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Ospedale Annunziata. Non bastano le sole assunzioni a salvarlo

11 GEN - Gentile direttore,
sicuramente le motivazioni che hanno stimolato la responsabile della CGIL medici in merito alla vicenda dell'ospedale Annunziata di Cosenza sono condivisibili ma non esaustive. Esiste di fatto una carenza di personale, e la stabilizzazione dei precari non può essere portata ad alibi di un efficientismo che rende solo ragione di un atto dovuto (vi erano dirigenti medici preari da decenni).
 
La motivazione: una carenza di autorizzazioni che la Regione governata dal Commissario nel campo della Salute negli anni ha lesinato per gli Ospedali Hub e Spoke con motivi di razionalizzare la spesa e certificare i debiti. Ancora oggi esiste confusione al riguardo si paga profumatamente con milioni di euro la KMPG per una certificazione nascosta tra i cassetti delle scrivanie dei due commissari.

Il risultato? La Calabria è ultima in termini di assistenza e di garantire il diritto alla salute. La controversia tra la Politica Regionale ed i due Commissari, entrambi responsabili di questa arretratezza, stritola tutto il sistema e fa ritardare le assunzioni necessarie o la ottimizzazione del personale medico qualora esuberi dovessero essere certificati.

Ma all’Annunziata la realtà è diversa: esiste una confusione dei ruoli, una incertezza nell’agire, una lentezza nel procedere e di rispettare i cronoprogrammi ristrutturativi, un esodo di personale medico che nel corso dell’anno interesserà molte figure professionali che sono demotivati per il mancato riconoscimento e valorizzazione della professionalità esistente privilegiando in alcuni caso il ricorso a professionisti non locali se non extraregionali, il contenzioso medico legale è triplicato rispetto agli anni passati, il management sotto accusa e sotto la stretta della Guardia di Finanza e delle Procure locali, le illegalità riscontrate dai Nas e ad oggi non corrette, si procede a tappe forzate con il rischio di una qualità non eccellente.

Quindi la assunzione di personale da sola non basta: occorre modificare il modo di lavorare responsabilizzando e coinvolgendo chi e cosa deve fare,
ma soprattutto stimolare la politica per riprendere il discorso chiuso con la fine della comperizione elettorale del nuovo ospedale a Cosenza.
L’Annunziata è una struttura vetusta con molte strutture inefficienti a macchia di leopardo per una mancanza organica di programmazione: ognuno che ha ricoperto un ruolo dirigenziale alto ha sempre deciso e sponsorizzato la messa a norma della propria realtà assistenziale.

Sfido chiunque a contraddirmi, la memoria storica di chi per oltre 39 anni ha lavorato con dedizione e coraggio non può essere mortificata.
Ci hanno definito eroi ma adesso stiamo diventando MARTIRI per colpe ben individuabili e sotto gli occhi di tutti.

I cosentini non meritano tutto questo ,vogliono certezze sulla realizzazione del nuovo ospedale anche i piani di fattibilità uno proposto dalla Regione ed Uno dal Sindaco di Cosenza che vengano resi noti e si proceda senza indugio: si rischia di perdere finanziamenti ed il tempo passa (almeno 5 anni per un nuovo ospedale se fatto chiavi in mano e con serietà!).

Ma vi è di più: la recente controversia insorta tra Governo Regionale e Commissario ci allarma e come associazione ci costituiremo parte civile nei contenzioni che si apriranno contro i due Commissari alla salute.

I cittadini non meritano che personaggi che hanno ridotto la sanità calabrese in questo modo escano di scena “insalutato ospite”: devono essere giudicati per il loro operato e credo che ci sarà “un giudice a Berlino”

Sergio Abonante
Presidente Associazione Culturale Politico Sociale   


11 gennaio 2017
© Riproduzione riservata

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