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La pediatria del futuro. Simpef: “Integrazione e interrelazione i punti di partenza. Ma non sarà facile”

Il tema è stato al centro di un convegno organizzato dal sindacato che si è tenuto a Milano. Fra gli interventi anche quello dell'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, che ha assicurato "l'attenzione del suo assessorato al mondo della pediatria".  Per il presidente di Simpef Missaglia si tratta di "un punto di partenza, le premesse di un percorso di integrazione ed interrelazione che appare lungo e faticoso ma non irrealizzabile".

20 SET - La pediatria del futuro, tra cooperazione istituzionale e più moderne e appropriate buone prassi. In trecento (tra medici e operatori di settore) hanno affollato la sede della conferenza tenutasi in Piazza Città di Lombardia dove il Sindacato dei Medici Pediatri di Famiglia ha riunito i tanti attori coinvolti nella presa in carico e cura dei piccoli pazienti. Ha voluto esserci anche l’assessore al Welfare di Regione Lombardia  Giulio Gallera, che ha assicurato l’attenzione del suo assessorato alla tematica del congresso e in generale la vicinanza al mondo della pediatria "così importante per la miglior crescita dei nostri bambini che rappresentano il nostro futuro sul quale investire" ha dichiarato.
 
"Si è trattato di un convegno il cui scopo è stato quello di cominciare a far conoscere tutte le componenti istituzionali, professionali e affettive che ruotano attorno al mondo della pediatria e che si impegnano nel perseguire la conservazione della salute oltre che il recupero qualora questa venga ad affievolirsi a motivo di patologie intercorrenti ovvero cronicizzate" ha detto il presidente di Simpef Rinaldo Missaglia. "Siamo soddisfatti del risultato ottenuto - ha ammesso - anche se quelle poste oggi sono solo le premesse di un percorso di integrazione ed interrelazione che appare lungo e faticoso ma non irrealizzabile".
 
La pediatria del futuro. Per il Simpef la pediatria del futuro passa dall'innalzamento dell'educazione alla salute e da un forte imprinting relazionale e di stretta comunione di intenti con le famiglie e le agenzie educative (scuola – enti di aggregazione ludica- sportiva- associativa,) i servizi di igiene e prevenzione oltre che con i professionisti titolari degli altri livelli di cura. "L'erogazione “olistica” dei servizi posti in capo alla pediatria di famiglia - ricorda il presidente di Simpef Missaglia - non può che giovarsi oltre che dalla interrelazioni con le altre componenti che ruotano attorno alla salute dei bambini, anche di un supporto organizzativo all’attività dei pediatri di famiglia, che va dall’apporto di personale paramedico di supporto, all’implementazione di strumenti tecnologici per la gestione dei rapporti coi pazienti fino alla predisposizione di ulteriori strumenti di diagnosi rapida da utilizzare nell’attività  ambulatoriale quotidiana".
 
Gli interventi e i temi al centro del dibattito.  Nella prima parte del congresso sono state illustrate alcune delle buone pratiche  proposte dalle società scientifiche, in particolare le 5 codificate dall’Associazione Culturale Pediatrica. Alcuni conferenzieri hanno posto l'accento sulla difficoltà e sugli ostacoli che i professionisti incontrano nell’applicazione delle linee di indirizzo desunte dalle buone pratiche. Nel corso della tavola rotonda intitolata “Ipotesi di applicabilità del progetto e condivisione dei suggerimenti”, Roberta Brenna (Responsabile della struttura Cure primarie della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia) ha sostenuto che "l'effettiva realizzazione della continuità assistenziale, insieme alla presa in carico dei pazienti, rappresentano gli obiettivi fondamentali da perseguire ed è necessario individuare gli strumenti organizzativi adeguati in una cornice normativa che in questi ultimi anni ha introdotto elementi in tal senso. Mantenendo la centralità del rapporto di fiducia e della libera scelta del pediatra è importante poter disporre di dati clinici e prescrittivi su cui confrontarsi tra pari e condividere percorsi". Ha poi aggiunto che "le aggregazioni funzionali territoriali rappresentano uno strumento organizzativo per il confronto e la condivisone di obiettivi che pur se saranno attuate una volta sottoscritto il nuovo ACN in Lombardia sono già state preventivamente mappate".
 
Il Prof. Gianvincenzo Zuccotti – Direttore clinica pediatrica “Vittore Buzzi” - ha illustrato un’iniziativa molto valida che vedrà finalmente la luce dopo una gestazione quasi decennale: la RIMMI (Rete Interaziendale Milanese Materno Infantile), che rappresenta una modalità organizzativa atta a favorire: Equità; Qualità e sicurezza; Integrazione tra territorio e ospedale; Sviluppo di tutte le professionalità territoriali; Ma anche: Ricerca
 
Attenzione alla spesa sanitaria
Il responsabile del Dipartimento cure primarie dell’ATS  Milano città metropolitana Dr. Galdino Cassavia ha invece dichiarato che "l’ATS desidera dare supporto per migliorare la comunicazione e la formazione tra pari, mettendo a disposizione dati e informazioni, che già vengono raccolti, ma utilizzandoli per fini amministrativi. E’ inoltre impegnata a valorizzare e estendere le eccellenze che ci sono nel nostro ampio territorio".
 
La Dr.ssa Paola Mosconi del Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità ha illustrato le attività del centro  che potrebbero opportunamente sfociare in  iniziative dedicate all’età pediatrica  e ha sostenuto che “cittadini e parenti devono essere pienamente coinvolti per arrivare a scelte informate e condivise. Bisogna lavorare per fare una buona informazione, campagne informative valutandone impatti in termini di conoscenza e cambiamenti nei comportamenti e nell’uso dei servizi sanitari”.
 
Le ha fatto eco Roberto Satolli, giornalista medico direttore di ZADIG che ha ribadito come "i genitori , gli assistiti e i cittadini in genere devono perseguire la capacità di apprendere quali siano le fonti di informazione di cui fidarsi  in quanto autorevoli  e prodotte da  affidabili e competenti professionisti e di converso diffidare di notizie non validate oltre che non certificabili".
 
Toni più accesi invece quando è intervenuta una rappresentante dei genitori che ha sottolineato come ci sia ancora molto da fare nel rapporto medico-paziente, anche alla luce di una forte tendenza alla fruizione di informazione sanitaria su blog e social network che a volte minano un po' la titolarità del sapere medico.

20 settembre 2016
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