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Lombardia. Fermata organizzazione dedita al riciclaggio di farmaci, 13 arresti


Acquistavano farmaci fingendo la destinazione ospedaliera ma li vendevano alterandone la documentaizone all’estero. Tredici persone fermate con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Erario, truffa ad aziende farmaceutiche, autoriciclaggio, ricettazione di farmaci, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica ed emissione di fatture per operazioni inesistenti

11 APR - Acquistavano presso le aziende farmaceutiche ingenti quantitativi di farmaci molto costosi a un prezzo scontato attestando falsamente la loro destinazione a strutture ospedaliere private italiane, falsificavano la documentazione dei medicinali per poi rimetterli in vendita all’estero utilizzando una filiera che comprendeva anche intermediari non sanitari, per esempio ristoratori etnici.
 
Con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Erario, truffa ad aziende farmaceutiche, autoriciclaggio, ricettazione di farmaci, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica ed emissione di fatture per operazioni inesistenti 13 persone sono state arrestate dai Nas di Milano nell’ambito dell’operazione ‘Contramal’ che ha coinvolto l’area di Milano e le provincie di Monza Brianza, Roma, Napoli e Lucca.
 
Oltre ai tredici provvedimenti cautelari, i Carabinieri del NAS, coadiuvati dai colleghi dell’Arma Territoriale, hanno eseguito anche 11 perquisizioni locali e 37 ordini di esibizione di documentazione notificati a persone giuridiche collegate a vario titolo all’organizzazione criminale oggetto dell’indagine.   
Gli accertamenti degli investigatori del NAS sono iniziate nel gennaio 2017 e in poco tempo, hanno consentito di individuare un’organizzazione criminale facente capo ad un soggetto di origine calabrese, titolare di una farmacia/deposito farmaceutico siti nel centro di Milano. Le altre persone erano tutti operatori del circuito ufficiale di distribuzione del farmaco.
 
Ricostruiscono i Nas: le persone coinvolte “hanno posto in essere molteplici condotte illecite finalizzate a acquistare presso le aziende farmaceutiche ingenti quantitativi di “farmaci molto costosi, a destinazione ospedaliera pubblica o privata”, in particolare  medicinali per cure oncologiche, virali, e per altre gravi patologie, ad un prezzo scontato “ex factory” (cioè il costo di vendita del farmaco stabilito dall’AIFA prima dell’immissione in commercio del medicinale),  attestando falsamente la loro destinazione a strutture ospedaliere private italiane (avvalendosi e sfruttando un fittizio accreditamento presso l’AIOP, Associazione Italiana ospedalità privata, che riunisce, appunto, le strutture di ricovero e di cura private)”.
 
Hanno poi realizzato “una rete di riciclaggio dei farmaci, la cui documentazione veniva in tutto o in parte falsificata per rivenderli nel mercato parallelo estero, in particolare in nord africa e nel sud est asiatico”.
 
La rete infine rivendeva “i farmaci riciclati all’estero a prezzi notevolmente più alti di quelli d’acquisto, esponendo a gravi pericoli per la salute gli utilizzatori finali delle specialità medicinali poiché la vendita avveniva tramite una “filiera” non autorizzata e non controllabile e attraverso l’opera di intermediari stranieri che in molti casi erano addirittura estranei al settore sanitario (sono state documentate, infatti, alcune copiose cessioni di farmaci a cittadini stranieri che abitualmente lavoravano come ristoratori etnici o come dipendenti di Banca, che solo incidentalmente e per meri fini di lucro si dedicavano al lucroso traffico)”.
 
“Questi traffici di prodotti farmaceutici venivano realizzati con modalità assolutamente spregiudicate, illegali e senza alcun controllo neanche sulle varie fasi del trasporto, dello stoccaggio e della distribuzione dei farmaci ricettati”, concludono i militari che “hanno dimostrato che il  ‘modus operandi’ adottato dagli arrestati garantiva all’organizzazione un ingente margine di guadagno, derivante dalla vendita dei farmaci stessi, dall’illegittimo rimborso del credito d’iva maturato a danno dell’erario, ma soprattutto dalla ingente truffa ai danni delle ignare case farmaceutiche. 

11 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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