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Lotta alla corruzione in sanità. In 4 Asl parte il progetto pilota di Transparency International Italia

Il progetto, realizzato in collaborazione con il Censis, Ispe Sanità, l’Istituto per la promozione dell’etica in sanità e il Centro ricerche e studi su sicurezza e criminalità, sarà sviluppato in 2 anni e coinvolgerà, in questa prima fase, l'Apss di Trento, l’Asl di Bari, l’Asst di Melegnano e della Martesana (MI) e l’Asp di Siracusa.

17 FEB - Aiutare il sistema sanitario nazionale a ridurre il livello di corruzione grazie a una maggior trasparenza, integrità e responsabilità. È questo l’obiettivo del progetto pilota «Curiamo la corruzione» che Transparency International Italia, in partnership con CENSIS, ISPE Sanità (Istituto per la promozione dell’etica in sanità) e RiSSC (Centro ricerche e studi su sicurezza e criminalità), sta per lanciare in 4 Asl italiane. Il progetto, che durerà due anni, prevede attività che mirano ad aumentare la consapevolezza sul fenomeno della corruzione, a istruire e formare dirigenti e staff del settore, a implementare e testare sul campo strumenti anti-corruzione innovativi e modelli organizzativi specifici per le ASL.

A questa prima fase di sperimentazione parteciperanno l’Apss di Trento, l’Asl di Bari, l’Asst di Melegnano e della Martesana (MI) e l’Asp di Siracusa, a cui il prossimo anno dovrebbe aggiungersi una quinta Asl. “Avremo la fortuna di collaborare con quattro aziende situate in regioni con specifiche caratteristiche, anche per ciò che riguarda il rischio corruttivo. Andremo a coprire il nord, il centro e il sud Italia”, spiega in una nota il presidente di Transparency International, Virginio Carnevali.

In particolare, il progetto svilupperà le seguenti attività:

1.    Analisi del settore e identificazione dei maggiori rischi di corruzione, approfondendo tre diversi aspetti: il fenomeno della corruzione negli appalti, l’efficienza economica delle aziende sanitarie ed ospedaliere, la percezione degli operatori del settore;

2.    Formazione per il personale delle aziende sanitarie ed ospedaliere;

3.    Elaborazione e adozione da parte delle istituzioni competenti di raccomandazioni per migliorare i livelli di trasparenza, integrità, responsabilità ed etica nel settore sanitario;

4.    Sviluppo e adozione da parte delle aziende ospedaliere di linee guida per l’elaborazione dei piani anticorruzione;

5.    Promozione di una campagna di sensibilizzazione sia per il personale sanitario che per i cittadini;

6.    Esperimenti in 5 ASL o AO pilota, dove gli strumenti anticorruzione verranno testati e monitorati per 2 anni in collaborazione con il Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e lo staff delle organizzazioni.

Sulla partecipazione dell’Apss di Trento al progetto è intervenuto anche il direttore generale provvisorio dell’Apss Franco Debiasi. “Il progetto – ha detto - , che non prevede costi a carico del bilancio aziendale, offre alla nostra organizzazione l’opportunità di confrontarsi con altre realtà sul tema della prevenzione della corruzione e della trasparenza in modo tale da poter individuare e attivare quelle misure che, con un impatto operativo limitato, possano garantire il miglior livello di efficacia. Tutto questo anche grazie al supporto di partner di assoluta professionalità, come Transparency International Italia, il CENSIS, l’ISPE Sanità e il RiSCC”. L’auspicio dell’Apss di Trento è che la collaborazione “aiuterà l’azienda a mitigare i rischi di corruzione e di spreco e aumentare l’efficienza per offrire un servizio sempre migliore ai cittadini”.

L’Apss di Trento evidenzia come la provincia risulti “quella in cui il livello di corruzione percepita nel settore sanitario è più basso, nonostante l’Italia sia uno dei Paesi europei in cui questo fenomeno è maggiormente percepito. Tuttavia, questo non ha abbassato la guardia e l’azienda sanitaria trentina ha accolto la proposta di partecipare al progetto per migliorare ulteriormente i processi interni al fine ridurre gli sprechi e migliorare la trasparenza”. Oltre a momenti di formazione anticorruzione, evidenzia infine l’Apss, “avremo modo di testare tra gli altri strumenti innovativi per il whistleblowing, per la pubblicazione dei dati aperti, per garantire l’accesso alle informazioni ai cittadini, per rendere più sicure le gare d’appalto”.

17 febbraio 2016
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