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Molise. La Cattolica precisa: “Mai chiesto rimborsi extra-Lea. Abbiamo applicato il decreto di Frattura e non potevamo fare altro"

La Fondazione interviene sulla sospensione della chemioterapia e spiega: "Un decreto della Regione ha modificato i LEA cancellando la possibilità di erogare tali prestazioni". Un fatto di “gravità assoluta”. Quanto all’aspetto economico, “vantiamo crediti per gli anni 2012-2013-2014 e nonostante tutto continuiamo a lavorare tra mille difficoltà. E’ ingenerosa, e poco elegante, l’accusa di attenzione al mero aspetto economico”.

11 AGO - Dopo l’allarme delle associazioni sulla sospensione dei trattamenti di chemioterapia alla Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso e le precisazioni della Regione, che attacca la Fondazione e smentisce gli allarmi, arriva la replica della Cattolica, che non ci sta a passare per “quelli che si preoccupano prioritariamente dell’aspetto economico”. “Il Presidente della Regione – scrive la Fondazione nella nota di replica -, sa che la Fondazione vanta crediti per gli anni 2012-2013-2014 sul saldo delle prestazioni e nonostante tutto sta continuando a lavorare tra mille difficoltà, con i fornitori che si lamentano e con notevoli danni per gli interessi bancari. Ci sembra pertanto ingenerosa, e poco elegante, l’accusa alla Fondazione di attenzione al mero aspetto economico. Il Presidente conosce bene tutte questi aspetti economici e sa bene che la Fondazione è un ente no-profit”.

La Fondazione concorda sul fatto che da qualche giorno si assista ad una “escalation” di notizie riguardanti la Cattolica di Campobasso “e il cittadino molisano che legge i giornali o ascolta i TG regionali è assolutamente disorientato e confuso”. Quanto alla denuncia delle associazioni di volontariato sulla sospensione dei trattamenti di chemioterapia, la Fondazione spiega che questo è in effetti avvenuto “a seguito di un decreto del Commissario regionale che ha sospeso dal 1 luglio le tariffe di alcune prestazioni che considera extra-LEA”. La Fondazione respinge dunque le accuse di “speculare sui pazienti” perché il presidente della Regione “sa bene che il Decreto lo ha emanato lui stesso e che tutti gli Enti interessati sono tenuti ad adeguarsi, senza possibilità di scelta ed infine che i cittadini possono manifestare il loro dissenso legittimamente quando ritengono di avere avuto leso qualche diritto”.

La direzione della Cattolica fa dunque il punto sui contenuti del Decreto: “Sui trattamenti di chemioterapia – scrive nella nota - la Regione ha emanato un Decreto nel quale, modificando alcune prestazioni LEA, ha cancellato del tutto la possibilità di erogare tali prestazioni, addirittura eliminando la prestazione e la relativa tariffa. ( i Livelli Essenziali di Assistenza, LEA,  sono costituiti dall’insieme delle attività, dei servizi e delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale  eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket. E’ utile chiarire che queste prestazioni devono essere appropriate anche secondo il regime di erogazione - alcuni possono essere appropriati solo se erogati in regime ambulatoriale piuttosto che in regime di Day Hospital o peggio ancora,di ricovero ordinario in Ospedale -). La nostra struttura per oltre un mese ha continuato ad erogare, in forma appropriata come sempre, tali prestazioni nella speranza che la regione modificasse tale incomprensibile decisione. Non solo ma, a tutt’oggi, sta continuando a erogare le prestazioni a tutti i pazienti che avevano iniziato i cicli in data antecedente alla nota di sospensione”.

“La Fondazione – precisa la nota - non ha mai fatto fino ad oggi richiesta di pagamenti per prestazioni extra-LEA, né ritiene che si possa mai fare, e sa bene che i Decreti del Commissario vanno applicati, anche quando non sono condivisi, come in questo caso. Inoltre ha fatto presente, in tutti i modi possibili, che non si possono considerare extra-LEA tali prestazioni chemioterapiche, spesso salvavita, e che nessuna regione, anche se in piano di rientro, ha mai fatto ciò. La Fondazione , invece, le ha erogate a proprio rischio per un mese ma poi, di fronte a nessuna risposta, le ha dovuto sospendere”.

Pertanto, secondo la Fondazione, il provvedimento di sospensione dei trattamenti chemioterapici è di “gravità assoluta, soprattutto sul piano etico” ma, sottolinea la Fondazione, “è il Commissario Regione che ha emanato tale decreto di sospensione e spetta alla stesso, se lo ritiene, doverlo  correggere . Non si è a conoscenza di alcun provvedimento al riguardo, salvo gli annunci sulla stampa, anche se ci auguriamo di leggerlo presto affinché i cittadini non vengano danneggiati ulteriormente”.

“In un passato non molto lontano – conclude la nota -, tra Regione e Cattolica/Fondazione si era parlato di collaborazione, di integrazione, di eliminazione delle duplicazioni dei servizi sanitari, e della necessità di offrire al Molise alcune specialità che rispondessero ai bisogni dei cittadini. La Fondazione è sempre stata  isponibile ma, visto quanto recentemente successo, ci chiediamo quali sono le motivazioni per un tale atteggiamento ostile e soprattutto se persiste ancora l’interesse della regione Molise ad avvalersi della nostra struttura”.

11 agosto 2015
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