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Asl TO3. Prevenzione tumori del colon retto, in 10 anni diagnosticati 1.750 tumori in fase precoce e 194 tumori maligni

Presentati i dati degli ultimi 10 anni di attività di screening della Asl che, in sinergia con l’Azienda Ospedaliera San Luigi di Orbassano, ha inviato 48.000 inviti per la sigmoidoscopia e 100.000 per il test di ricerca sangue occulto, introdotto nel 2010.

06 MAG - Dieci anni di screening del tumore colon-retto e 1.747 tumori in fase precoce e 194 tumori maligni in fase più avanzata diagnosticati. Lo rilevano i dati sul programma Prevenzione Serena nell’Asl To3 indirizzato ai residenti fra i 58 ed i 69 anni di età per la prevenzione del tumore del colon retto.

“E’ ampiamente dimostrato – evidenzia la Asl in una nota - come la diagnosi precoce riduca come minimo del 30% la mortalità per i tumori del colon-retto tenuto conto che in Italia, si registrano oltre 50.000 nuove diagnosi di tumore ogni anno; considerando entrambi i sessi, il tumore del colon-retto rappresenta infatti in Italia la patologia oncologica più frequente con il 14% del totale dei tumori., seguito dalla mammella (13%) prostata (11,5 %), polmone (11%) e vescica (7%). Una patologia abbastanza rara prima dei 40 anni, e sempre più frequente oltre i 60 anni, con un picco massimo verso gli 80 anni”.

“Le evidenze scientifiche nazionali ed internazionali – prosegue la Asl - hanno dimostrato che è sufficiente eseguire la sigmoidoscopia ( un esame che dura non più di 10 minuti) una volta nella vita a 58 anni per ottenere una riduzione del 40 % del rischio di ammalarsi del tumore del colon-retto. Come pure si rileva che sottoporsi ogni 2 anni al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci riduce del 25% il rischio di decesso per tumore del colon-retto. Quanto sopra è essenzialmente dovuto per esempio all’individuazione precoce di polipi ( adenomi) che solitamente sono benigni ma sviluppandosi nell’arco anche di un decennio, possono trasformarsi in tumori maligni. Sempre grazie alla diagnosi precoce, la prognosi favorevole del tumore è in aumento: la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è passata dal 50% dei primi anni ’90 al 63/ 64% dal 2007 in poi”.

Per quanto riguarda i risultati degli questi ultimi 10 anni di screening, l’ASL TO3 in sinergia con l’Azienda Ospedaliera San Luigi di Orbassano, ha inviato 48.000 inviti a casa dei 58enni a presentarsi per la sigmoidoscopia (“circa il 28% le persone che si sono poi presentate”) e 100.000 invitati per il test di ricerca sangue occulto dall’introduzione dello screening avvenuto nel 2010 “con circa la metà delle persone che si sono effettivamente presentate”.

L’adesione da parte dei residenti nell’ASL TO3 all’intero programma ( quindi sia alla sigmoidoscopia, sia al test sangue occulto sia alla coloncopia nei casi previsti) “è stata ben al di sopra delle medie regionali e nazionali. Qualche esempio : il 26% di media fra uomini e donne hanno risposto all’invito per la sigmoidoscopia contro il 22,5 % medio a livello regionale”.

Altro dato “fortemente positivo”, evidenzia la Asl, “è costituito dal 60% di colonscopie che si sono riuscite ad eseguire entro 30 giorni dalla prescrizione contro il 40% a livello regionale, o ancora la qualità e completezza degli esami effettuati con il 97% di colonscopie complete ( che hanno raggiunto l’intestino cieco), dato migliore del Piemonte, contro il 90% di standard regionale”.

Il personale dell’UVOS – Unità di valutazione ed organizzazione dello screening (Dr.ssa Maita Sartori e Dr. Michele Ciminale) coordina la programmazione dello screening Prevenzione Serena nell’ASL TO3 in stretta sinergia con le Unità di Endoscopia Digestiva dell'ASL TO3, in particolare con l'equipe di Gastroenterologia dell'Ospedale di Rivoli guidata dal Dr. Dario Mazzucco e della Gastroenterologia dell’Ospedale di Pinerolo guidata dal Dr. Nicola Liuzzi.

I dati di sopravvivenza per lesioni del colonretto iniziali (adenomi cancerizzati) "è superiore al 90% a 5 anni e si riferiscono alla sopravvivenza globale del tumore del colon retto (diagnosi in corso di screening, diagnosi al di fuori dello screening)", spiega la Asl.

“Risultati senz’altro importanti che hanno consentito di ridurre in modo significativo la mortalità - sottolinea il direttore generale Flavio Boraso - l’esperienza maturata ed i risultati finora raggiunti devono comunque spronarci a migliorare ulteriormente: per esempio occorre tentare di estendere lo screening a tutta la popolazione- bersaglio ( oggi al 95%) , sensibilizzare sempre più gli invitati a presentarsi allo screening stesso, e riuscire come sistema sanitario a dedicare agli screening di prevenzione sempre più risorse”.

06 maggio 2016
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