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Malattie reumatologiche. Pazienti e medici lamentano mancata apertura Tavolo di confronto

La denuncia arriva dall’Associazioni Anmar con il suo “Osservatorio Capire” in collaborazione con  Atmar, Gils e Sir. “Da ottobre ad oggi si sono svolti solo due incontri interlocutori. Crescono nel frattempo le problematiche inerenti la continuità della cura e l’appropriatezza terapeutica. Rischia la chiusura il reparto reumatologico di Prato”.

18 LUG - Le associazioni dei pazienti e dei medici specialisti sono “fortemente allarmate” per la situazione generale che si è venuta a creare nella reumatologia della Regione Toscana. Per questo hanno diramato una nota e sollecitato la Regione all’avvio del tavolo di lavoro promesso nei mesi scori. Anmar (Associazione Nazionale Malati Reumatici Onlus); Atmar (Associazione Toscana Malati Reumatici); Gils (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia); Sir (Società Italiana di Reumatologia SIR) e Osservatorio Capire hanno mandato una lettera al governatore Eugenio Giani e ai vertici istituzionali e amministrativi della Regione. 

Nella missiva si denuncia in primis il mancato avvio del tavolo di discussione sulle patologie reumatologiche (“dal 14 ottobre ad oggi si sono svolti solo due incontri meramente interlocutori”, spiegano le associazioni). Si segnalano inoltre “nuove violazioni del diritto alla continuità delle cure ed all’approvvigionamento del farmaco indicato dal prescrittore”. 

“Da ottobre 2021 ad oggi si sono seguite varie comunicazioni ai Dirigenti Generali delle Asl toscane e dei dipartimenti del farmaco presso le stesse Asl e presso le Aou finalizzate ad ottenere la verifica dei piani terapeutici - denunciano le associazioni -. Soprattutto sono state chieste delle relazioni motivazionali, cui sono tenuti i prescrittori, nell’ipotesi di indicazione di terapie a base di farmaci biologici diversi dalla terna degli aggiudicatari di gara. L’unico obiettivo è quello di ridurre la spesa farmaceutica. Si tratta di comunicazioni, peraltro, contenenti inconferenti richiami a sentenze del Consiglio di Stato che giustificherebbero la genericazione dei farmaci biosimilari e, quindi, lo switch – anche multiplo – verso le terapie a minor costo. Non si fa invece nessun riferimento alla sicurezza delle cure e della persona assistita, alla tutela della salute del paziente, al diritto alla continuità della cura, all’appropriatezza terapeutica ed alla autonomia del medico ma, anzi la minaccia di azioni di “recupero” a carico degli specialisti che confermano le indicazioni farmacologiche a maggior costo. Le problematiche si sono amplificate e ci troviamo ad affrontare quotidiane segnalazioni di pregiudizio della salute dei malati che rappresentiamo. Ritardi nell’approvvigionamento, rinvii allo specialista per indisponibilità, eccezioni inconferenti di carenze motivazionali per l’utilizzo di farmaci non aggiudicatari di gara”. 

Nella lettera si denuncia anche la “drammatica situazione di Prato”, seconda città toscana per grandezza e soprattutto per impegno in ambito reumatologico. “E’ a rischio chiusura anche reparto di reumatologia – proseguono le Associazioni -. Un reparto che muove dodicimila contatti l’anno, riconosciuto a livello nazionale per l’impegno e l’attenzione verso i malati affetti da patologie reumatologiche che ora chiude. Le terapie dunque potrebbero a breve essere somministrate solo in relazione alla disponibilità dei posti in concorrenza con malati oncologici, neurologici e via dicendo”.  

Per trovare soluzioni a queste numerose problematiche le associazioni chiedono che “l’istituzione del tavolo di discussione regionale sulle malattie reumatologiche, peraltro prevista dalla mozione recentemente approvata in bicamerale con voto unanime delle forze politiche, sia avviata senza ulteriore indugio”.

18 luglio 2022
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