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Appalto pulizie ospedale di Feltre. Ipotesi di riduzione del 20% delle ore di lavoro dei dipendenti, sindacati insorgono  

La richiesta sarebbe stata presentata ai lavoratori dalla nuova ditta per “vie brevi”. Filcams Cgil Belluno e Fisascat Cisl Belluno Treviso contestano il merito e il metodo: “Meno sanificazione e soldi in busta paga. E se anche fosse dimostrato che c’è un effettivo cambio di organizzazione o di pulizie, la via per i cambiamenti di contratto è quella del confronto davanti al l’Ispettorato territoriale del lavoro e non a tu per tu”.

di Endrius Salvalaggio 
10 OTT - Con il nuovo cambio di appalto per il servizio di pulizia dell’ospedale di Feltre i dipendenti in forza alla ditta uscente (circa una settantina di persone) dovranno, con la ditta vincitrice, rinunciare, ad una riduzione complessiva del 20% delle ore lavorate e, questo, preoccupa i sindacati per due motivi: “Il primo meno ore lavorate vuol dire meno sanificazione, ma meno ore lavorate vuol dire anche meno soldi in busta paga” dice Patrizia Manca di Fisascat Cisl Belluno Treviso.

Cambio di appalto con riduzione delle ore lavorate e, di conseguenza, dello stipendio del 20 per cento, non sarebbe nemmeno previsto dal CCN che prevede le stesso condizioni contrattuali esistenti nel momento in cui c’è un cambio di vertici o aziendali. Non solo, per essere precisi fino in fondo, qualora ci fossero delle modifiche contrattuali, lo stesso contratto prevede che le parti si debbano incontrare presso l’Ispettorato territoriale del lavoro e solo in quella sede la nuova azienda avanza le proprie ragioni sulla modifica del precedente contratto.

“Questo iter è stato interamente disatteso – dice Patrizia Manca -, anzi ci risulta da come ci hanno detto i lavoratori, che sono statti contattati individualmente e fatti firmare la riduzione dell’orario di lavoro. Altra cosa molto grave, siamo venuti a conoscenza che in atto c’è anche una sospensiva sul nuovo cambio di appalto, da parte del Consiglio di Stato che si è espresso il 30 di settembre scorso, e questo perché c’è stato un ricorso. A fronte della sospensiva le condizioni debbano restare le precedenti”.

“A fronte di quanto detto siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni possibili affinché vengano ripristinate le condizioni precedenti per i lavoratori dell’appalto e per evitare che questa scelta scellerata si ripercuota sulla qualità del fondamentale servizio offerto alla cittadinanza - dichiarano Alberto Chiesura e Giovanni Cescato della Filcams e Patrizia Manca e Stefano Bristot della Fisascat - imponendo a molte lavoratrici e lavoratori la sottoscrizione del nuovo contratto di lavoro con orario notevolmente ridotto a decorrere dal 1° ottobre. Dalle 24 ore settimanali il personale - per aggiunta il 90 per cento femminile, monoreddito e in part-time - passerà così a 19 ore. Tradotto passeranno dalle 700 euro lordi di stipendio al mese a 500 euro al mese lordi”.

“Scandaloso - concludono i sindacalisti - che ancora una volta si giochi la carta del ribasso su un servizio pubblico così fondamentale. Richiamiamo proprio su questo la responsabilità della Ulss1 Dolomiti in qualità di committente, affinché garantisca un servizio sanitario dignitoso alla popolazione, così come la dignità del lavoro a chiunque operi nei suoi presidi ospedalieri. Vogliamo davvero pensare che un taglio così importante delle ore non avrà ripercussioni sulla pulizia e la sanificazione dei reparti, delle sale operatorie, degli ambulatori del distretto sanitario Feltrino?”.

Intanto Filcams e Fisascat hanno proclamato lo stato di agitazione per i lavoratori in servizio nel distretto 2 di Feltre, con richiesta di convocazione urgente avanti al Prefetto, all’ULSS 1 Dolomiti e l’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Endrius Salvalaggio

10 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

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