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Ospedale Fiera di Milano. Pesenti: “Forse prossima la chiusura”. Regione: “Non è stato ancora deciso nulla”. 5 Stelle: “Se chiude, prova che era una scelta sbagliata”

L’annuncio da parte di Antonio Pesenti, direttore della Rianimazione del Policlinico di Milano, che gestisce la nuova struttura realizzata nei padiglioni fieristici di Milano ha creato scompiglio e polemiche. Anche perché solo il 7 maggio scorso Fontana assicurava che non ‘c’era alcuna intenzione di chiuderlo.

13 MAG - L'ospedale in fiera a Milano, che al momento ospita cinque pazienti, potrebbe smettere l'attività nel giro di un paio di settimane. L’annuncio lo dà in un’intervista Fanoage.it, Antonio Pesenti, direttore della Rianimazione del Policlinico di Milano, che gestisce la nuova struttura realizzata nei padiglioni fieristici.
 
“Penso che noi a breve chiuderemo l'attività della Fiera se le cose vanno avanti così e a breve intendo entro un paio di settimane”, ha detto, sottolineando come ad oggi “in tutta la Regione abbiamo ricoverato 10 pazienti in terapia intensiva nuovi. Ne abbiamo dimessi 13 quindi il numero di ricoverati in terapia intensiva continua a scendere. Io penso che resterà lì a disposizione delle future emergenze”
 
“Il governo sta preparando un decreto per cui le Regioni dovranno avere una scorta di posti di terapia intensiva” e quindi “se la Fiera corrisponderà ai requisiti che il governo chiederà, resterà in piedi. Se non corrisponderà verrà chiusa o smantellata. Quello che c'è dentro verrà impiegato in altri ospedali o in altre attività di assistenza”, ha detto ancora Pesenti.
 
Che alla fine ha paragonato lo scopo di quell’ospedale costruito in tempi record alle scialuppe che ci sono su un traghetto: “Noi avevamo chiesto di avere a disposizione dei letti nel caso l'epidemia avesse continuato a crescere e al 10 di marzo le garantisco che nessuno poteva prevedere dove si sarebbe fermata l'epidemia”, ha aggiunto ricordando che “c'erano previsioni catastrofiche, fino a 140 mila posti di terapia intensiva occupati in Italia”
 
Ma l’uscita di Pesenti viene ridimensionata dalla Regione che in una nota specifica che “ogni decisione relativa alla rete ospedaliera lombarda va inserita nell'ambito di una programmazione che spetta esclusivamente alle scelte strategiche complessive della Direzione generale Welfare della Regione Lombardia”.
 
“In tal senso - conclude la nota - si evidenzia che sia per l'ospedale della Fiera di Milano, sia per le altre strutture lombarde impegnate prevalentemente al contrasto del Coronavirus, si è ancora in una fase di valutazione generale e non è stata presa alcuna decisione”.
 
Sulla questione sono intervenuti alcuni parlamentari lombardi dei 5 Stelle sottolineando che “si tratta di una struttura costata ben 21 milioni, con una capienza che ammonta a circa 205 posti disponibili”.
 
“Se si decidesse per la chiusura – dicono i deputati Stefania Mammì e Cristian Romaniello - ci troveremmo davanti all’ennesima scelta sbagliata e miope in merito alla Sanità. Questa emergenza ha messo in chiaro la drammatica situazione del nostro Servizio sanitario nazionale, fortemente carente di posti in terapia intensiva a causa dei tagli indiscriminati che negli anni hanno messo in ginocchio la sanità pubblica”.
 
“Ospedale costruito proprio per sopperire a questa carenza, ma sarebbe stato anche possibile allestire strutture da riqualificare che sarebbero tornate utili al sistema sanitario finita l’emergenza. La chiusura dell’ospedale alla Fiera di Milano dimostrerebbe quanto ancora siamo lontani da una gestione attenta delle risorse e, soprattutto, dall’aver capito che una politica priva di investimenti danneggia il nostro Servizio sanitario nazionale che, inevitabilmente, si potrebbe trovare in difficoltà nel fronteggiare una ipotetica nuova emergenza”, concludono.
 
Da sottolineare che solo pochi giorni fa, il 7 maggio, era stato il presidente della Regione Fontana a smentire ogni ipotesi di chiusura: "Non ho nessuna intenzione di smantellare né l'ospedale in Fiera a Bergamo, né quello in Fiera a Milano. Non abbiamo alcuna intenzione di trasferire medici e modificare" le due strutture perché dobbiamo essere pronti" per qualsiasi eventualità.

13 maggio 2020
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