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Ulss 3. Nel 2021 spesi 18 milioni di euro per personale in appalto. Cgil: “Pratica da frenare”

Fa discutere il reclutamento del personale sanitario attraverso la pratica degli appalti. Servizi ospedalieri interi, denuncia la Cgil, affidati a personale privato con costi maggiorati rispetto al valore di una prestazione in-house. “E' una distorsione solo a descriverlo e denota come pezzi all’interno degli ospedali stiano passando dalla gestione pubblica a quella privata”. I DATI

di Endrius Salvalaggio
07 MAR - La grave e nota carenza di medici spinge le Regioni e le Asl a trovare soluzioni. Una indagine della CGIL di Venezia, CGIL Spi Venezia e dalla FP CGIL Venezia punta il riflettori sul caso della Ulss 3 Serenissima di Venezia, che attraverso la scelta di utilizzare personale in appalto nei servizi sanitari “sta consegnando al privato porzioni di sanità pubblica, pagando molto di più del valore del pubblico”, dichiarano Daniele Giordano della Cgil; Daniele Tronco dello Spi e Marco Busato della Fp Cgil.

Sono 17.796.722 i milioni di euro che la Ulss 3 Serenissima ha speso nel 2021 per fronteggiare le carenze di personale medico per i servizi di anestesia, ginecologia, pronto soccorso e area medica dell’ospedale di Venezia e per i servizi di anestesia, ginecologia (Dolo), pediatria, pronto soccorso e radiologia, dell’ospedale di Mirano-Dolo; area medica, area chirurgica e pronto soccorso per l’ospedale di Chioggia, per un totale di 3.710.959 milioni di euro; mentre per personale non medico come infermieri, autisti di ambulanza e tecnici di laboratorio, la Ulss 3 Serenissima ha speso 1.286.860,77 milioni di euro. Per  emergenza Covid sono stati coinvolti nel 2021, circa 320 professionisti fra medici, infermieri, professioni sanitari, psicologi, amministrativi per un totale di 11.369.482 milioni di euro, mentre per l’attività di supporto in area amministrativa per le attività vaccinale è stato speso 1.429.420 milione di euro.

“Sono cifre importanti che denotano  – dicono Giordano, Tronco e Busato della CGIL – come pezzi all’interno degli ospedali stiano passando dalla gestione pubblica a quella privata terziarizzando servizi come il pronto soccorso, pediatria, chirurgia, ginecologia, anestesia ecc., che dovrebbero essere servizi erogati direttamente dalla Ulss. Se ci pensiamo bene diventa una distorsione solo a descriverlo”.

La questione cruciale che pone la CGIL di Venezia di fronte all’inserimento di personale privato appaltato negli ospedali pubblici, che lavorano a fianco al personale del SSr, dichiarano Giordano, Tronco e Busato: “è che in questo modo viene falsato il mercato del lavoro e nessuno si domanda come mai il privato trova i professionisti della sanità mentre i concorsi pubblici vanno deserti. E quindi la carenza di personale nel settore pubblico viene risolta con il reclutamento di personale privato, pagato tre, quattro volte di più, rispetto al personale pubblico con reclutamento di personale che le nostre Ulss sono disposte a pagare ad un costo aumentato, creando una concorrenza sleale al nostro SSr. E questo senza tenere conto della qualità delle prestazioni perché, in aggiunta, non c’è la possibilità del controllo sulle prestazioni erogate e a chi viene affidato il servizio. Soggetti  che cambiano di frequente il loro personale e che mal si integrano con il funzionamento delle strutture pubbliche. E di fronte a qualche inadempienza contrattuale l’unica cosa che può fare la stazione appaltante (l’Ulss 3), sarà quella di recedere dal rapporto con la ditta appaltatrice con tutto quello che ne consegue”.

Le tre sigle della CGIL chiedono alla Regione Veneto di porre immediatamente un freno a questa pratica per risolvere il drammatico problema delle carenze di personale che non può essere risolto privatizzando parte del lavoro negli ospedali.

Endrius Salvalaggio

07 marzo 2022
© Riproduzione riservata

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