella riforma attuata dalla Lombardia,

13 DIC - Cambia volto l’assistenza territoriale in Lombardia. Con la riforma della Legge 33/2009 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità) la Regione si dota di un modello nel quale le strutture preesistenti e quelle di nuova introduzione, come le case di comunità previste dalla Missione 5 del Pnrr, vengono messe a sistema. E tra le strutture e le reti nel nuovo assetto hanno un ruolo di primo piano la rete delle farmacie di comunità e il modello della farmacia dei servizi.
 
E’ il frutto dei lavoro della Federazione degli Ordini dei Farmacisti della Lombardia, che in questi mesi di discussione ed elaborazione ha presentato una serie di emendamenti al testo base volti a valorizzare questa rete e, anche sulla base della prova offerta dai farmacisti, nel territorio come nell’ospedale, durante l’emergenza pandemica, quando hanno supportato, e a volte vicariato, le strutture del Servizio sanitario nazionale.
 
“Abbiamo avuto un’interlocuzione costante con la Commissione Sanità, con cui si è instaurato da subito un clima di grande collaborazione” dice Davide Petrosillo, segretario della Federazione. “E le proposte che abbiamo presentato in quella sede hanno riscosso l’apprezzamento di un ampio arco di forze politiche presenti nell’Assemblea regionale”. Una collaborazione che viene sottolineata da Francesco Rastrelli, presidente dell’Ordine di Brescia e delegato regionale della Fofi per la Lombardia: “Abbiamo potuto constatare un grande interesse per la nostra visione dell’assistenza territoriale, e questa sintonia è una base importante per l’implementazione del ruolo del farmacista nella sanità lombarda anche in ottica futura”.

Le farmacie, dunque, saranno parte integrante della rete di prossimità, sia come punto di accesso al sistema sia come erogatore di prestazioni e di attore della prevenzione, il tutto in coordinamento con le ASST, le unità di complesse di cure primarie, le case di comunità. L’obiettivo di realizzare la presa in carico sul territorio del paziente, anche attraverso la specialistica ambulatoriale, si realizzerà dunque con l’apporto dei farmacisti. E dalla “lezione” della pandemia nasce anche un'altra innovazione, l’ingresso a pieno titolo dei farmacisti e delle farmacie tra gli attori delle campagne vaccinali in sinergia con i medici di medicina generale. Ma dei farmacisti, dell’ospedale e del territorio, nel testo finale si fa esplicita menzione anche nell’importante capitolo della valorizzazione delle professioni sanitarie.

In un modello che si fonda sulla presa in carico del paziente, sulla sinergia tra strutture e professioni, sulla medicina di iniziativa e sulla prevenzione, farmacisti e farmacie svolgeranno dunque, una funzione importante, grazie al loro profilo di presidi polifunzionali con una distribuzione capillare su tutto il territorio, comprese le aree svantaggiate dal punto di vista geografico.
 
“Abbiamo sempre sostenuto che l’Italia poteva già contare su una rete di prossimità: quella dei farmacisti e delle farmacie di comunità, ed è quanto ci viene oggi riconosciuto nella riforma attuata dalla Lombardia, che si conferma così alla testa dell’innovazione in sanità” dice il presidente della Federazione lombarda e della Federazione nazionale degli Ordini dei Farmacisti, Andrea Mandelli. “Negli anni, a partire dalla Legge 69/2009 sulla farmacia dei servizi, abbiamo costruito una nuovo modello di farmacia, capace di erogare prestazioni sanitarie e servizi cognitivi come il supporto all’aderenza terapeutica. Un presidio che può svolgere un ruolo importante sia nell’assistenza del singolo paziente sia nella realizzazione degli obiettivi di salute pubblica come le campagne vaccinali e gli screening di massa. E questo risultato lo dobbiamo all’impegno che tutti i colleghi hanno dimostrato anche e soprattutto nella drammatica emergenza che speriamo di poterci lasciare alle spalle”.  

13 dicembre 2021
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