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Induratio penis plastica. Colpito il 10% degli uomini, più attenti ai sintomi i giovani degli adulti


Una percentuale sottodimensionata a causa della mancata o in alcuni casi tardiva diagnosi perchè gli uomini trascurano il fastidio. Se non curata può provocare incurvamento, impotenza ed eiaculazione precoce. Intervenire già dai primi sintomi sarebbe importante per accelerare la guarigione

02 GIU - Se non viene curata può provocare incurvamento, impotenza ed eiaculazione precoce. È  l’induratio penis plastica o malattia di La Peyronie, dal nome del medico che per primo la diagnosticò a Luigi XV. È caratterizzata da ispessimenti fibrosi, denominati placche, in una o più parti del pene.
 
La sua incidenza nella popolazione maschile è del 10%. Tuttavia, la cifra è da considerarsi sottodimensionata, vista la mancata o in alcuni casi tardiva diagnosi. Gli uomini italiani infatti tendono a trascurare il fastidio che la patologia manifesta sin dalla fase iniziale. Eppure, chiedere subito un consulto specialistico e intervenire con la cura adeguata già dai primi sintomi sarebbe importante per accelerare la guarigione.
 
“Una lieve dolenza peniena provata, sia in erezione sia a riposo, e non sempre manifestata dovrebbe essere un chiaro campanello d’allarme – spiega Giovanni Alei, direttore del Centro di Chirurgia Genitale maschile del Policlinico Umberto I di Roma – nonostante ciò, la maggior parte dei pazienti si rivolge al medico solo quando la malattia è giunta alla seconda fase, ovvero, quando la placca è conclamata ed è necessario l’intervento chirurgico per correggere l’incurvamento che è una delle complicanze della malattia insieme all’accorciamento e alla disfunzione erettile”.
 
Identikit del paziente e diffusione. L’incidenza sulla popolazione maschile è del 10% ma i numeri cambiano in base alle fasce d’età. Secondo un’indagine approfondita, condotta anche in Italia da centri specialistici andrologici su 2.169 maschi, la prevalenza della malattia risulta pari al 35% nella popolazione  fra i 50 e 59 anni. Notevolmente più bassa invece, intorno allo 0,6%, è l’incidenza fra i 10 e i 19 anni.
 
“La fascia più colpita è quella tra i 40 e i 60 anni, con prevalenza nei diabetici visto che per loro il rischio di contrarre questa malattia è pari al rapporto di 9 a 1 rispetto alla popolazione sana. Vediamo inoltre moltissimi casi fra i ragazzi – ricorda Piero Letizia, urologo e andrologo del Centro specialistico dell’Umberto I – il giovane infatti ha preso coscienza dell’importanza dell’auto palpazione con cui può avvertire un nodulo ed eventualmente ricorrere a un consulto specialistico”.
 
Le terapie. Se la malattia viene diagnosticata al primo manifestarsi dei sintomi, si può intervenire con ottimi risultati mediante cicli ripetuti quotidianamente di laser associato a ionoforesi. Assolutamente da escludere, in quanto dannose, sono le iniezioni di qualsiasi farmaco nella placca.
 
“Il laser –spiega Letizia –  aumenterebbe la capacità dei tessuti di assorbire i farmaci, veicolati nella struttura peniena tramite ionoforesi la quale a sua volta fa migrare i medicinali attraverso la cute per mezzo di una corrente a bassissima intensità. Con questo approccio, abbiamo visto molte risoluzioni della patologia e la scomparsa delle placche giovani”.
Nella seconda fase, quando la placca è stabilizzata, le terapie mediche o fisiche si rivelano inutili. È quindi necessario l’intervento chirurgico per risolvere le problematiche causate dalle placche: incurvamento, accorciamento penieno e impotenza.
Nell’ambulatorio specialistico del Policlinico Umberto I, negli ultimi due decenni sono state impiegate metodiche innovative sia sul piano dell’abbattimento delle recidive sia su quello dei vantaggi per il paziente. Dal 2012, grazie a una successiva evoluzione apportata alla metodica di raddrizzamento, è possibile effettuare l’intervento in day-hospital o in regime ambulatoriale con anestesia locale, in virtù dell'utilizzo di nuove suture. Ciò ha permesso di abbassare i costi del Sistema Sanitario Nazionale e di ridurre moltissimo i disagi per il paziente che deve trascorrere solo una giornata in ospedale.
 
Le nuove tecniche consentono di correggere l’incurvamento senza incidere la placca. Con la metodica tradizionale, nella maggior parte dei casi è stata riscontrata la disfunzione erettile mentre con questo approccio innovativo l’erezione migliora.
 
La chirurgia dell’incurvamento penieno sarà uno degli argomenti che verranno trattati durante il Master di Chirurgia Genitale maschile, istituito dalla Società di Chirurgia Genitale Maschile con il patrocinio della facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’Università “Sapienza” di Roma.

02 giugno 2015
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