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Trapianti. In Sardegna aumentano le opposizioni, ma per Ao Brotzu “non c’è alcun allarme”

di Elisabetta Caredda

Preoccupa in Sardegna l'aumento delle opposizioni all'espianto degli organi. “Basti pensare che nell’ A.O. Brotzu di Cagliari sono passate dal 23,5% del 2018 al 60% in questi primi 9 mesi”, denuncia in una mozione il Consigliere Francesco Agus. Ma l’Ao rassicura: “I trapianti non sono a rischio”. E il coordinatore del Centro Trapianti, Ugo Storelli, evidenzia l’impegno dell’AoB nella sensibilizzazione sull’importanza di donare ed esprimere il consenso alla donazione quando si è in vita”. Il Commissario Straordinario, Paolo Cannas, annuncia: “Entro il mese di settembre attiveremo un Percorso Clinico Organizzativo sui trapianti”.

25 SET - Una mozione con la richiesta all’Assessore alla Sanità e al Presidente della Regione di un intervento urgente di un piano di sensibilizzazione, di informazione e di promozione della cultura della donazione degli organi in Sardegna, è stata presentata questi giorni scorsi dal gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale. “Stando ai dati riportati dal Centro Regionale Trapianti, il 2019 rischia di essere l'annus horribilis per i trapianti di organi in Sardegna: in questi primi mesi sono stati effettuati 2 trapianti di cuore, 25 di reni, 18 di fegato e nessun trapianto di pancreas. Complessivamente 20 in meno rispetto al 2018 e 53 in meno rispetto al 2016, anno in cui ne sono stati eseguiti di più”. E’ quanto segnalato da Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti.

“Ad essere particolarmente preoccupante – evidenzia il Consigliere - è il drastico calo delle donazioni strettamente connesso all'aumento delle opposizioni all'espianto degli organi da parte delle famiglie dei pazienti. Basti pensare al drastico calo delle donazioni in particolare per ciò che riguarda l'ospedale San Michele del A.O.Brotzu di Cagliari, passato in poco più di un anno da un tasso di opposizione alla donazione del 23,5% a quello del 60% riscontrato in questi primi 9 mesi dell'anno. Cifre mai viste e in contrasto evidente con la sensibilità e la generosità storicamente dimostrata dai sardi”.

“Il centro trapianti è uno dei fiori all'occhiello della sanità sarda – aggiunge il capogruppo -. Sarebbe un errore imperdonabile tralasciare problemi evidenti capaci di minare alla radice una delle nostre eccellenze e riportare centinaia di pazienti sardi al periodo in cui solo i viaggi della speranza nelle strutture del Continente o del resto d'Europa potevano svolgere interventi di quel tipo. Chiediamo dunque all'Assessore di monitorare e verificare le cause a monte, ponendo in essere tutte le attività necessarie al fine di diminuire e, per quanto possibile, omogeneizzare nei diversi centri i prelievi di organi dell'isola, il tasso di opposizione alla donazione, e migliorare un dato che, sino a poco tempo fa, consolidava l'isola e l'Azienda Brotzu in particolare ai primi posti in Italia”.

I Progressisti propongono, inoltre, di attivare con il contribuito dell'ANCI Sardegna un percorso finalizzato ad aumentare il numero dei comuni sardi abilitati alla trasmissione delle dichiarazioni dei cittadini sulla volontà alla donazione di organi e tessuti al sistema informativo trapianti, e di intensificare le campagne di sensibilizzazione attraverso anche l'indizione della prima giornata regionale della donazione e del trapianto da celebrarsi a partire dal 2020, il 24 febbraio di ogni anno. Data questa in cui, nel 2004, in un tragico incidente dell’aereo proveniente da Roma e diretto a Cagliari per trasportare un cuore destinato ad un paziente in attesa di trapianto presso l’ospedale Brotzu, persero la vita il direttore del centro trapianti nonché responsabile della divisione di cardiochirurgia dell'ospedale San Michele, Alessandro Ricchi, il suo assistente Antonio Carta ed il tecnico Gian Marco Pinna, insieme ai componenti dell'equipaggio Helmut Zullner, Thomas Giacomuzzi e Daniele Giacobbe”.

Sentiti dal nostro quotidiano, dall’Azienda Ospedaliera G. Brotzu ricordano come la stessa struttura sia da oltre 30 anni impegnata nell’attività di trapianti di organi, ed è dunque importante sottolineare come la flessione sia riferita alle opposizioni alla donazione (in allegato i dati) da parte dei familiari del paziente o espresse in vita, piuttosto che a un calo del numero dei trapianti. Nessun allarme su quest’ultimo aspetto dunque per l’isola.

“L’AOB - dichiara inoltre Ugo Storelli, Coordinatore del Centro Trapianti Ospedaliero dell’AOB - è da sempre attiva nella attività di sensibilizzazione sull’importanza di donare e di esprimere il consenso alla donazione quando si è in vita. La cultura all’informazione, la promozione di significative campagne di sensibilizzazione alla donazione degli organi è stato, ed è, un lavoro portato avanti, anche grazie al contributo delle Associazioni di Volontari, a partire da quelle svolte nelle scuole medie inferiori e superiori affinché la popolazione sia informata sull’importanza di compiere un gesto generoso come quello appunto della donazione e dare speranza a pazienti colpiti da preoccupanti patologie”.

“Ultimamente – sottolinea Storelli -, insieme al CRT (Centro Regionale Trapianti) e in collaborazione con l’ANCI, l’attività di formazione e informazione è stata portata anche nei Comuni, affinché gli ufficiali dell’anagrafe al momento del rilascio della carta d’identità elettronica possano spiegare al cittadino cosa comporta dare il proprio assenso in vita alla donazione. Tale campagna informativa prende il nome di “Una scelta in Comune”. Inoltre, al fine di far comunicare di più e meglio i vari professionisti coinvolti, l’AOB sta attivando dei percorsi clinici ad hoc”.

“La donazione  - aggiunge il Coordinatore - è un processo che parte innanzitutto dalla presa di coscienza della nostra società su un tema cosi importante e per questo tutti noi, operatori sanitari e non, abbiamo necessità di un supporto sia da parte degli organi di informazione, sia da parte della politica regionale sanitaria.

Interviene inoltre il Commissario Straordinario dell’AOB, Paolo Cannas, che annuncia: “Entro il mese di settembre attiveremo un Percorso Clinico Organizzativo sui trapianti, l’obiettivo è quello di mappare il processo sanitario legato ai trapianti anche nella primissima fase della richiesta del consenso. La comunità di pratica avrà l’onere di far capire meglio ai parenti del possibile donatore l’opportunità della donazione. Si tratta – conclude - di una fase delicata nel percorso che si svolge nel corso del cosiddetto periodo di osservazione (che inizia con la constatazione della cessazione delle attività cerebrali del paziente), al termine del quale viene decretato il decesso del paziente e che pertanto richiede una certa sensibilità nell’approccio con i familiari”.

Elisabetta Caredda

25 settembre 2019
© Riproduzione riservata

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