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Asl di Salerno. Accoglienza e umanizzazione: un progetto ad hoc negli ospedali aziendali

Per tutto il mese di dicembre e anche a gennaio un gruppo di lavoro messo in campo dalla direzione strategica della asl lavorerà con questionari e interviste su tre presidi ospedalieri per verificare il grado di qualità percepita di percorsi e procedure da parte degli utenti. L’obiettivo è stilare linee guida comuni per rendere omogenei i comportamenti del personale e da adottare in tutti gli ospedali della Asl.

13 DIC - Accoglienza e umanizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali: la Asl di Salerno, per iniziativa del manager Antonio Giordano mette in campo un progetto ad hoc per la predisposizione di protocolli e procedure volte ad uniformare le modalità di accoglienza del paziente in tutte le strutture ospedaliere aziendali. Elaborazione di una cartellina di accoglienza da adottare in tutti gli ospedali della Asl, messa a punto di proposte per il miglioramento della logistica e segnaletica interna ed esterna ai nosocomi e la predisposizione di una proposta formativa per migliorare le competenze degli operatori sanitari in tema di accoglienza e relazione con il paziente e i suoi familiari sono gli obiettivi perseguiti in questa prima fase del progetto in cui la direzione generale muove  i primi passi con un’indagine condotta fra gli utenti ospedalieri.

“L’obiettivo – spiega Giordano – è conoscere e migliorare l’accoglienza. Abbiamo individuato, quale campo prioritario di azione, la promozione della cultura dell’accoglienza e dell’umanizzazione nelle attività sanitarie, specie ospedaliere considerando tale aspetto come elemento saliente del rapporto di cura che ha pari importanza rispetto ad altri aspetti più prettamente clinici e determinante nel segnare il destino ella cura”.  

A tal fine il manager ha messo in atto una serie di iniziative per conoscere l’opinione del fruitore dei servizi sanitari proprio con l’intento di mettere in atto azioni correttive e di miglioramento ai propri servizi. Il tutto attraverso una più efficace gestione del servizio di accoglienza e informazione spesso presenti sulla carta degli organigrammi aziendali ma poco pregnanti e visibili quando un paziente varca la soglia dell’ospedale, che si tratti di un pronto soccorso ovvero di un reparto ospedaliero.

 Questa prima fase del progetto sarà dunque realizzata coinvolgendo attivamente, in sinergie operative, ma anche in progetti formativi ad hoc, il personale ospedaliero dei Servizi infermieristici, tecnici e, laddove presenti, degli Urp (Uffici relazioni con il pubblico) che dovranno orientare tutti la propria attività alle linee guida operativa e ai comportamenti suggeriti dalle linee guida in fase di stesura. A tale scopo sono stati creati gruppi di lavoro, appositamente formati che saranno impegnati a svolgere il lavoro di approfondimento preliminare.

A partire dall’11 dicembre scorso e fino a gennaio del 2018 il gruppo di lavoro istituito dalla direzione aziendale sarà impegnato presso i Presidi ospedalieri di Sarno, Battipaglia ed Oliveto Citra, dove provvederà alla presentazione e somministrazione ai pazienti di un questionario di gradimento nei reparti chirurgici, al fine di rilevare la qualità percepita dal cittadino soprattutto in merito al grado di accoglienza all’interno delle strutture ospedaliere della Asl di Salerno.

“La qualità percepita – aggiunge il manager Giordano - rappresenta lo strumento più immediato e concreto per conoscere l’opinione del fruitore dei servizi sanitari al fine di disporre azioni correttive e di miglioramento dell’offerta dell’azienda, e in particolare dell’accoglienza e del livello di umanizzazione nel setting ospedaliero, nella logica di una necessaria riformulazione della relazione operatore sanitario-paziente-famiglia sulla base di un’empatia utile al superamento del rapporto asimmetrico che strutturalmente esiste tra operatore sanitario e paziente. Tale procedura, inoltre, risulta perfettamente in linea con le iniziative di umanizzazione promosse dal Ministero della Salute, nell’ottica del miglioramento della qualità delle prestazioni e del conseguimento dell’obiettivo regionale e aziendale dei Lea (di cui al Decreto commissariale n. 134 del 2016), concernente i processi di umanizzazione dei percorsi assistenziali. Nell’ambito di tali processi di umanizzazione, per allietare la degenza dei pazienti, saranno anche promosse, soprattutto nel periodo natalizio, iniziative culturali che prevedono eventi musicali itineranti nelle strutture ospedaliere dell’Azienda”.
 
Freno tirato all'eccesso dei cesarei
Intanto la Asl di Salerno ha messo in campo anche iniziative per mitigare l’eccesso i parti cesarei che sono uno ei punti dolenti della Campania nella griglia di valutazione dei Lea. L’Asl Salerno ha messo in atto una serie di azioni concrete tese a ricondurre il fenomeno entro i livelli fisiologici. Tali azioni, si sono concretizzate sia in provvedimenti di tipo tecnico-organizzativo, come la graduale introduzione della parto-analgesia, sia in provvedimenti a carattere formativo, come l’esperienza formativa completata ed arricchita da una fase di frequenza - da parte delle ostetriche – presso l'Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'AOU S.Giuseppe Moscati di Avellino, per l'osservazione diretta delle tecniche e metodiche assistenziali e delle modalità organizzative ivi praticate.

“Grazie a tali iniziative – ricorda il management della Asl di Salerno - si registra il sensibile decremento dei casi di ricorso al parto cesareo nei punti nascita aziendali. Un trend confermato dalla stessa Regione Campania, laddove si rileva, nel complesso, un recupero forte dell’anomalia parti cesarei in misura di circa il 20% in meno. La soglia prevista è stata superata in sole due strutture (Vallo della Lucania e Battipaglia), “per un valore, peraltro, non eccessivamente rilevante a riprova della validità delle iniziative messe in atto da questa Azienda su tale fronte”.

Un trend in netto miglioramento anche nelle due strutture: “Sicuramente – conclude Giordano - il dato su cui ragioniamo non tiene conto di comorbilità e complicanze, che per un problema di codifica non sono state rilevate e che abbassano significativamente l’indicatore anche in queste strutture”.
 
Ettore Mautone

13 dicembre 2017
© Riproduzione riservata

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