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Fp Cgil Veneto: “Gravi ritardi su assunzioni in sanità. Basta slogan dal Governo”

Per il sindacato, tra quota 100 e legge di Stabilità, si rischiano “periodi di veri e propri vuoti di personale”. Oltre ai possibili pensionamenti, infatti, la Legge di stabilità definisce, al comma 361, l’obbligo di bandire concorsi per il numero esatto dei posti che si vogliono ricoprire “obbligando le Ulss a prevedere ciò che non può essere previsto, come coloro che scelgono volontariamente di licenziarsi o di partecipare ad un concorso in un’altra azienda sanitaria”.


22 GEN - “Apprendiamo che il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia sostiene che la cosiddetta introduzione della ‘quota 100’ non sia la causa della mancanza di medici e infermieri nel nostro sistema. Il Presidente chiama in causa l’assenza di programmazione come responsabile delle difficoltà che il nostro sistema sta vivendo. Come Fp Cgil intendiamo ribadire che la scelta di introdurre quota 100, seppur auspicabile per far uscire parte di personale, non è in alcun modo accompagnata da una seria politica di assunzioni e rinnovamento del personale della sanità pubblica. La programmazione che richiama Zaia è assente dal disegno di questo Governo e addirittura si arriva a modificare la normativa sui concorsi introducendo il vincolo per cui non potranno più essere utilizzate le graduatorie per assumere”. Ad affermarlo, in una nota, il segretario regionale della Fp Cgil Veneto, Daniele Giordano.
 
Giordano osserva come, al comma 361, “nella Legge di stabilità si definisce l’obbligo di bandire concorsi per il numero esatto dei posti che si vogliono ricoprire e non sarà più possibile usare le graduatorie per gli scorrimenti. Questo vuol dire che se le Ulss o Azienda Zero bandiranno un concorso per un infermiere o per un chirurgo ne potranno assumere uno soltanto e non potranno poi usare quella graduatoria per sostituzioni di eventuali cessazioni o pensionamenti futuri”.
 
Per il sindacalista, quindi, “questa maggioranza non lascia alcuno spazio di autonomia vera e anzi introducendo questa norma si opera una centralizzazione delle assunzioni obbligando le Ulss a prevedere ciò che non può essere previsto, come coloro che scelgono volontariamente di licenziarsi o di partecipare ad un concorso in un’altra azienda sanitaria. Il rischio concreto è che questo sistema determini grandissimi problemi nelle assunzioni e periodi di veri e propri vuoti di personale, perché sappiamo tutti i tempi che ci sono per mettere in piedi i concorsi”.  

Per la Fp Cgil Veneto si tratta, peraltro, di una operazione che andrà a gravare sia “sui bilanci della Regione, che dovrà sostenere i costi per l’organizzazione dei concorsi, ma anche su tutti quei giovani, speranzosi di entrare nel nostro sistema sanitario, che pagano la tassa per accedere ai concorsi e che non può diventare uno strumento di finanziamento del sistema”.
 
“Un meccanismo” che, attacca ancora Giordano, “probabilmente risponde all’esigenza di qualche ministero romano, non certo a quelle del nostro sistema sociosanitario che così rischia di essere messo in ginocchio. Cosa farà un ospedale che vede un anestesista andarsene o un oculista? Non potrà certo trattenerlo con la forza e quindi dovrà bandire un nuovo concorso con relativi tempi e costi. Questo produrrà inevitabilmente il rischio di un allungamento delle liste di attesa e probabilmente di favorire il privato. Come Cgil riteniamo che la direzione sanità e sociale della Regione faccia bene a rendere pubblici i fabbisogni di personale della nostra regione e predisponga con urgenza le procedure concorsuali”.

“Non possiamo che denunciare – conclude Giordano – come i ritardi nelle assunzioni del nostro sistema sanitario non siano certo una nostra invenzione ma una realtà affermata, ad esempio basta guardare quanto avvenuto sulle assunzioni dei tecnici della prevenzione per ridurre gli infortuni sul lavoro annunciati a giugno e che devono, come ha riconosciuto in una recente nota la Regione, ancora essere assunti. Invece di annunciare futuri provvedimenti sull’autonomia il Presidente Zaia difenda senza se e senza ma quella del nostro sistema sanitario di cui la sua Giunta ha già la responsabilità”.

22 gennaio 2019
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