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Piemonte. Stretta sulla spesa farmaceutica ospedaliera: tagli del 4,2%

Per l’assessore Saitta “serve rigore e serietà”. Ma grazie alla conoscenza dei flussi di spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera, ha detto al convegno “Il File F nel quotidiano della pratica clinica e gestionale” organizzato alla Città della Salute e della Scienza di Torino, l’obiettivo potrà essere raggiunto

06 OTT - “Dobbiamo assumere scelte serie e rigorose per tornare a essere credibili e rispettare gli impegni assunti con il governo attraverso i programmi operativi del piano di rientro perché è possibile salvare la sanità pubblica piemontese. Ma dobbiamo accelerare il passo. C’è in ballo il destino stesso della nostra sanità pubblica”.
 
È stato fermo e deciso l’assessore regionale alla Sanità del Pimonte, Antonio Saitta intervenendo al convegno interregionale “Il File F nel quotidiano della pratica clinica e gestionale”, organizzato alla Città della Salute e della Scienza di Torino. I conti della sanità piemontese non quadrano e per raddrizzare il tiro, la lotta agli sprechi sarà serrata e i tagli inevitabili. A partire da quelli sulla spesa ospedaliera, voce che pesa sulle casse della Regione per un miliardo e 200 milioni l’anno. Un giro di vite che in questo settore si traduce in un taglio del 4,2% nel 2014. L’obiettivo è infatti quello di non superare la spesa di 390 milioni di euro rispetto ai 407,2 milioni spesi nel 2013.
 
“Il nostro trend di spesa è tra i più alti d’Italia, e questa voce è difficile da controllare perché le aziende sanitarie e ospedaliere finora non hanno mai collaborato nella diffusione dei dati – aveva ricordato nei giorni scorsi l’assessore - di fatto mancava quasi completamente il rendiconto e quindi non si potevano esercitare controlli, ma soprattutto nessuno all’interno degli ospedali aveva chiari questi dati. Le aziende che avrebbero dovuto tagliare maggiormente questa voce erano principalmente le sedi universitarie, ovvero Novara e Torino, ma anche Asti, Vercelli e Vco”. Per questo l’assessorato ha convocato i vertici degli ospedali piemontesi lanciando un programma per la tracciabilità dei farmaci acquistati da ciascun ospedale: il File F, strumento di monitoraggio, di controllo e di finanziamento, già applicato in molte regioni italiane a partire dalla Lombardia.
 
“Nella spesa farmaceutica convenzionata siamo sotto la media italiana, ma in quella ospedaliera siamo maglia nera – ha detto Saitta nel corso del convegno – parlare di File F non è un tecnicismo per pochi addetti ai lavori: si tratta di uno strumento di programmazione e controllo della spesa farmaceutica. Bisogna fare come la Lombardia, dove se un’azienda non ha un rendiconto preciso non viene pagata. È inaccettabile che i dati delle aziende siano incompleti e non vi sia una precisa tracciabilità dei farmaci somministrati. Ridurre i costi non vuol dire meno cure. Non dobbiamo diminuire le prestazioni sanitarie, ma dobbiamo farle costare meno. E per raggiungere questo obiettivo occorre contrastare sia il consumerismo farmaceutico sia l’ospedalizzazione impropria. È finita l’era delle chiacchiere – ha concluso Saitta – dobbiamo uscire dalla fase di discussione che fa solo crescere le diseconomie. Non ci mancherà il coraggio di assumere decisioni importanti”.

Per Thomas Schael, dell’Agenas Piemonte, gli spazi per avere la “mente aperta, cambiare gli schemi e liberare risorse per investire” ci sono.  “La farmaceutica è un tema di interesse politico generale non solo gestionale – ha detto – se la spesa corrente non scende, compresa quella farmaceutica, non sarà possibile fare investimenti”.  In Regione, ha spiegato, mancava un monitoraggio  dettagliato dei flussi di spesa: “La regione inviava al Nsis solo l’83% dei costi  sostenuti, questo ha comportato un mancato introito sul payback delle aziende. Spese non rendicontate e mancanza di un calcolo preciso sui dati di mobilità non possono più esistere. Una conoscenza dettagliata dei dati non potrà quindi che aiutare la Regione nella rimonta”.
 

06 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

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