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Lotta all’antibiotico resistenza. Troppe le differenze tra Regione e Regione. Allerta batteri gram-negativi, ma la Campania è pronta ad invertire la rotta

L’Italia è così profondamente divisa da indurre l’Ecdc a bocciare le difformità del sistema. È quanto emerso dall’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzati a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Mangoni: “Allerta batteri gram-negativi, ma la Campania è pronta ad invertire la rotta”. Russoniello:“Importante la collaborazione con Mmg e farmacisti. IL VIDEO

07 APR - Il fenomeno dell’antibiotico resistenza, che vede il nostro Paese tra i primi tre Stati in Europa con percentuali di resistenza più elevati, dopo Grecia e Turchia, è avvertito in maniera differente tra Regione e Regione. Le differenze tra le varie realtà locali e le problematicità relative al fenomeno dell’antibiotico resistenza sono state al centro dell’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzato a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Un evento che ha visto il confronto tra istituzioni, clinici, microbiologi e manager della salute a livello regionale per individuare percorsi condivisi per lo sviluppo di modelli virtuosi.
 
La Campania, come ha spiegato Emanuele Durante Mangoni della Seconda Università degli Studi di Napoli, si è dotata di un’efficiente sistema di monitoraggio delle infezioni da germi microbico-resistenti, ma nonostante questo “ idati non sono confortanti perché collocano la Regione Campania ai primi posti delle classifiche per prevalenza di infezioni da microrganismi multi antibiotico-resistenti, prevalentemente per quel che riguarda i batteri gram-negativi”. Sul fronte invece dei batteri gram-positivi, in particolare stafilococchi meticillino resistenti ed enterococchi resistenti agli elevati livelli di gentamicina, i tassi di prevalenza in Campania sono di fatto in linea con i dati italiani. “Nonostante questo – ha aggiunto – siamo comunque a livelli medi di prevalenza doppi o tripli rispetto alla media europea”.
Di fronte al dilagare di queste infezioni, prosegue Mangoni, la Regione Campania, sul solco delle raccomandazioni del Piano regionale di prevenzione del 2014, si è  dotata di linee guida, ora in fase di implementazione in tutte le aziende ospedaliere, che prevedono un forte coinvolgimento dei medici di medicina generale. “Questo – ha concluso – dovrebbe sicuramente contribuire a invertire la rotta e quindi a portare la Regione Campania non più ad essere ai primi posti per quello che riguarda la prevalenza di infezioni da germi multi antibiotico-resistenti ma ad avvicinare la nostra realtà a quella italiana e se possibile europea”.
 
La collaborazione con Mmg e farmacisti è essenziale, ma anche la cooperazione tra le strutture universitarie e quelle ospedaliere ha spiegato Francesco Russoniello dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli. “Nel mio Istituto – ha sottolineato – preveniamo l’antibiotico resistenza in primis seguendo i protocolli, come ad esempio con il lavaggio delle mani e il cateterismo urinario e venoso centrale”. Ma si può intervenire “sull’appropriatezza prescrittiva antibiotica e dell’antibiotico-profilassi in chirurgia tramite dei team per l’antimicrobial stewardship che monitorano l’appropriatezza dell’antibiotico-terapia non solo nelle singole unità operative ma in tutta la struttura”. L’obiettivo ora è “implementare una cooperazione anche con i medici di medicina generale e con i farmacisti in quanto sono in prima linea nel trattamento dei pazienti”. Fondamentale poi la cooperazione tra le strutture universitarie e quelle ospedaliere per coordinare le figure che andranno a seguire i pazienti nella loro vita quotidiana. Serve cooperazione tra tutte le Istituzioni per cercare di arginare quella che potrebbe essere una vera e propria piaga da qui a vent’anni”.

 

07 aprile 2017
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