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Lotta all’antibiotico resistenza. Troppe le differenze tra Regione e Regione. In Lombardia ancora al palo programmi regionali di antimicrobial stewardship

L’Italia è così profondamente divisa da indurre l’Ecdc a bocciare le difformità del sistema. È quanto emerso dall’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzati a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Grossi: “In Lombardia mancano programmi regionali di antimicrobial stewardship”. Rimondi: “Fondamentale uniformare linee guida e procedure”. I VIDEO

07 APR - Il fenomeno dell’antibiotico resistenza, che vede il nostro Paese tra i primi tre Stati in Europa con percentuali di resistenza più elevati, dopo Grecia e Turchia, è avvertito in maniera differente tra Regione e Regione. Le differenze tra le varie realtà locali e le problematicità relative al fenomeno dell’antibiotico resistenza sono state al centro dell’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzato a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Un evento che ha visto il confronto tra istituzioni, clinici, microbiologi e manager della salute a livello regionale per individuare percorsi condivisi per lo sviluppo di modelli virtuosi.
 
“Per quanto riguarda i programmi di antimicrobial stewardship in Regione Lombardia, allo stato attuale non ci sono direttive o programmi di valenza regionali, anche se è in corso la possibilità di svilupparli in un prossimo futuro” ha sostenuto Paolo Antonio Grossi dell’Università di Insubria, ricordando che “esistono alcune iniziative locali che vengono portate avanti all’interno delle diverse strutture ospedaliere universitarie”. “Attraverso gli strumenti disponibili oggi stiamo portando avanti azioni di monitoraggio e di alert – ha spiegato –  nel mio ospedale abbiamo da anni un sistema grazie al quale attraverso strumenti analitici del laboratorio ricevo sulla mia mail gli alert relativi all’isolamento nei singoli pazienti di microrganismi sentinella. Questo consente di mettere in atto da un lato, misure terapeutiche necessarie per poter controllare l’infezione nel singolo paziente e dall’altro misure di prevenzione della diffusione delle infezioni necessarie soprattutto quando si parla di microrganismi resistenti. Sono stati inoltre sviluppati programmi di profilassi antibiotica in chirurgia, messe in atto linee guida e raccomandazioni per la terapia empirica in pazienti settici proprio per evitare l’abuso di alcune classi di farmaci particolarmente inclini a far sviluppare microrganismi resistenti nei confronti di questi farmaci”.
 
Per Sara Rimondi dell’Università di Milano e referente delle infezioni nosocomiali della Asst Fatebenefratelli Sacco è “fondamentale uniformare linee guida e procedure” soprattutto alla luce degli accorpamenti realizzati in Regione. “Il recente accorpamento con altri presidi del territorio – ha detto –  ha creato un cambiamento dell’epidemiologia circolante nella nostra realtà. Soprattutto la stewardship antimicrobica realizzata nelle nostre ICU pediatriche e di neurochirurgia, che hanno comunque protocolli e linee guida completamente diversi, deve essere implementata anche nelle nuove realtà ospedaliere accorpate, con un grosso dispendio anche da un punto di vista organizzativo e da un punto di vista di tempo. Questo accorpamento sicuramente a lungo termine produrrà effetti positivi ma in questa fase iniziale è ancora difficile da valutare”.

07 aprile 2017
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