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Medicina di genere. L’osteoporosi al centro del progetto Fondazione Tercas-Asl di Teramo

Un densitometro di ultima generazione è stato installato all’Ospedale Mazzini di Teramo per la ricerca e la cura dell’osteoporosi. Patologia che, evidenzia Lia Ginaldi (Uoc Allergologia e Immunolgia clinica), “è considerata una patologia femminile, ma esiste anche nell’uomo con caratteristiche peculiari. Per questo intendiamo pianificare interventi diagnostici e programmi di screening e mirati sia alle donne che agli uomini”.

28 SET - “Da qualche giorno è installato nell’Ospedale Mazzini di Teramo un densitometro (DEXA) per la ricerca e la cura dell’Osteoporosi”. Lo ha annunciato il Direttore Generale della Asl di Teramo, Roberto Fagnano, nel corso di una conferenza stampa organizzata per presentare un Progetto di Medicina di Genere proposto dalla Asl di Teramo insieme con l’Università dell’Aquila e finanziato dalla Fondazione Tercas.

La conferenza stampa si è aperta con un intervento del Presidente dalla Fondazione Tercas, Enrica Salvatore, che ha ringraziato il Direttore Generale della Asl, la Direzione delle Professioni Sanitarie e tutto il suo Staff della Direzione Strategica  per il decisivo e concreto impegno profuso per dare piena attuazione al Progetto di Medicina di Genere. “Un Progetto - ha affermato – che insieme a diversi altri Progetti vede la preziosa collaborazione della Fondazione con la ASL di Teramo. In particolare grazie a questo Progetto anche l’Ospedale di Teramo - dopo quelli di Atri Giulinaova e Sant’Omero – sarà  dotato di un densitometro di nuova generazione. Complimenti quindi al Direttore Fagnano che con determinazione ha ripreso e portato a definizione un progetto che era stato finanziato anni fa e un poco dimenticato dai suoi predecessori.  Ma soprattutto  significativamente importante è il fatto che a Teramo si inizia non solo a parlare di Medicina di Genere, questo approccio diverso e innovativo, se vogliamo rivoluzionario, alle diseguaglianze di salute, ma a praticare un approccio di genere nei confronti della diagnosi, cura e  ricerca su una patologia così ampiamente diffusa come l’Osteoporosi”.

Il dg Fagnano ha spiegato che l’apparecchiatura, appena installata nel reparto di Allergologia ed Immunologia Clinica, sede anche della relativa Scuola di Specializzazione Universitaria nonché Centro Regionale per l’Osteoporosi diretti dalla professoressa Lia Ginaldi , “sarà attivata in questi giorni non appena conclusi i lavori di collaudo. Secondo quanto previsto nel Progetto – ha illustrato il Dg - servirà sia per la ricerca che per la cura dell’Osteoporosi secondo una visione di Medicina Personalizzata, ‘Gender Oriente’, questa nuova frontiera della medicina del futuro che sono felice trovi nella Asl di Teramo, grazie in particolare al finanziamento della Fondazione Tercas,  un esempio di concreta applicazione. Dunque lo sviluppo  della Medicina di Genere per garantire equità e appropriatezza delle cure”.

Lia Ginaldi, direttore dell’Uoc di Allergologia e Immunolgia clinica a direzione Universitaria della Asl, ha evidenziato come “lungi dall’essere una ennesima rivendicazione femminile, la Medicina di Genere non è solo Medicina delle donne, ma degli uomini e delle donne con tutte le loro specificità, non solo da un punto di vista anatomico e biologico, ma anche psicologico e socio-culturale. Solo riconoscendo queste differenze si può garantire l’uguaglianza e l’appropriatezza diagnostica e terapeutica basata sulle evidenz”e.

“La Medicina di Genere, meglio ancora Genere – ha proseguito - è quindi essenzialmente lo studio di come differiscono le malattie tra uomo e donna in termini di prevenzione, sintomatologia, approccio terapeutico, prognosi. E’ questo il senso della Medicina di Genere nell’ottica di una medicina moderna personalizzata, che pone al centro il paziente e non la semplice malattia, garantendo strategie terapeutiche mirate ed efficaci. Non è una nuova specialità ma una necessaria e doverosa dimensione interdisciplinare della medicina. Purtroppo, la classe medica deve ancora guarire dalla sindrome del bikini, che considera le donne solo per patologie che colpiscono l’apparato riproduttivo. La medicina fino a pochi anni fa ha considerato e studiato i pazienti indipendentemente dal genere”.

“L’osteoporosi - ha quindi evidenziato l’esperta - è proprio l’esempio di come il bias di genere possa valere anche al contrario. In questo caso ad essere svantaggiati dalla mancanza di una corretta cultura di genere sono gli uomini. Infatti se certamente l’osteoporosi è stata sotto-stimata e sotto-trattata nelle pazienti di sesso femminile, la situazione è ancora peggiore nel sesso maschile. Considerata una patologia femminile, è ancora scarsamente studiata nell’uomo. Eppure l’osteoporosi maschile esiste ed ha caratteristiche del tutto peculiari rispetto alla donna (diversa età di insorgenza, eziopatognesi e sintomi diversi, diversa risposta alla terapia)”.

A questo proposito, ha spiegato Ginaldi, “proprio nell’ottica di una medicina genere specifica intendiamo pianificare interventi diagnostici personalizzati e programmi di screening e di prevenzione mirati che tengano conto non solo della popolazione femminile nelle diverse fasce d’età e categorie a rischio, ma anche degli uomini, fino ad ora trascurati da questo punto di vista. Saranno studiati fattori di rischio e marcatori di progressione genere specifici e valutate le risposte cliniche a protocolli terapeutici differenziati. Ed in questo progetto è ovviamente centrale l’utilizzo della DEXA di ultima generazione, che ci consente una valutazione mirata, sensibile e specifica della densità minerale ossea nelle diverse sedi scheletriche più colpite da osteoporosi e lo studio combinato delle differenze nella composizione corporea, con promettenti risvolti scientifici ed indubbie ricadute positive sul territorio in termini di miglioramento dell’offerta sanitaria”.

All’incontro era presente anche il Vice Presidente della Fondazione Tercas, Marino Iommarini. Nel suo intervento ha ricordato che negli  ultimi anni diverse istituzioni internazionali -  quali l’Organizzazione Mondiale  della Sanità e la Comunità Europea - hanno sottolineato come la Medicina di Genere rappresenti un obiettivo strategico per la sanità pubblica ed hanno formalmente richiesto che l’attenzione alle differenze di genere diventi pratica standard nelle politiche sanitarie. “Non è facile l’approccio di genere alla salute” e “il primo ostacolo alla diffusione della medicina di genere è la non conoscenza, ecco perché - ha detto Iommarini - vorrei esortare a partecipare ad un Master sulla Medicina di Genere attivato proprio  dall’Università dell’Aquila e che scadrà il 16 ottobre prossimo, perché esso rappresenta una occasione straordinaria per conoscere ed approfondire i temi che la Medicina di Genere sta ponendo ai rappresentanti della comunità scientifica ed ai decisori politici non solo regionali e nazionali ma anche internazionali”.

28 settembre 2017
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