Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 01 MAGGIO 2024
Sardegna
segui quotidianosanita.it

Diabete tipo 2. Trentin: “In Sardegna numeri allarmanti, fondamentale il team multidisciplinare in rete”

di Elisabetta Caredda

La prevalenza del diabete nell‘Isola a si aggira intorno al 6%, con differenze territoriali molto importanti. In totale si contano circa 120.000 pazienti, ma il dato potrebbe essere sottostimato. Il presidente della Federazione rete sarda diabete : “La malattia genera nei pazienti una condizione di complessa polipatologia che deve essere affrontata da un team multidisciplinare in rete”. Tra i capisaldi anche l’attivazione di un Registro di malattia diabetica e i PDTA.

13 OTT - Attualmente la prevalenza del diabete in Sardegna viene stimata intorno al 6%, con delle differenze territoriali molto importanti. I dati sono riferibili al 2016 e ad oggi approssimativamente sono circa 120.000 le persone che ne sono affette nell’ isola. Il presidente della Federazione rete sarda diabete su Quotidiano Sanità pone l’accento sul fatto che il diabete di tipo 2 genera nei pazienti una condizione di importante e complessa polipatologia, che richiede necessariamente l’intervento di un team di professionisti multidisciplinare in rete”.

“Sono numeri allarmanti per la Sardegna quelli che attualmente registriamo sui pazienti – spiega Riccardo Trentin, presidente della federazione rete sarda diabete e anch’esso paziente col diabete - ma da più fonti scientifiche viene indicato come il diabete sommerso o non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati, così come è stato anche affermato all’ultimo congresso regionale AMD/SID della diabetologia Sarda durante il quale è stato sottolineato che per ogni tre persone diagnosticate col diabete, una delle tre non sapeva di esserne affetto”.

“I dati in letteratura recenti pubblicati – prosegue Trentin -, riferibili al data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6% in Italia”.

“L’impatto della malattia dal punto di vista clinico – sottolinea il presidente -, sociale ed economico sul nostro servizio sanitario regionale è molto importante, basti pensare che si stima a 7-8 anni la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, ed il 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete; il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi. Ancora, è stato visto che il 32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi di euro (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), e la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici). Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico”.

“Il diabete di tipo 2 rappresenta pertanto un esempio paradigmatico di patologia cronica - afferma Trentin - la cui condizione è generalmente di polipatologia, ed è necessario che una simile complessità venga affrontata da un team multidisciplinare in rete. Inoltre, l’attivazione del Registro di malattia diabetica declinato nella rete di assistenza diabetologica con i suoi PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) rappresentano capisaldi fondamentali per fare cura e prevenzione del diabete di tipo 2 in Sardegna”.

Il presidente della Federazione rete sarda diabete conclude evidenziando: "Nelle persone con diabete di tipo 2 complicato gli obiettivi terapeutici indicati dalle linee guida possono essere raggiunti grazie all'utilizzo di farmaci innovativi per il diabete tipo 2 e l’impiego della più moderna tecnologia come i sensori per la misurazione della glicemia interstiziale. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali, l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e tecnologiche visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento”.

Elisabetta Caredda

13 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

Altri articoli in QS Sardegna

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy