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Cà Foncello di Treviso, il fisioterapista per neonati entra in terapia intensiva neonatale

Conclusa positivamente la fase sperimentale del progetto che vede i professionisti di neuro-riabilitazione in Terapia intensiva neonatale. Paola Lago (direttore Tin):“Grazie a questo tipo di intervento riabilitativo i neonati ricoverati avranno l’opportunità di essere presi in carico dall’inizio del loro ricovero e fino a dopo la loro dimissione dall’ospedale, favorendo la riduzione di tutte quelle complicanze che per circa il 25-30% dei neonati a rischio e ricoverati in Tin presenteranno durante l’infanzia”.

di Endrius Salvalaggio
23 NOV - A sei mesi dell’inserimento della figura del fisioterapista per neonati all’interno dell’equipe della Terapia intensiva neonatale (Tin), nell’ospedale Hub trevigiano Cà Foncello, il bilancio è più che positivo. Il progetto, iniziato con un approccio sperimentale, ha come obiettivo lo sviluppo di percorsi di cura rivolti a neonati che, a causa di fattori lesivi pre o post perinatali, hanno maggiori possibilità di presentare problemi di tipo neurologico. “Si tratta di un programma di neuro-riabilitazione precoce del neonato – spiega Paola Lago, direttore della struttura complessa, della Tin - eseguito da specifici professionisti, affiancati quotidianamente da altrettanti professionisti della neuro-riabilitazione, quali il fisioterapista e il logopedista che condividono dei piani di intervento personalizzati nel neonato coinvolgendo anche mamma e papà”.

Le condizioni che costituiscono per il neonato fattori di rischio per lo sviluppo psicomotorio ed una conseguente ospedalizzazione in un ambiente intensivo, solitamente si rinvengono nelle nascita pre e post-termine, asfissie perinatali, basso peso del bambino, emorragie cerebrali, infezioni perinatali, malattie genetiche e chirurgiche congenite che, se non presi in carico appena passata la fase critica, secondo questo progetto riabilitativo e per tutta la durata della degenza (a volte di circa 3 mesi), il direttore della struttura complessa avverte: “Circa il 25-30% dei neonati a rischio e ricoverati in Tin presenta disturbi neuromotori durante l’infanzia, quali ritardi nell’acquisizione delle tappe neuromotorie, paralisi cerebrali infantili, problemi nello sviluppo comportamentale, mentale e affettivo-relazionale”, spiega la direttrice della Tin.

“Grazie a questo tipo di intervento riabilitativo specialistico e precoce – continua Lago – i neonati ricoverati in Tin avranno l’opportunità di essere presi in carico dall’inizio del loro ricovero e fino a dopo la loro dimissione dall’ospedale, ottenendo le migliori performance di cure possibili e limitando gli esiti a distanza negativi”

A distanza di sei mesi dall’inizio del progetto, spiegano dall'ospedale, si è visto sin da subito una riduzione di oltre il 50% delle plagiocefalie nel neonato. “Un follow up completo lo potremmo avere a distanza di ulteriori 12-15 mesi – conclude la direttrice della Tin – ma avere ridotto di così tanto la malformazione della testa in un bambino rende sicuramente più tranquilli i neo genitori, che vedranno un figlio alla pari di un bambino nato ad esempio nel termine giusto. Oltre a questo, come detto, il programma tratta anche un percorso che non si conclude al momento della dimissione del bambino dalla Tin, per cui è previsto che il programma riabilitativo prosegua al rientro a domicilio, sia attraverso sedute in telemedicina sia attraverso delle visite. Con questo tipo di programma riabilitativo, possiamo già stimare che si ridurranno gli eventi avversi del neonato di quel 25% che parlavamo prima, oltre al benessere dei genitori e della famiglia”.

Questo tipo di intervento migliora la presa in carico globale del neonato, previene l’instaurarsi di complicanze muscolo-scheletriche e promuove lo sviluppo neuro comportamentale attraverso proposte di accudimento che coinvolgono direttamente la famiglia.

Endrius Salvalaggio

23 novembre 2022
© Riproduzione riservata

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