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Agopuntura nel percorso riabilitativo post ictus. La Asl risponde ai dubbi: “Oltre 40.000 studi pubblicati in letteratura” 

“Un’esperienza clinica a vantaggio dei pazienti che meritava di essere declinata anche nelle nostre realtà”, dichiara la Asl nella nota di replica alla lettera di Leonardo Pellicciari. Il testo del comunicato stampa, precisa tra l’altro l‘Ausl, “era necessariamente semplice” per informare il più vasto pubblico in merito all’attivazione del nuovo servizio “e, certamente non aveva lo scopo di approfondimenti scientifici che richiederebbero altra sede”.

30 GEN - La Ausl Toscana interviene su Quotidiano Sanità per replicare ai dubbi sul servizio di Agopuntura nel percorso riabilitativo dei pazienti post ictus espressi in una Lettera al Direttore a firma di Leonardo Pellicciari.
Di seguito il testo di replica della Ausl:

“In merito a quanto pubblicato lo scorso 18 gennaio a firma del dr. Pellicciari è innanzi tutto utile precisare che il nostro comunicato stampa, dal quale sono partite le osservazioni, era necessariamente un testo semplice ed accessibile per raggiungere nel suo linguaggio il più vasto pubblico e dare informazione alla popolazione dell’attivazione del nuovo servizio e, certamente non aveva lo scopo di approfondimenti scientifici che richiederebbero altra sede.

Nel nostro comunicato stampa vengono riportati sommariamente, come si conviene ad un articolo non scientifico ma rivolto ai cittadini, i meccanismi d’azione dell’agopuntura a livello neurologico, che possono essere tuttavia approfonditi nello specifico, ma solo da chi ha competenze e conoscenze scientifiche. Come richiesto, però, si fornisce una piccolissima parte di bibliografia. Non è possibile discutere in questa sede i 2236 studi riportati su Pub Med su “Acupuncure and Stroke” ed i 159 su “Scalpacupuncture and Stroke”.

Per quanto riguarda il nuovo servizio l’inserimento dell’agopuntura nel percorso riabilitativo dei pazienti post ictus ricoverati in reparto Cod.56 presso il Presidio di SS Cosma e Damiano di Pescia , fa parte di un progetto condiviso tra le strutture di SOS Medicina Fisica e Riabilitativa, SOS Riabilitazione Funzionale, SOSD Coordinamento Medicine Complementari, Direzione Infermieristica. L’agopuntura come supporto al trattamento riabilitativo fisioterapico non è ad esso alternativo né in contrapposizione. In questa accezione di “affiancamento” e non di “sostituzione”, è sostenuta dalla Regione Toscana che da anni ha riconosciuto la validità dell’approccio misto e la possibilità di scelta terapeutica da parte dei pazienti. Nella pratica clinica riabilitativa USL, non si propone un uso routinario della craniopuntura, ma viene proposta solo dopo valutazione medica, sempre dopo specifico consenso informato, ed in accordo con il PRI che ne condivide gli obiettivi. Viene successivamente svolta da medici specialisti opportunamente formati e con un lungo percorso formativo riconosciuto dalla Regione Toscana. L’attività di neuro-agopuntura è infatti svolta dal medico esperto in neuro-agopuntura in stretta collaborazione con il medico fisiatra e il fisioterapista del reparto, ognuno per le proprie competenze, e il trattamento viene eseguito durante la fisioterapia in modo da creare una sinergia tra le due pratiche (agopuntura e fisioterapia) al fine di massimizzarne i benefici.

L’agopuntura è una tecnica sicura e priva di effetti collaterali e apporta un beneficio comprovato in letteratura su più aspetti clinici, particolarmente utili nel malato neurologico, nella vascolarizzazione, spasticità, produzione di ormoni e di neuro ormoni.

In quanto alla qualità di vita dei malati, di cui parla la lettera del 18 gennaio, si segnala la review di Pulman et al. (2013), che riporta come l’agopuntura, fra varie tipologie di intervento, sia promettente nel migliorare le attività quotidiane e la funzione motoria in pazienti con emiparesi dell’arto superiore da ictus. Secondo la metanalisi di Huang YJ et al (2021): ‘la cranio-agopuntura migliora la funzione motoria nei malati con stroke acuto cronico’, pur precisando, come accade nella maggioranza degli studi, che è necessario sviluppare e perfezionare la ricerca.

Precisiamo, inoltre, che non è competenza del nostro servizio assistenziale effettuare Trials specifici, questo è compito di strutture diverse, ad esempio gli IRRCS. L’agopuntura non è una tecnica nuova da sperimentare in quanto è ormai accettata a codificata anche dall’OMS, che l’ha anche inserita nell’ultima versione del 2022 della ICD-11. Sicuramente presenta ancora molto da studiare, come del resto tutti gli ambiti della medicina che progredisce quotidianamente con la ricerca. In questa ottica la fattiva collaborazione tra ricercatori teorici e operatori sul campo è indispensabile.
È noto che in Clinica Neurologica le alternative terapeutiche sono poche e sempre estremamente costose. Per questo un sistema sanitario regionale può e deve avere interesse nel promuovere la ricerca e l’applicazione da parte dei suoi medici, in piena sicurezza, di tecniche terapeutiche che hanno un buon rapporto beneficio/costo.

Ed è esattamente il caso dell’agopuntura e delle tecniche ad essa associate, supportate da oltre 40.000 studi pubblicati in letteratura e da un’esperienza clinica che merita di essere declinata anche nelle nostre realtà e nel Servizio sanitario pubblico, utilizzando al meglio le sue risorse interne per fornire ai cittadini trattamenti efficaci, sicuri e sostenibili.

Più in generale negli ultimi decenni l’agopuntura ha avuto un processo di revisione delle tecniche alla luce delle Neuroscienze che ha evidenziato un incremento dell’efficacia in particolare nella patologia neurologica, che necessita di sistemi specifici di inserzione e manipolazione degli aghi. Questi sistemi (craniopunture, auricoloterapia e agopuntura somatica) chiamati oggi complessivamente neuro-agopuntura, trovano applicazione in Oriente nella patologia vascolare, post-traumatica e degenerativa cerebrale e negli ultimi decenni si stanno diffondendo nella terapia anche in Occidente.
Già nel 2006 l’agopuntura veniva inserita nelle Linee guida canadesi per la riabilitazione dei pazienti con ictus (Ottawa Panel, Evidence-basedClinicalPracticeGuidelines for post-strokerehabilitation) e anche il Portogallo la raccomanda nei pazienti con disfagia. (“Recommendation 16: Acupuncture can be considered an adjunctive treatment for dysphagia,which must be performed by properly qualified professionals, specially trained for these techniques’).

Pur non essendo questa la sede deputata, veniamo a una sintesi delle prove di efficacia disponibili in letteratura al riguardo. La review e metanalisi di Long et al. (2012) sull’efficacia dell’agopuntura nel trattamento della disfagia da ictus (72 RCT, 4 di elevata qualità) ha mostrato una differenza altamente significativa fra il gruppo trattato con agopuntura e quello non trattato. Secondo gli autori, l’agopuntura può essere efficace nel trattamento della disfagia in pazienti con ictus, anche se non è ancora possibile per la qualità di alcuni studi formulare raccomandazioni specifiche. Wu et al. (2013) con una review sistematica e metanalisi su 56 RCT circa l’efficacia dell’agopuntura nella riabilitazione dei disturbi motori post-ictus, hanno osservato nell’80% degli studi benefici significativi con l’agopuntura.

La successiva review di Zhang JH et al. (2014), in base a 24 review sistematiche sull'efficacia dell'agopuntura nell'ictus (fase acuta, riabilitazione, disturbi associati) di cui 4 review Cochrane, ha mostrato globalmente prove di efficacia nella fase riabilitativa dell'ictus, in particolare su compromissione e disfunzione neurologica e soprattutto disfagia. La metanalisi è complessivamente a favore dell’agopuntura e gli autori concludono che l’agopuntura può essere efficace nella riabilitazione dei disturbi motori in seguito a ictus.

Vale la pena ricordare che il primo studio non in cinese sulla riabilitazione con craniopuntura nei pazienti con ictus fu condotto in Italia nel 1978 dal Prof. Gomirato, ordinario di Neurologia a Pisa. Già allora, a fianco dell’osservazione clinica ci si interrogava sui risvolti neurofisiologici che ne potessero giustificare l’efficacia secondo un approccio epistemologicamente corretto sul piano scientifico.
E poiché queste osservazioni e gli studi di letteratura trovano conferme nella pratica clinica di numerosi medici italiani che hanno studiato e applicano queste tecniche, anche l’Università di Firenze ha avviato uno studio di ricerca sulla disfagia post chemioterapia”.

Bibliografia di riferimento
Isabel de Jesus Oliveira, Germano Rodrigues Couto, Rosa Vilares Santos, Ana Maria Campolargo, et al. Best Practice Recommendations for Dysphagia Management in Stroke Patients: A Consensus from a Portuguese Expert Panel,Port J Public Health 2022

Gomirato G, Grimaldi L, Perfetti C, Roccia L. L'agopuntura cranica nel trattamento della spasticitá. Considerazioni neurofisiologiche [Cranial acupuncture in the treatment of spasticity. Neurophysiological findings]. Minerva Med. 1976 Jun 9;67(29):1899-901. Italian. PMID: 934537.

Gomirato G, Grimaldi L, Perfetti C, Roccia L. L'agopuntura cranica nel trattamento della spasticitá. Risultaticlinici [Cranial acupuncture in the treatment of spasticity. Clinical results]. Minerva Med. 1976 Jun 9;67(29):1895-8. Italian. PMID: 934536.

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Guan-Yuan Jin et Al. Neural control of cerebral blood flow: scientific basis of scalp acupuncture in treating brain disease. Front. Neurosci. Review. 15 August 2023 DOI 10.3389/fnins.2023.1210537.

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30 gennaio 2024
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