“La situazione di sovraffollamento e di estrema difficoltà segnalata dai cittadini questa notte al Pronto Soccorso del Policlinico Tor Vergata non è una novità, ma una triste constatazione dell’incapacità di organizzare una filiera di servizi socio sanitari che mettano al centro i cittadini”
Questo il commento di Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio in merito alle notizie apparse su due testate web che denunciavano una situazione di sovraffollamento e assenza di personale in Ps.
“E’ una sequenza ininterrotta di segnalazioni che ci giungono, di denunce di sovraffollamento dei PS del Lazio – continua Rosati – di carenze del personale sanitario che, per inciso, si stanno nella gran parte dei casi prodigando oltre ogni sforzo, per rispondere alle esigenze di salute dei cittadini. Ma impegno, buona volontà e promesse non bastano più. La situazione del PS di Tor Vergata di stanotte si ripete a ciclo continuo in tutti i PS del Lazio”.
La Regione Lazio, sottolinea Cittadinanzattiva, deve rispondere chiaramente sui punti sollevati anche recentemente in merito: al tema dell’emergenza-urgenza e del personale Ares 118 (in 11 anni si è passati da 4.400 operatori a 1.700, di questi molto non possono per cause di servizio essere operativi su ambulanze, gli equipaggi devono coprire un bacino territoriale doppio rispetto a 11 anni fa; il problema della ambulanze in attesa di riavere la lettiga per poter ripartire alla volta di un ulteriore intervento ecc. ecc); sul vero problema che spinge i cittadini a accedere al Servizio sanitario attraverso il Pronto Soccorso (parliamo di codici bianchi e verdi cioè casi che potrebbero essere gestiti in altre sedi e che rappresentano almeno il 70% delle prestazioni dei Pronto Soccorso) rappresentato dalla desertificazione dei servizi territoriali e della assoluta mancanza di coordinamento e di presa in carico delle persone.
“I dati sugli accessi ai Pronto Soccorso testimoniano (e i numeri dicono molto più delle nostre parole) che il problema esiste e non si può far finta di nulla. Continueremo a sollecitare tutti i soggetti – conclude Rosati – in primis la Regione Lazio, ma la desertificazione dei servizi territoriali, il sostanziale smantellamento delle reti di prossimità e dei luoghi di cura, la carenza di personale (anche se la Regione a onor del vero ha attivato i concorsi per iniziare a riempire i vuoti prodotti dal Commissariamento), la necessità da parte dei cittadini di accedere ai servizi sanitari producono una miscela esplosiva che va governata con criterio, intelligenza e responsabilità.
Cittadinanzattiva Lazio sta quindi promuovendo l’idea di recuperare strutture ospedaliere chiuse, dismesse o ridotte nella loro operatività per renderle “Ospedali di comunità” dove si possa, con un accordo con i medici di base e gli infermieri, alleggerire la fase del post acuzie e avviare un percorso di reale presa in carico con la medicina del territorio: “Ma tutta la filiera della presa in carico e dell’emergenza-urgenza – conclude – deve essere omogeneizzata, ordinata e sostenuta da una grande azione di governo responsabile, intelligente e “visionaria” dove ogni soggetto sia parte attiva di un percorso di lavoro di squadra”.