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Veneto. La spending review regionale non toccherà i servizi sanitari essenziali


Rispettato il taglio del 5% ai beni e servizi. Ma senza toccare farmaci ed emoderivati, medicina di base, assistenza specialistica ambulatoriale e ospedaliera. Coletto: "Risparmiamo dove è giusto farlo, ma non tocchiamo settori di spesa essenziali per garantire l’assistenza".

09 AGO - La sanità veneta applicherà quanto previsto dalla spending review in materia di diminuzione dei costi per beni e servizi (del 5%), ma lo farà in maniera ragionata e selettiva, senza incidere su voci le cui ricadute potrebbero colpire gli assistiti. E’ quanto prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale nella sua seduta di ieri, su proposta dell’assessore alla sanità, Luca Coletto.
 
“Con questa decisione – ha sottolineato Coletto – traduciamo in realtà ciò che il Governo di Roma non ha voluto fare: tagli ragionati e ponderati, individuando dove e come si può senza danneggiare gli assistiti, invece che calare sulla gente una mannaia lineare che creerà pesanti ingiustizie e sperequazioni tra chi, come il Veneto, ha già dato in abbondanza, e chi ancora deve mettere mano ai propri sprechi”. Nel rideterminare i limiti di costo per l’anno 2012 con una diminuzione del 5%, la Giunta regionale ha inserito significative esclusioni nelle principali aree di spesa contemplate dalla spending review.
 
Alla voce “acquisti di beni” sono esclusi i prodotti farmaceutici e gli emoderivati, il sangue e gli emocomponenti; a quella rivolta agli “acquisti di servizi” le esclusioni riguardano i servizi sanitari per la medicina di base, per la farmaceutica, per l’assistenza specialistica ambulatoriale, per l’assistenza ospedaliera, per l’acquisto di prestazioni di distribuzione dei farmaci.
 
“Così facendo – ha spiegato l'assessore– la spending review virtuosa passa dalle parole ai fatti. Risparmiamo dove è giusto farlo, ma non tocchiamo settori di spesa essenziali per garantire l’assistenza". "E con questo – ha concluso Coletto – la sanità veneta ha già fatto i compiti per casa, perché rispetto alle altre previsioni, come il tasso di posti letto al 3,7 per mille ci siamo già da tempo, e forse non è un caso che da due anni i nostri conti sanitari sono in attivo. Razionalizzare la spesa senza intaccare quella dedicata ai servizi alla popolazione si può: il Veneto lo ha dimostrato con i fatti. Ci piacerebbe non essere gli unici, o tra i pochi, in Italia”.

09 agosto 2012
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