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Covid. Il Comune di Milano assegna l’Ambrogino d’Oro agli operatori sanitari deceduti

“Hanno combattuto contro un nemico invisibile, imprevedibile, sconosciuto. Lo hanno affrontato con coraggio e abnegazione, mettendo a rischio se stessi per salvare gli altri e cadendo vittime di quello stesso male”. Queste alcune della parole riprese dalle motivazioni del Comune di Milano, che ha scelto di dedicare la Grande Medaglia d’Oro alla memoria degli operatori sanitari morti per covid. Rossi (Omceo Milano): “Dolore e orgoglio, uno stimolo affinché non succeda mai più”.

09 DIC - Agli operatori sanitari caduti sul lavoro per covid 19 il Comune di Milano ha deciso di assegnare la Grande Medaglia d’Oro alla Memoria nell’ambito degli Ambrogini d’oro 2020. “Hanno combattuto contro un nemico invisibile, imprevedibile, sconosciuto. Lo hanno affrontato con coraggio e abnegazione, mettendo a rischio se stessi per salvare gli altri e cadendo vittime di quello stesso male”, si legge nella motivazione. Che prosegue: “Mentre tutto il Paese si fermava nell’attesa della guarigione, il suono delle sirene non si è mai spento, i soccorsi non si sono arrestati nemmeno per un attimo. E dentro ogni mezzo, nei corridoi degli ospedali, nelle case di cura e ovunque ci fosse un malato da assistere, uomini e donne a prodigarsi nella cura. Non c’è gratitudine più forte di quella verso il soccorritore che perde la vita mentre compie il proprio dovere, salvare l’esistenza di un altro essere umano in pericolo. Non c’è messaggio di solidarietà e altruismo più grande di quello che queste donne e uomini della sanità hanno dato ogni giorno con le loro azioni, mai a parole, perché non c’era tempo nemmeno per fermarsi a pensare. Ogni vita spezzata è una ferita che Milano ricuce con il ricordo di ognuno di loro”.

Il Presidente OMCeO Milano, Roberto Carlo Rossi, commenta il prestigioso riconoscimento del Comune parlando di “una strana sensazione con un misto fra tanta commozione e orgoglio, ma con la netta consapevolezza che questo riconoscimento sia frutto del sacrificio, e a volte anche del martirio, di medici- eroi come il dr. Pollini, che hanno dato la vita per tenere fede al giuramento professionale fatto dando testimonianza concreta di come fare il medico possa essere una vera e propria missione”. Rossi ha partecipato alla cerimonia di consegna del riconoscimento, in rappresentanza di tutti i medici, insieme ad Alessandra Pagani, vedova del “dottor basket”, come era soprannominato il dr. Alberto Pollini, uno dei medici vittime della pandemia.

“È stato un momento carico di significato simbolico per il tragico e tormentato anno che abbiamo vissuto dal punto di vista sanitario, ma anche uno sprone a non abbassare la guardia né dal punto di vista della prevenzione, né da quello dell’organizzazione affinché, forti di queste esperienze, ci si attrezzi e soprattutto si tuteli, da parte delle istituzioni preposte, un patrimonio morale e professionale, come quello del personale sanitario milanese e italiano, con pochi eguali nel mondo” ha poi sottolineato il Presidente Rossi.
 
“L’Italia è tra i Paesi che hanno pagato uno dei tributi più alti in termini di vite sanitarie vittime della SARS-CoV2. Sono onorato di ritirare questa onorificenza a nome di chi ha sacrificato la propria vita ma, per il futuro, l’invito alle istituzioni è quello di fare in modo che tutto questo non accada più, poiché i Medici e tutto il personale sanitario devono essere maggiormente protetti nella lotta contro questo nemico terribile, insidioso ed invisibile” conclude il presidente Omceo Milano.

09 dicembre 2020
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