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Riforma cronicità. Medicina Democratica: “In pericolo 1 milione di malati. Si istituisca una Consulta Comunale della Salute”

Questa la richiesta di Medicina Democratica e di "37e 2", la trasmissione sulla salute di Radio Popolare, che hanno promosso e organizzato ieri a Milano una manifestazione. "La riforma, così concepita, non solo non risolve il problema drammatico delle liste di attesa, ma rischia di inficiare il diritto costituzionale fondamentale alla libertà di scelta per la tutela della propria salute e rischia di cancellare le garanzie pubbliche".

28 OTT - In attesa delle sentenze del Tar sui 5 ricorsi presentati dai sindacati dei medici di base e da Medicina Democratica, continua la mobilitazione in difesa della sanità pubblica contro la riforma lombarda sulla gestione dei malati cronici. Ieri è andato in scena a Palazzo Reale la manifestazione "Campane a morto per il Servizio Sanitario Nazionale?". Apprezzata dai manifestanti l'apertura del sindaco Giuseppe Sala per la istituzione della Consulta Comunale sulla Salute.
 
E' stata questa infatti la richiesta di Medicina Democratica e di "37e 2", la trasmissione sulla salute di Radio Popolare, che hanno promosso e organizzato la manifestazione. In gioco c'è, infatti, il "destino" di un milione di malati cronici nella sola città metropolitana e di oltre tre milioni nella regione Lombardia. "Una questione, quella della salute che, come ha detto Sala, deve essere al primo posto delle preoccupazioni di un politico, qualunque sia la sua collocazione".

"Si apre certamente una fase nuova di mobilitazione e di attenzione, rispetto agli scenari preoccupanti prospettati dalla riforma della sanità lombarda per la "gestione dei malati cronici"- hanno sottolineato Fulvio Aurora, Medicina Democratica e Vittorio Agnoletto, coconduttore di '37 e 2', la trasmissione sulla salute di Radio Popolare". Attendiamo di poterci incontrare con il sindaco Sala nelle prossime settimane per approfondire quali saranno i tempi e i poteri reali della Consulta, sulla base anche della esperienza di quella istituita a Napoli: Non si tratta di una soluzione, ma di un passo avanti, rispetto al grave pericolo incombente sulla condizione dei malati cronoci in Lombardia, se questa dovesse essere portata a compimento".

Come denunciato da subito, "la riforma, così concepita, non solo non risolve il problema drammatico delle liste di attesa, ma rischia di inficiare il diritto costituzionale fondamentale alla libertà di scelta per la tutela della propria salute e rischia di cancellare quelle 'garanzie pubbliche', così come le abbiamo conosciute in questi quarant'anni, con la nascita del Ssn nel 1978. Difficilmente a gennaio prossimo il paziente cronico saprà o potrà 'barcamenarsi' fra il gestore delle sue patologie croniche e quanto di competenza del medico base. Un 'obbrobrio', anche sul piano giuridico e amministrativo, su cui si attendono le sentenze sui 5 ricorsi presentati al TAR dai Sindacati dei Medici di Famiglia e da Medicina Democratica, previste per il 28 novembre".
 
Una decisione - come ha detto Fulvio Aurora- quella di "scorporare" la gestione delle patologie croniche dal resto delle patologie e dalla gestione complessiva della salute della persona, che "non ha riscontro nella letteratura internazionale", così come hanno sottolineato relatori qualificati, da Marco Geddes, Gavino Maciocco a Stefano Vella, che sono intervenuti al convegno. "La delibera - ha aggiunto- ha il senso di destrutturazione la medicina generale. Già gli ospedali privati costituiscono quasi il 40% degli ospedali complessivi. L'intento è evidente: transitare verso un altro sistema...privato assicurativo".

"Conforta, nella giustezza della nostra battaglia - hanno detto i promotori - la scarsa adesione dei pazienti, al momento meno del 10%, e dei Medici di Base al 46% e a Milano il 23%". 

28 ottobre 2018
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