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Inaugurata a Scampia la nuova sede della Federico II, ospiterà i corsi di studio in Professioni sanitarie

“Speroche la comunità accademica sia in forte interazione con la comunità locale perché sappiamo bene che queste iniziative non vanno avanti da sole”, ha chiamato il ministro Messa, ieri all’inaugurazione. Il rettore Lorito: “La presenza dell'Università è strumento potente contro il rischio di degrado culturale e sociale per un quartiere che vuole liberarsi da un'immagine negativa ormai obsoleta e vuole sentirsi parte viva del contesto metropolitano”. Ma ora c'è da sciogliere il nodo del personale

18 OTT - “Questa è un'iniziativa molto importante non solo per la città di Napoli ma come segnale forte di quanto un'istituzione come l'Università può fare per il proprio territorio e per il proprio Paese”. Così il ministro per l’università e la ricerca, Maria Cristina Messa, è intervenuta all'inaugurazione, lunedì 17 ottobre, della nuova sede della Federico II a Scampia, che ospiterà i corsi di studio in Professioni sanitarie. Una iniziativa “che va curata, seguita, portata avanti e aiutata anche dallo Stato che non può ignorare parte del proprio Paese e dunque essere qui oggi di persona è fondamentale per portare la presenza dello Stato” ha sottolineato il ministro che ha aggiunto come l’apertura di questo polo sia “un'operazione che richiede molto impegno non solo della governance ma anche dei docenti, del personale e degli studenti”.

"Spero, infatti, e mi auguro - ha concluso Messa - che la comunità accademica sia in forte interazione con la comunità locale perché sappiamo bene che queste iniziative non vanno avanti da sole. Ai giovani auguro di tenere sempre i piedi per terra ma di volare alto”.

Realizzato dopo 25 anni di attesa tra ritardi, intoppi burocratici e lunghi stop, concepito quando sindaco di Napoli era Antonio Bassolino, poi sotto l'egida di Rosa Russo Iervolino, portato avanti con le demolizioni a cura dell'amministrazione Luigi De Magistris, il progetto, viene ora condotto in porto da Gaetano Manfredi, prima nel ruolo di Rettore e poi in quello di Sindaco. Un parto fungo e difficile quello del polo di Scampia della Federico II dedicato alla formazione delle professioni sanitarie, durato appunto oltre 25 anni. Le prime mosse furono avviate infatti nel 1997 dal Magnifico dell’epoca Fulvio Tessitore che oltre a progettare il trasloco di Agraria siglò anche la prima intesa con l’amministrazione di Palazzo San Giacomo e con la Regione per realizzare anche un Polo dell’uNiversità a est,  a San Giovanni a Teduccio. Fu negli anni seguenti il suo successore Guido Trombetti a firmare l’intesa nel 2006 con Rosa Russo Iervolino e Antonio Bassolino, quest’ultimo sia nella vesta dei sindaco sia in quella di presidente di Regione.

Il campus di Scampia è costituito da una avveniristica struttura realizzata su progetto redatto da Vittorio Gregotti  grazie a 50 milioni messi nel piatto dalla Regione e altri 7 del Comune e sorge nell’area che era occupata da un mostro di cemento e degrado corrispondente alla Vela H abbattuta nel 2003. Si tratta di un complesso in vetro e cemento a forma di cilindro che al centro ospita un Ulivo simbolo della rinascita e della resilienza - per complessivi 21 mila 380 metri quadri in cui trovano posto un'aula magna da 520 posti, 33 aule per lezioni frontali o a gruppi per accogliere a regime 2.660 studenti, 16 corsi di laurea triennale e 6 di laurea magistrale di Professioni sanitarie, 16 laboratori didattici, altrettanti ambulatori e stanze di degenza, un parcheggio sotterraneo da 90 posti auto e uno scoperto da 80 posti. 

La struttura ospita anche laboratori, biblioteche, spazi di lavoro per studenti e ricercatori, punti informativi oltre a spazi dedicati alla day surgery che saranno a disposizione dei cittadini residenti a Scampia anche se solo a conclusione della fase dei reclutamenti è previsto l'allestimento di laboratori di ricerca agli ultimi piani dell'edificio per i quali bisognerà attendere dunque almeno la prossima primavera. In cantiere anche una Academy del Cnr per la progettazione e sviluppo di farmaci su tecnologia a Rna come quella che ha portato al confezionamento dei vaccini antiCovid.

I primi ambulatori sono previsti tra 6 mesi e saranno dedicati ai disturbi nutrizionali ed endocrinologia, a Centro anti diabete con particolare attenzione al piede diabetico e a un Centro prelievi. Poi si investirà, sulla base di un cronoprogramma sul Day Service, sul trasferimento di prestazioni di Day Hospital e Day Surgery
in Day Service (Percorsi ambulatoriali complessi e coordinati).

Oggi hanno fatto il loro ingresso per le prime lezioni i primi studenti, circa un centinaio, a cui progressivamente si aggiungeranno gli altri per arrivare a oltre 800 studenti nel 2023.

Al taglio del nastro tra gli altri con il sindaco Gaetano Manfredi e il rettore Matteo Lorito il ministro dell'Università e della Ricerca Cristina Messa, il governatore Vincenzo De Luca, gli ex rettori Fulvio Tessitore, Massimo Marrelli, Arturo De Vivo, Guido Trombetti e anche Antonio Bassolino che firmò l'originario progetto la presidente della scuola di Medicina Maria Triassi.

Vincenzo De Luca è stato protagonista di un lungo intervento in cui ha sottolineato l’importanza della struttura per il futuro dei giovani puntando il dito anche sulla fama di un quartiere che però, come constatato con il ministro, è urbanisticamente pieno di verde e di strade ampie: "Occorre cambiare passo nella narrazione sia del quartiere che della città" ha detto facendo riferimento anche al PNRR e Autonomia differenziata, definita “semplicemente derubare di altre risorse il Sud del nostro paese”. 

L’università a Scampia è un progetto che parte dagli anni Novanta. Quasi tre decenni per la progettazione e la realizzazione ha rimarcato il presidente: “Venti anni per realizzarlo, quindici anni di cantiere: tempi inaccettabili nel nostro paese e nel Sud, tempi da paese morto. L’opera dovrà essere completata, dovrà essere integrata con nuove tecnologie: il rettore non l’ha detto sempre per carità cristiana, ma avremo bisogno di una decina di milioni di euro, abbiamo bisogno di efficienza, dobbiamo fare un salto di qualità anche in relazione a scadenze programmatiche europee. Rischiamo di perdere miliardi di euro. Dobbiamo muoverci perché avremo nei prossimi tempi grandi incognite politiche”. “Rispettate questo bel panettone e non devastatelo da qui a un anno”, ha concluso De Luca.

“Oggi è una grande emozione con cui proclamiamo l'ingresso della comunità di Scampia nella rete della cultura, della formazione universitaria d'eccellenza, della ricerca, dello sviluppo tecnologico, dell'assistenza medica avanzata - ha detto il rettore, Matteo Lorito - questo risultato è un orgoglio per Napoli, per la Campania e il Paese. Siamo consapevoli che la presenza dell'Università è strumento potente contro il rischio di degrado culturale e sociale per un quartiere che vuole liberarsi da un'immagine negativa ormai obsoleta e vuole sentirsi parte viva del contesto metropolitano”.
 
"La sede di Scampia è l’occasione per applicare nuove metodologie didattiche e formative ai primi anni dei corsi di laurea delle Professioni sanitarie che sono i primi a insediarsi in questi nuovi spazi - ha poi sottolineato Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina e chirurgia dell’Università Federico II  - l’obiettivo è realizzare qui un polo didattico della medicina altamente tecnologico in cui grazie all’impiego di strumenti e attrezzature di ultima generazione si possa offrire ai nostri studenti, i futuri professionisti della sanità, una didattica avanzata e di altissima qualità che consenta un’interconnessione tra la teoria delle lezioni frontali e la pratica nei laboratori”.

“Qualificare i percorsi formativi professionalizzanti grazie a innovative tecnologie è fondamentale non solo dal punto di vista didattico ma anche sotto il profilo dell’assistenza sanitaria – ha aggiunto - A Scampia infatti sarà possibile sperimentare tirocini che prevedano l’applicazione di tecnologie anche in rapporto con la medicina del territorio che diventa un grande ambulatorio. Scampia si presenta come la nuova palestra di sperimentazione della didattica per il futuro della sanità’’.

L'opera si inserisce  nel più ampio “Restart Scampia”, il progetto di riqualificazione del quartiere e partirà a breve la realizzazione di 50 alloggi temporanei, che sorgeranno sulle macerie della Vela A, l’ultima ad essere abbattuta, e qui saranno trasferiti temporaneamente gli abitanti degli altri edifici da demolire (Vele C e D). Poi saranno costruite 350 nuove case definitive. Per ridisegnare il volto urbamistico e si spera sociale di Scampia il Comune ha ha disposizione altri 70 milioni a valere sul Pnrr nell’ambito della misura "Piani urbani integrati". Soldi che si aggiungono ai quasi 57 milioni già investiti. Un processo di coprogettazione e una manifestazione di interessi che ha come obiettivo prevalente la realizzazione di servizi di prossimità e di attività diversificate. In un anno le procedure dovranno essere completate.

Al III, IV e V piano saranno attivi gli ambienti destinati alle funzioni sanitarie. La struttura ospiterà anche punti informativi, spazi per il ristoro, un college store, edicole, segreterie, una biblioteca, laboratori didattici e multimediali. La facoltà ospiterà anche un nucleo di medicina del territorio, con diagnostica, laboratori e ambulatori aperti al quartiere.
In cantiere anche un progetto di potenziamento e allargamento delle sedi dell’Ateneo Federiciano sia nel Centro storico sia alla realizzanda Cittadella della Scienza finanziata dal Pnrr che sorgerà a est che prenderà vita per una porzione ampliando la struttura di San Giovanni a Teduccio dove sono state acquistate due nuove strutture adiacenti al Campus e per l’altra puntando sulla Manifattura Tabacchi che in questi anni ha subito varie predestinazioni, prima come cittadella della Polizia, poi come area urbana e ora, in via definitiva, destinata appunto a diventare il fulcro della Cittadella della scienza in cui impiantare attività di ricerca e alta formazione con un sostanzioso cofinaziamento della Regione, senza contare i progetti per 5 Residenze universitarie di cui la Federico II è carente.

Progetto di eccellenza ma ora serve il personale. Iniziano, dunque, al Campus universitario di Scampia le lezioni per i 16 Corsi di laurea triennale e i 6 di laurea magistrale attivati dall'Università Federico II nell’area delle professioni sanitarie ma il personale per le attività didattiche professionalizzanti e quello assistenziale, per molti profili è carente, insufficiente a garantire la sostenibilità didattica e dell’assistenza. Ciò soprattutto nell’area della Riabilitazione e Tecnico sanitaria. tanto che per quattro percorsi didattici di altrettanti profili professionali (Terapisti occupazionali, Assistenti sanitari, Educatori e Podologi) l’offerta formativa dell’ateneo Federico II (e anche della Vanvitelli) è assente. Le matricole e aspiranti professionisti, per questi percorsi, in Campania devono dunque iscriversi nelle Università della Puglia, del Lazio o di altre regioni. A sostenerlo è Franco Ascolese, presidente dell'Ordine che raggruppa i 19 Albi delle professioni sanitarie di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta.

”Il nodo del personale che manca - avverte Ascolese - l’ho affrontato in vari tavoli di confronto sollecitato negli ultimi anni con Ateneo e Scuola di Medicina. Dalla Federico II è già giunto l'impegno ad attivare almeno uno dei quattro corsi di laurea che mancano all'appello e di assumere almeno 40 professionisti sui circa 150 del fabbisogno stimato”.

Un secondo, dei quattro percorsi formativi al palo in Campania, dovrebbe essere invece assorbito dalla Vanvitelli che con l'azienda ospedaliero universitaria dovrebbe assumere di suo altre 35 figure professionali di cui alcune con concorsi già avviati prima dell'estate, senza contare le necessità di implementare le attività di ricerca e docenza. "Per queste ultime  funzioni - aggiunge Ascolese - è possibile attingere ai fondi stanziati dal ministero e attribuiti agli Atenei con un recente decreto”.

Al polo di Scampia i corsi di laurea triennali attivati di area sanitaria sono 3 (Infermieristica, Infermieristica pediatrica e Ostetricia), più altri 13 per i Tecnici sanitari di Radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della Riabilitazione e Orevenzione (Dietistica, Fisioterapia, Igiene Dentale, Logopedia, Ortottica ed Assistenza Oftalmologica, Tecniche Audiometriche, Tecniche Audioprotesiche, Tecniche della Prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, Tecniche di Laboratorio Biomedico, Tecniche di Neurofisiopatologia, Tecniche di Radiologia medica per immagini e Radioterapia, Tecniche Ortopediche, Tecniche di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare). 

Infine in pista ci sono i 6 corsi di laurea magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Scienze Riabilitative delle Professioni sanitarie, Scienze delle Professioni sanitarie tecniche diagnostiche, Scienze delle Professioni sanitarie tecniche assistenziali, Scienze delle Professioni sanitarie della Prevenzione e Nutrizione umana.

"Ad oggi - conclude Ascolese - sebbene apprezziamo lo spirito di collaborazione instauratosi che la Regione, con le direzioni generali delle Aziende ospedaliere uiversitarie e con gli organi dell'Ateneo Federico II, c'è ancora molta strada da fare per risolvere il problema delle carenze di personale e condurre in porto reclutamenti e assunzioni programmate. Lacune di specialisti e professionisti sanitari che andremo a mettere a fuoco in alcuni tavoli di lavoro avviati con i due rettori Matteo Lorito e Giovanni Nicoletti programmati nel corso delle prossime settimane".


Ettore Mautone



18 ottobre 2022
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